Apu, cuore da Serie A: rimonta d’orgoglio ma la Reggiana vince 76-71
Senza Hickey, Udine va sotto anche di 18 punti ma risale fino al -5: Brewton e Calzavara guidano la riscossa. La Gioventù Bianconera canta fino alla fine

Canta la cinquantina di tifosi di Udine arrivati dal Friuli, canta fino alla fine. Anche se la loro squadra ha alzato bandiera bianca battuta nettamente dalla Reggiana.
Canta perché Udine, senza Hickey, va sotto un treno, anche a meno 18 a metà terzo quarto, ma col carattere delle squadre abituate a vincere (anche se in A2) risale fino a meno 5 a 6’44” dalla fien (67-65) difendendo e colpendo da tre come ai vecchi tempi e con ìn campo i reduci Da Ros e capitan Alibegovic, Ikangi, il baby Calzavara e Brewton.
In una bolgia l’Apu, a viso aperto, scrollandosi di dosso forse le paure dell’esordio e contro una squadra più atletica, più completa, più esperta dimostra eccome di starci in questo Paradiso. Cheatman (il migliore con Echenique) regala il + 7 con una tripla (72-65 a 4’ dalla fine) ma a 2’27” è ancora 72-67 con un canestro del coraggioso Calzavara. Due tiri di Brewton (17 punti alla fine) escono d’un niente. Peccato, finisce ma bisogna partire da qui. E tanti saluti ai gufi. Finisce 76-71 una trasferta iniziata male con il forfait di Hickey prima del match e continuata con una prova timida e imperfetta per 25 minuti. Il livello della Serie A è questo, e la Reggiana è una squadra di medio livello figurarsi quelle sopra, basta adeguarsi e lavorare.
La prima è un palazzetto in centro città vetusto (l’hanno solo un po’ rinnovato) e caldissimo, roba di tradizione. Ingresso in campo con fumogeni e la musica a palla del Liga, uno in casa, e presentazione dei giocatori da altro pianeta (copiare please). Solito inno d’Italia, stavolta per 5-6 italiani in campo su 24.
La pretattica della società, alla prima in A dopo 15 anni, cade a un’ora dal debutto: Hickey è out per un pestone alla gamba rimediato in allenamento. Botta tremenda, si è temuta una frattura, ma il play-faro dell’Apu era in panchina a sostenere i suoi e si becca subito il coro dei 50 tifosi arrivati da Udine.
Insomma, Udine ha un Himalaya da scalare, per giunta senza il suo sherpa. La Gioventù Bianconera canta, gli ultras locali sono fuori per la solita protesta per i biglietti nominativi.
È di Spencer il primo canestro dell’Apu in serie A, propiziato da un debuttante Calzavara per nulla timido. Con loro Brewton, Dawkins e Bendzius. L’inizio di Udine è anche buono, ma pareggiare l’atletismo di Reggio è il problema. Fioccano le triple, anche dell’ex Caupain, e sotto Echenique fa la voce grossa su Spencer: 15-9 dopo 4’.
È solo l’inizio, altre triple (l’ex Caupain, Cheatham), la squadra di Priftis difende forte, pressa anche dalla rimessa. Fine primo quarto 26-13. Al vetusto PalaBigi si cercano disperatamente difesa, meno palle perse (5 in 10’) e la coppia Bendzius-Dawkins. Facile a scriversi, difficile a farsi.
Coach Vertemati ci prova con i reduci: Ikangi, Da Ros, Alibegovic. L’Apu lotta, anche con Brewton inventato play, ma sbanda paurosamente. Risale a meno 7, affonda prendendosi 4 canestri fotocopia con taglio del pivot sotto canestro che solo soletto schiaccia. La difesa sul pick and roll, la base del basket, non c’è. Va all’intervallo ancora vagamente in partita grazie a due invenzioni di Brewton: 42-32. Ventun rimbalzi a testa ma un due su 11 da tre con qui dove vuoi andare?
Si riparte, e va anche peggio a 3’ dalla fine del terzo quarto l’Apu è sotto un treno: 54-36.
Ma ha carattere, quello che si porta dietro dalla cavalcata in A2. Dawkins aggiusta un po’ la mira (può far molto meglio) e si dimostra un tiratore di striscia, capitan Mirza dà la carica, e a 10’ dalla fine è 63-53. Poi il finale, da cui bisogna ripartire. Con Hickey e magari un Bendzius in più
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