Udinese travolta a Firenze: una figuraccia da Jekyll e Hyde

Espulsione di Okoye, squadra in balìa della Fiorentina e difesa a pezzi: 5-1 senza attenuanti

Pietro Oleotto

Se c’è una classifica delle figuracce dell’Udinese quella al Franchi se la gioca per il primo posto con la sconfitta rimediata dieci anni fa in casa di un Parma ormai virtualmente fallito e retrocesso.

Già arrendersi a Firenze, dove tutti hanno fatto almeno un punto sarebbe stata una macchia sulla casacca di una squadra che aspira – aspirava – a un posto al sole, ma perdere sbracando in modo indegno come hanno fatto i bianconeri è letteralmente demoralizzante, soprattutto per come è maturata la sconfitta dopo un successo squillante come quello di una settimana prima.

Niente da fare, l’Udinese è davvero la versione calcistica di Dottor Jekyll e Mister Hyde. Bella e vigorosa quando si tratta di mettersi in mostra contro avversarie blasonate e la partita si incanala nel modo giusto – ha battuto Inter e Napoli –; irritante e senza cervello quando prende sottogamba le rivali, come la derelitta Fiorentina, incapace di fare tre punti tutti in una volta prima di incrociarla.

Si era detto in settimana: guai agevolare i viola come era già successo in trasferta contro Sassuolo e Cremonese, gare cominciate in salita subendo un gol a freddo. Ebbene, è successo di nuovo, ma con un’aggravante. Dopo otto minuti di gioco Maduka Okoye ha pensato (male) di uscire fuori dall’area a valanga su Kean lanciato a rete, rimediando un’espulsione che ha condizionato tutta la partita. D’accordo, il peccato originale è stato di Kabasele che, invece di spazzare, ha effettuato un pericolosissimo colpo di testa nel cerchio di metà campo, ma il portiere nigeriano ha scelto il male peggiore: evitare il gol lasciando la squadra in inferiorità numerica per oltre 80 minuti.

A quel punto Runjaic ha scelto di togliere proprio Kabasele per inserire Sava tra i pali. Una scelta che ha rotto tutti gli equilibri tattici bianconeri, anche perché l’atteggiamento in campo dei superstiti è stato deprimente. Gli adattamenti hanno portato a un 4-4-1 fragile, con poca copertura sulla destra e una tenuta difensiva tutt’altro che impermeabile, anche per le difficoltà del duo Karlstrom-Piotrowski in mezzo al campo.

L’incalzare viola produce i danni annunciati: gol di Mandragora, raddoppio di Gudmundsson, tris di Ndour prima dell’intervallo. Udinese non pervenuta.

Nella ripresa Runjaic prova a cambiare qualcosa, ma restano il 4-4-1 e l’indolenza. Kean torna al gol senza difficoltà: 4-0. A quel punto tre episodi isolati: un intervento su Davis in area che meritava una review Var, il gol della bandiera di Solet e un fallo su Bertola ignorato dall’arbitro Mariani. Il quarto uomo Arena osserva da pochi metri e si gira dall’altra parte: “Ponzio Pilato 2025”.

Due azioni dopo arriva la cinquina viola, ancora con Kean. La partita finisce lì. Meno male.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto