D'Agostino: “All’Udinese serve più tecnica e un leader carismatico”
L’ex regista friulano analizza la stagione della squadra bianconera: “Bijol e Lovric a fine ciclo, Runjaic deve trasmettere ambizione. Serve un cambio di mentalità per tornare in alto”.

Il restyling dell’Udinese sarà compito di Gino Pozzo che, nel primo faccia a faccia con Kosta Runjaic, ha voluto anche conoscere le intenzioni del tecnico per capire dove e come mettere mano sul mercato, ma anche addetti ai lavori e allenatori potrebbero proporre dei consigli dopo una stagione quasi completa, come fa Gaetano D'Agostino, proiettato sull’analisi delle carenze e delle necessità della Zebretta nella speranza di rivederla in Europa, dove lui l’ha rappresentata indossando, piuttosto che in una trasferta davvero importante solo per JUventus, domenica sera, alle 20.45. «L’Udinese è già molto dotata fisicamente, ma per tornare a competere ai piani alti servirà più tecnica, trovare un leader carismatico e puntare a un cambio di mentalità».
D’Agostino, Gino Pozzo sta analizzando i perché l’Udinese abbia mollato proprio sul più bello...
«E fa bene perché l’Udinese ha fatto il contrario degli ultimi anni, prima salvandosi in anticipo, e poi mollando in modo preoccupante con quelle cinque sconfitte che, in altra classifica, avrebbero messo a rischio il tecnico. Tutto prima della sconfitta col Monza che può anche essere letta come un senso di non appartenenza di alcuni giocatori».
Chi vede a fine ciclo?
«I due sloveni Bijol e Lovric. Il difensore ha fatto vedere tutto e un centrocampista come Lovric non sposta i valori in campo. A mio avviso non ha mai fatto la differenza».
Restiamo in mediana, dove lei ha giostrato in carriera. Chi tenere invece?
«A me Payero non dispiace perché ha personalità e “garra”, oltre a trasmettere presenza. Atta è tecnico e ne servirebbero altri come lui, specie sulle fasce laterali dove si può e si deve assolutamente alzare il livello, visti all’opera gli Ehizibue e i Kamara».
Ekkelenkamp è stato proposto esterno, ma potrebbe esplodere da interno?
«Sì, ha delle caratteristiche interessanti e non è dispiaciuto al suo primo anno in Italia, ma bisognerebbe che pedalasse un po’ di più per dimostrare di avere fame. È un discorso che riguarda tutti gli stranieri che avrebbero bisogno di un leader carismatico, possibilmente italiano, e che ora fatico a intravedere. Thauvin è il leader tecnico, ma poi?».
Trovarlo sarà compito di Runjaic...
«Se il mister resterà dovrà cambiare mentalità perché la trasmissione dell’ambizione deve darla lo staff tecnico. Con tutto il rispetto, non posso vedere il Como che si danna l’anima per il decimo posto e l'Udinese spenta da due mesi. Runjaic aveva anche trovato risultati e gioco col 4-4-2, ma poi è voluto tornare al 3-5-2 e mi chiedo per dimostrare cosa... Col Monza c’era da cambiare canale nel vedere l’Udinese cocciuta in un giro palla che non stanava l’avversaria».
Sarebbe servito il suo ex compagno Alexis Sanchez?
«Sanchez ha fatto la storia dell’Udinese e dispiace vederlo così. Era lui il leader carismatico, ma solo a patto di crederci perché se prendi Sanchez lo coinvolgi, altrimenti passi».
Per l’attacco del futuro?
«Se Lucca parte c’è Davis che ha un grande potenziale. Bravo va fatto crescere».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto