Udinese da applausi a San Siro: rimonta e vittoria sull’Inter con Davis e Atta
La squadra di Runjaic sorprende con nuove mosse tattiche: Davis dal dischetto, magia di Atta e difesa granitica per un colpo esterno che vale il sorpasso dietro le big a punteggio pieno

Gran colpo dell’Udinese a San Siro: alle spalle del vagone di testa, delle squadre a punteggio pieno, Napoli, Juventus, Roma e Cremonese c’è per prima la squadra di Runjaic che ha steso l’Inter in rimonta, risultando sorprendente fin dai primi minuti, non tanto per l’atteggiamento, troppo remissivo in avvio, tanto che l’undici di Chivu ne approfitta per passare in vantaggio, ma per le novità tattiche che hanno disorientato l’avversaria.
La Zebretta infatti è stata “spalmata” alla perfezione sul campo, con alcune mosse a sorpresa. La prima in attacco in attesa dell’arrivo di Zaniolo. E non si tratta di un nome a caso, considerando che Bayo, sistemato in coppia con Davis, non giostra da punta pura accanto al centravanti, ma cuce il gioco, pressa, lavora sporco.
L’ivoriano con è un fine dicitore, non snocciola calcio come Thauvin, ma almeno copre il fronte d’attacco con grande “gamba” come faceva il francese. A centrocampo, poi, non c’è Lovric, che non entrerà neppure nella ripresa, un particolare che suscita degli interrogativi n vista dell’ultimo rettilineo di mercato che chiuderà stasera alle 20.
Al suo posto Piotrowski, all’esordio dal primo minuto in una mediana a dir poco duttile. Lo si capisce dalla rotazione delle posizioni: al centro, come perno, si muove sempre Karlstrom che scende spesso e volentieri nel cuore della difesa per dare una mano in costruzione a Kristensen, mentre Atta e il nazionale polacco danno il cambio negli inserimenti.
Succede così che l’Udinese, in svantaggio, cominci ad affacciarsi spesso e volentieri nell’area avversaria, come quando Zemura con la testa rimette al centro un traversone dalla destra, trovando il braccio di Dumfries, protagonista assoluto della prima parte della gara, dal gol a rigore commesso e assegnato dall’arbitro Marchetti solo dopo una revisione Var che suscita le proteste del pubblico del Meazza, anche se la spiegazione del fischietto della sezione di Osta Lido non viene diffusa dall’impianto di amplificazione come da nuovo protocollo.
Tutta colpa della regia della sala Var di Lissone che non ha materialmente “aperto” il microfono, come comunicherà la Lega Serie A nell’intervallo. Prima, però ci sono la trasformazione dal dischetto del nuovo specialista, Davis (sinistro per spiazzare un pararigori come Sommer), e il ricamo di Atta per il 2-1, un’azione personale quasi alla Micheal Jordan, esitazione, finta e tiro, come faceva nelle aree della Nba il fuoriclasse dei Bulls. Il francese conclude con il destro “a giro”, ma in modo potente. Che gol!
L’Inter si rifugia negli spogliatoi e riparte di gran carriera. Tiri, colpi di testa, botte dal limite come quella di Calhanglou, fuori d’un soffio. Come quella di Dimarco che va esplodere San Siro. Pareggio, ma il Var Marini annulla e stavolta apre il microfono al collega che annuncia al popolo nerazzurro: «A seguito della posizione irregolare del numero 9, il gol viene annullato per fuorigioco». Marchetti e meno solenne di Manganiello una settimana prima a Como e la novità a livello di impatto è gradevole.
Gradevole come lo spirito dell’Udinese che in difesa diventa granitica: Goglichidze, entrato nell’intervallo al posto dell’ammonito Bertola, e Solet, letteralmente ovunque, sbarrano il passo agli affondi interisti, Kristensen regge in modo convincente il copione del nuovo Bijol. Runjaic, poi, ci mette ancora del suo. I cambi sono davvero puntuali, fuori Bayo, Piotrowski, Davis e addirittura Ehizibue, dentro l’esordiente Buksa, Ekkelenkamp, Zarraga e Ru Modesto. E l’Udinese regge fino al 96’. Le luci a San Siro stavolta sono bianconere.
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