Apu vista da Apu ieri: nella sua storia tanti alti e bassi

di Valerio Morelli
UDINE
L’Apu (Amici pallacanestro udinese) vista, oggi come oggi, dall’Apu (Associazione pallacanestro udinese) ieri. O, meglio, l’esito del caso Pau - Snaidero, nefasto per il basket professionistico a Udine, letto dal presidente di Apu ieri, Roberto Paviotti, ex snaiderino e nazionale giovanile. Capo di turno dei veterani Apu, l’ex magistrato, che ha chiuso la carriera da gip al tribunale di Udine, e adesso avvocato, con studio legale in città e a Roma, “sentenzia” dall’isola greca in cui è in vacanza.
Prima s’informa delle sorti societarie della Pallalcesto amatori Udine (Pau) spa, per la quale ha anche giocato tra gli amatori Uisp agli ordini dell’altro giudice Oliviero Drigani prima che la società facesse da contenitore ai diritti sportivi di serie A2 acquisti dalla Snaidero nel 1999 dalla Palladio Vicenza, cavalcata arancione di dodici anni - nove di fila dei quali in serie A - appena interrotta in Legadue.
Preso atto che la beneamta Pau non vuole «lasciare nè morti nè feriti», va dritto al sodo, non si prende ferie anche se è al mare. «Sono rimasto male - ammette Paviotti senza mezzi termini -. Due anni fa il sindaco Honsell alla Pau aveva portato Pozzo, che con una piccola parte dell’affare Sanchez poteva sistemare le cose. Gli altri imprenditori entrati nella società rispondevano ai nomi di De Eccher e Vidoni. Pozzo, come sempre, non ha mantenuto le promesse. Snaidero ha fatto il suo: costa la gestione di una società sportiva che non ha ritorni industriali. In Legadue, se non hai un bel pubblico come a Barcellona Pozzo di Gotoo o un pool di sponsor alle spalle, l’impianto non regge. Pozzo non ha portato gli sponsor per il rilancio».
Così, a ceneri della Pau ancora neanche sparse, il 29 giugno scorso è nata davanti al notaio l’Apu di oggi, per scissione della serie C dilettanti della Nbu (Nuovo basket udine), con il contributo anche del sindaco Furio Honsell stesso, quale “cittadino”.
Paviotti si morde la lingua soltanto sul cerimoniale seguito per la sottoscrizione dei mille euro a quota di capitale della nuova slr, rimasta associazione sportiva dilettantistica. Per il resto non tace e chiude la sua disanima: «Graberi e Nobile sono due vecchi appassionati, brave persone. Per il resto vedremo a distanza di anni. L’Apu ha avuto tanti momenti carsici, l’abbiamo fatto dire anche a Virgilio nella serata della memoria. E’ andata così. Non mi dispiace che si riparta da giovani semiprofessionisti. Il basket con tanti Usa non regge se non hai dietro la Monte Paschi. Snaidero se n’è andato, con la coda fra le gambe, anche per il difficile momento industriale. Ha onorato l’impegno con quel galantuomo di Gasparutti, altro vecchio appassionato. Blasoni stavolta non ha torti, ma ci si era messo per ritorni politici». Così parlò Apu ieri per bocca del capo.
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