Apu, la rotta è quella giusta. Il ds Gracis: «Siamo dove volevamo essere»

Il dirigente dell’Old Wild West fa il punto della situazione dopo il primato agguantato: «Ripartiamo da una buona posizione dopo aver ripreso Rimini che sembrava irraggiungibile»

Giuseppe Pisano
Il ds dell’Apu Andrea Gracis e il coach Adriano Vertemati
Il ds dell’Apu Andrea Gracis e il coach Adriano Vertemati

Il 2024 si chiude bene per l’Apu, appaiata a Rimini in testa alla classifica a una giornata al giro di boa. L’occasione è buona per fare il punto della situazione con il direttore sportivo bianconero Andrea Gracis.

Avete appena raggiunto Rimini dopo una lunga rincorsa. Si può dire che ora inizia un altro campionato?

«Diciamo che ripartiamo da una buona posizione dopo aver ripreso la squadra che sembrava irraggiungibile. È la dimostrazione del fatto che quanto sia complicato questo torneo di A2».

Quanto è importante aver mantenuto inviolato il Carnera?

«Non lasciare punti in casa è un bel vantaggio, perché se perdi fra le mura amiche poi devi andarti a riprendere i punti fuori e non è semplice. Inoltre sottolineo che al ritorno avremo in casa le tre rivali più vicine in classifica: Rimini, Cantù e Cividale. Tenere questo ritmo casalingo sarebbe ottimo».

Alla luce delle tre vittorie di fila, quella di Livorno è stata una sconfitta salutare o un incidente di percorso?

«Un incidente di percorso, frutto di una serie di concomitanze sfavorevoli. L’inizio troppo morbido su un campo non facile in primis, ed è così che una partita nata male è finita peggio. È chiaro, però, che certe sconfitte lasciano ferite da cui trarre insegnamento».

Hickey e Johnson stanno facendo bene, si può dire che la coppia di americani è stata azzeccata?

«Li abbiamo conosciuti meglio, così come loro hanno conosciuto coach e compagni. Stanno esprimendo ciò che ci aspettavamo, sono complementari tecnicamente e validi anche dal punto di vista umano. Se tutto ciò significa averli azzeccati, dico di sì».

A inizio stagione sono piovute critiche, anche pesanti, per la coppia di pivot Pini-Bruttini. Ora che siete primi, è corretto dire che avevate ragione voi?

«C’è tempo per i bilanci. Le critiche potranno arrivare ancora. Noi abbiamo cercato di fare il roster più competitivo possibile. Pini e Bruttini, aldilà dell’anagrafe, sono ciò che volevamo per qualità tecniche e umane, due cose che non vanno mai scisse. La gente pensi ciò che vuole, noi siamo contenti di loro».

A che punto è il progetto triennale avviato nell’estate 2023?

«L’ambizione della società è di stare ai vertici, e da questo punto di vista ci siamo. Va detto che le annate sono complesse, piene di imprevisti: penso all’assenza di Clark negli scorsi play-off. A giugno 2026 tireremo le somme, al momento l’importante è fare un percorso di alto livello, coinvolgere il pubblico, farlo innamorare della squadra e dare tutto in campo».

Da marzo si iniziano ad alzare trofei. È un’Apu matura per vincere qualcosa?

«Io dico che le qualità le abbiamo, siamo in un gruppo di squadre, forse più ristretto rispetto alle previsioni, che andremo a giocarcela».

Se si presenta un’occasione di mercato la cogliete o siete a posto così?

«Aspettiamo il nostro uomo mercato, cioè Stefanelli. La squadra sta sopperendo alla grande all’assenza, ma riaverlo presto sarebbe importante. Per il resto, mai dire mai. Se capiterà un’occasione se ne parlerà in società, ma non è previsto perché confermiamo le scelte estive».

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