Andrea Tarlao si prende il terzo Mondiale della carriera

Ad Andrea Tarlao e alla Nazionale Italiana mancava solo un oro iridato nella categoria paralimpica Mc5 per fare bingo. Puntuale, a Emmen, in Olanda, ai campionati del mondo del 2019, il fiumicellese ha colmato la lacuna e ha vestito la maglia di campione del mondo, portando a tre il numero di ori iridati della sua carriera, il primo in linea su strada, dopo due titoli mondiali a cronometro, peraltro datati 2010 e 2011. Il friulano, nipote di Aldo Tarlao, argento olimpico a Londra nel 1948 nel canottaggio, e già medaglia di bronzo paralimpica a Rio de Janeiro 2016, era partito per l'Olanda con l’obiettivo di fare bene soprattutto a cronometro, sua specialità preferita. Invece... «A cronometro ho chiuso al quinto posto – spiega Andrea – ed è stata una sorpresa ritrovarmi ora al collo l’oro iridato nella gara in linea. Peraltro, il percorso non era proprio adatto alle mie caratteristiche. Nella prima parte della gara, sono andati via in fuga alcuni atleti di spessore, facendo velocità altissime: basta pensare che abbiamo chiuso i 90 chilometri di gara a 44 di media». Nel finale? «A dieci chilometri dall’arrivo, il gruppo si è ricompattato e proprio nel momento del ricongiungimento sono scattato io in contropiede. In quel frangente ho pensato a dare tutto, considerando quel tratto conclusivo della corsa una piccola cronometro individuale. Ero ben allenato e sono riuscito ad arrivare in fondo. Dietro, i miei compagni di squadra Addesi, Danzi e Pittacolo sono stati perfetti, perché hanno protetto la mia iniziativa. Sotto l'aspetto tattico, abbiamo svolto un lavoro egregio come squadra».
Dediche? Ai miei compagni e alla mia famiglia che mi supporta sempre, al pari dei miei colleghi di lavoro, dai quali non vedo l’ora di tornare». Sfortunato, invece, l’altro friulano Michele Pittacolo, caduto in prossimità del traguardo, a causa di un incrocio di traiettoria beffardo con un brasiliano che gli ha tagliato la strada, facendolo ruzzolare sulle transenne. «Ero lanciato per un grande risultato – ha poi spiegato il bertiolese, campione del mondo uscente, una volta ripresosi, in ospedale a Emmen –, ma mi sono ritrovato a terra e non ricordo niente. Anche questa volta il casco ha fatto il suo lavoro egregiamente bene. È vero che non era una grande giornata dopo la scivolata del giorno prima, con le botte che si facevano sentire, ma con la mia grinta e l'incitamento dei miei compagni di nazionale Pierpaolo Addesi (6° al traguardo), Alessandro Danzi (13°) e Andrea Tarlao sarebbe stato un gran risultato». Complessivamente, l’Italia torna da Emmen con un bottino considerevole: 5 ori, compreso quello di Alex Zanardi nella handbike, 1 argento e 1 bronzo. —
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