Zico, la Champions e cuore friulano: la Pozzo-story con l’Udinese 1986 al 2025
È la proprietà più longeva della Serie A. Dai primi anni difficili al miracolo-Champions, fino al legame con il Watford e il presente incerto. Dopo quasi quattro decenni, gli attuali proprietari sono pronti a passare il testimone

E così anche la proprietà più longeva della Serie A è sul punto di passare la mano. La famiglia Pozzo acquistò l’Udinese nell’estate del 1986. Gianpaolo, come ama sempre ricordare, faceva parte di una cordata di industriali friulani, pian piano si fecero tutti da parte «e io rimasi con il cerino in mano».
Un cerino comunque piacevole per uno che si è sempre considerato grande tifoso bianconero. Pochi lo sanno ma Pozzo era uno che seguiva la squadra anche in trasferta, il figlio Gino era presente al Partenio di Avellino nel settembre del 1983 quando l’Udinese di Zico fu sconfitta dai padroni di casa a causa di una scellerata autorete di Edinho.
Pozzo subentrò a fine luglio del 1986 a Lamberto Mazza. Ereditò una situazione delicata, squadra penalizzata di 9 punti (un macigno troppo pesante da sopportare considerato che la vittoria valeva 2 punti), eppure i Pozzo ci provarono investendo tanto e male soprattutto su giocatori a fine carriera: Bertoni, Graziani e Collovati. Quell’esperienza avrebbe insegnato loro che il calcio, in provincia, va fatto in altro modo e loro lo impareranno bene.
Dal 1986 al 1994 l’Udinese userà l’ascensore tra Serie A e Serie B. Eppure la squadra che retrocesse nel campionato ’89-’90 aveva in rosa giocatori di primo livello: il difensore argentino Nestor Sensini, l’attaccante e suo connazionale Abel Balbo. Saranno loro le prime grandi plusvalenze dei Pozzo: Nestor andrà al Parma (ma tornerà nel 2002), Abel alla Roma.
Nel ’94-’95 l’ultimo campionato di B con la promozione firmata da Giovanni Galeone. Il suo successore sarà Alberto Zaccheroni, il tecnico della prima Udinese europea: quinto posto nel ’96-’97, addirittura il terzo in quella successiva quando in Champions ci andavano solo le prime due classificate. In tutto le qualificazioni continentali sono state undici, di cui tre in Champions con un preliminare vinto (quello con lo Sporting Lisbona nel 2005) e due persi (con Arsenal nel 2011 e Braga nel 2012). La musichetta della Champions al Friuli l’abbiamo sentita da settembre a dicembre 2005 dopo il magico triennio di Spalletti, oggi ct azzurro. L’avversario più nobile il Barcellona: in Catalogna Pozzo era conosciuto come imprenditore, solo allora scoprirono che era anche proprietario di un club di serie A.
Il miglior cammino in Europa arrivò nella stagione 2008-2009 in quella che sarebbe stata l’ultima edizione della Coppa Uefa (oggi Europa League) con i bianconeri che arrivarono fino ai quarti, eliminati poi dal Werder Brema. Sempre in Europa indimenticabili le vittorie a Leverkusen (dicembre ’99’) e a Liverpool (ottobre ’12), ma anche le prime trasferte a Lodz e Amsterdam (settembre e ottobre ’97).
In coincidenza dell’acquisto da parte dei Pozzo del Watford i risultati sportivi dell’Udinese hanno avuto una flessione, ma la categoria è stata sempre difesa. Il brivido più grande un anno fa a Frosinone con il gol-salvezza di Davis a meno di un quarto d’ora dalla fine. L’era Pozzo sarà ricordata per i migliori risultati sportivi di sempre dell’Udinese ma anche per i grandi campioni arrivati in Friuli: da Bierhoff a Di Natale, da Amoroso a Sanchez con i primi tre capocannonieri. E poi capitani veri: Calori, Poggi, Bertotto. Nomi che sono storia.
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