Apu, adesso tocca a Semaj

L’Old Wild West, ancora scossa dal caso Hickey, presenta l’americano Christon. Pronto a sostituire Anthony: sono leader, allenatore in campo e qui per vincere»

Giuseppe Pisano

«Mi piace vincere». Semaj Christon lo ripete a più riprese nella conferenza stampa di presentazione, nella nuova sede Apu a Tavagnacco. Più uno slogan, è una sorta di mantra.

Gli chiedono perché ha scelto Udine e dice «I like to win», lo inviti a descrivere le proprie caratteristiche e ti risponde «I like to win». La vittoria, insomma, è un chiodo fisso per il 33enne playmaker nativo di Cincinnati. Fuori dai denti il nuovo americano dovrà adattarsi in fretta, molto del futuro dell’Apu dipendeva da lui prima, figurarsi adesso senza Hickey.

Alzare il livello

Christon si presenza con tuta d’ordinanza e occhialini e racconta dei suoi primi giorni udinesi: «Finora ho avuto poco tempo per visitare la città, ma posso dire di essere stato accolto bene all’Apu. Conoscevo già diversi giocatori per averli affrontati da avversario».

Chi lo conosce bene lo descrive come un playmaker molto esigente nei confronti dei compagni (e il ds Gracis conferma), in particolare con i lunghi. Lui non nega: «Conosco bene sia Spencer che Bendzius, abbiamo giocato contro nel campionato italiano. Voglio aiutarli ad alzare il loro livello».

Stesso refrain nei confronti della squadra, in risposta a chi gli chiede perché ha accettato la proposta targata Apu: «Ho seguito Udine a inizio campionato, già prima di questa chiamata, e mi è sembrata una neopromossa in crescita. Sono molto motivato ad aiutare la squadra ad alzare il livello». Tutto gli si può dire, non certo che gli manchi l’autostima.

Allenatore in campo

Di lui è stato detto che è un play puro, una combo guard, una shooting guard e via elencando. Meglio fare chiarezza e lasciare a lui la definizione di sé stesso: «Mi sento un leader, un allenatore in campo in grado aiutare il coach.

Mi piace vincere e mi sento un vincente, sono qui per questo. Vertemati? Non mi ha chiesto niente di particolare, so che dovrò aiutare i compagni a performare bene». Spunta il nome di Anthony Hickey, nei piani tecnici compagno e ora semplice predecessore, a meno di colpi di scena. «So quanto è stato amato Anthony dai tifosi udinesi, lo è tuttora. Io sono qui per fare il mio lavoro e so cosa devo portare in campo per il bene del team».

La serie A non è un pianeta lontano per Christon, che in passato ha già indossato le divise di Pesaro, Brescia, Tortona, Pistoia e Vanoli: «Il livello del campionato è alto, conosco bene il basket italiano. Sono sicuro che l’Apu se la può giocare con tutti, serve la massima attenzione ai dettagli». In fin dei conti è stato preso anche per questo, per dare quel qualcosa in più quando la palla inzia a scottare.

Verso Napoli

Sui dettagli e non solo sta lavorando al Carnera in vista del debutto di domenica, con la canotta numero 0, come sempre: «Fisicamente sto bene – ha affermato Christon – visto che ho giocato nel campionato israeliano sino a due settimane fa, prima della sosta per le Nazionali, come tutti. I’m ready, sono pronto». Per essere più precisi «Ready to win».

Il popolo bianconero, che quest’anno non ha ancora visto vincere l’Apu sulle assi del palasport Carnera, lo aspetta a braccia aperte.

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