Addio Kobe Bryant, se n'è andato un gigante

Il mondo piange l’ex star dei Lakers e la figlia morti nell’incidente a Los Angeles
epa08169307 (FILE) - Los Angeles Lakers shooting guard Kobe Bryant walks up court during a break against the Brooklyn Nets at the Barclays Center in Brooklyn, New York, USA, 05 February 2013 (re-issued 27 January 2020). Kobe Bryant died in a helicopter crash in Calabasas, California, USA on 26 January 2020. EPA/ANDREW GOMBERT SHUTTERSTOCK OUT *** Local Caption *** 50696885
epa08169307 (FILE) - Los Angeles Lakers shooting guard Kobe Bryant walks up court during a break against the Brooklyn Nets at the Barclays Center in Brooklyn, New York, USA, 05 February 2013 (re-issued 27 January 2020). Kobe Bryant died in a helicopter crash in Calabasas, California, USA on 26 January 2020. EPA/ANDREW GOMBERT SHUTTERSTOCK OUT *** Local Caption *** 50696885

UDINE. Un dolore mondiale. Con Kobe Bryant non se n’è andato solo uno dei più forti giocatori della storia del basket, ma un simbolo. «Lavora duro e credi in te stesso - diceva - e niente ti sarà precluso».

È la “Mamba mentality” cui si sono ispirati e continuano a ispirarsi migliaia di sportivi nel mondo. Non solo giocatori di pallacanestro.

La nebbia ha avvolto l’elicottero su cui viaggiavano Bryant, la figlia Gianna Maria, nome italiano come tutti gli altri suoi tre figli, e altre sei persone, facendolo schiantare al suolo a 300 km all’ora, ma uno squarcio di sereno si è aperto subito con le reazioni di cordoglio arrivate da tutto il mondo.

Un fiume impressionante. Dalle migliaia di persone che si sono accalcate davanti allo Staples Center di Los Angeles, il teatro dei successi del “Mamba”, al murale commemorativo alla Penn Station di New York, una specie di ombelico del mondo, all’omaggio del mondo sportivo e non. Era una bandiera dei Lakers di Los Angeles Kobe, la canotta gialloviola l’ha indossata per vent’anni di fila.

L’eroe dei Lakers negli anni ’80, Magic Johnson, gli ha reso omaggio così: «Ho pianto tutto il giorno per questa notizia devastante. Le parole non possono spiegare che impatto ha avuto nel mondo del basket, Kobe è stato una fonte d’ispirazione per tanti che ora giocando nella Nba e nella Wnba». Il miglior Lakers di sempre, ha detto. Lebron James, il suo “erede” in gialloviola, appresa la notizia all’arrivo del volo del suo team da Filadelfia, è scoppiato in lacrime.

Poi l’omaggio del Cio. Non ha vinto solo in Nba Bryant, ma ha anche conquistato l’oro olimpico a Pechino 2008 e Londra 2012. Era il più vecchio d’una truppa di star emergenti. Fece subito capire l’antifona all’ambiente chiedendo un preparatore personale per i suoi celebri allenamenti personalizzati all’alba.

«Dopo essersi ritirato dal gioco che amava così tanto ha continuato a sostenere il movimento olimpico ed è stato fonte d’ispirazione per le Olimpiadi di Los Angeles 2028 - ha detto il numero uno dello sport mondiale, Thomas Bach -. A tutti mancheranno la sua energia e la umiltà: i nostri pensieri sono per la sua famiglia».

È un lutto trasversale. Agli Open d’Australia di tennis ieri l’eroe di casa Nick Kyrgios è sceso in campo contro Rafa Nadal indossando la canotta dei Lakers col numero 8, assieme al 24 le maglie i Bryant. Solo il protocollo gli ha impedito di giocare con quella maglietta. «È stato un grande mentore e un amico», ha detto Novak Djokovic che con Kobe condivideva una pasisone, quella per il calcio e in particolare per il Milan.

Proprio i rossoneri oggi in Coppa contro il Torino giocheranno col lutto al braccio per onorare il tifoso speciale. «Che tristezza sentire la notizia straziante della morte di Kobe e di sua figlia Gianna - ha scritto su Instagram Cristiano Ronaldo - Kobe è stata una vera leggenda e un’ispirazione per molti». Il Real Madrid ha osservato un minuto di silenzio all’inizio dell’allenamento e il capitano Sergio Ramos ha indossato una maglietta dei Lakers col numero 24.

Bryant andava fiero dei suoi anni passati in italia al seguito del padre Joe. Coltivava la lingua italiana appena possibile. La utilizzava in campo nella seconda sua epoca d’oro a “LA” parlando col grande amico Sasha Vujacic, sbocciato alla Snaidero Udine e vincitore ai Lakers di due anelli. «Sono devastato dal dolore, non voglio dire nulla», ha detto lo sloveno.

«Lo sport italiano è in lutto. Kobe Bryant è figlio dell’Italia. Siamo tutti devastati dal dolore», ha invece detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Sui campi di serie A di basket ci sarà un minuto di silenzio. «Era il mio eroe», «è stata la mia ispirazione», hanno detto i due giocatori Nba azzurri Marco Belinelli e Danilo Gallinari. E Reggio Emilia, come ha annunciato il sindaco Luca Vecchi, gli dedicherà la piazzetta davanti al PalaBigi.

«Il suo sorriso, il suo amore per il basket ci sono entrati dentro e un po’ di Reggio Emilia era entrata per sempre in lui, come ci aveva raccontato qualche anno fa», ha detto. Al palasport il piccolo Kobe andava a vedere le partite di papà. Come aveva fatto la piccola “Gigi”. E a chi chiedeva a papà se non fosse dispiaciuto di non avere figli maschi che potessero seguire le sue orme, la piccola rispondeva sicura: «Tranquilli ci penso io». —

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