L’Udinese punta sul giovanissimo Pafundi: nel finale di stagione avrà più occasioni in campo

Prossima “tappa” al Friuli, sabato contro il Monza. Con questa sono dieci le giornate che mancano alla fine della stagione. L’obiettivo di squadra in casa Udinese è scontato: arrivare tra le prime dieci, nella parte sinistra della classifica. Non accade da troppo tempo. Poi ci sono i target dei singoli, dei giocatori. E uno in particolare incuriosisce. Quando spazio avrà in campionato Simone Pafundi, il baby bianconero chiamato in Nazionale dopo aver giocato appena 9 minuti?
Non si tratta di una domanda che occupa solo i discorsi al “Bar dello Sport”. È un interrogativo che interessa anche i vertici del club bianconero, oltre che la famiglia Pafundi – il ragazzino, classe 2006, è ancora minorenne –, fino a Gino Pozzo che segue con attenzione un “progetto” che, per l’Udinese, non è cambiato di una virgola: vuole lanciare il suo gioiellino nel calcio che conta.
Il ct Mancini ha dato una bella “scrollata” con le sue dichiarazioni, chiedendo più spazio per i giovani azzurri, e la proprietà bianconera non ha perso tempo su Pafundi che da adesso fino al termine della stagione avrà più spazio per poter maturare delle esperienze ad alto livello, nel calcio “dei grandi”.
Nessuna promessa sul minutaggio, Andrea Sottil avrà mano libera, in definitiva bisogna far coincidere gli obiettivi del gruppo con le esigenze dei singoli, ma i 17’ d’impiego a Bologna, subito dopo la sosta per le nazionali, possono essere visti sotto questa luce: il tecnico di Venaria Reale impiegherà anche l’arma Pafundi per centrare un risultato positivo da qui al termine della stagione.
Una risposta che può soddisfare Pafundi sotto il profilo tecnico in vista di una decisione sul rinnovo del contratto che scade nel 2025. È questo il nodo: da una parte l’Udinese conta di rinnovarlo per estenderlo fino a un quinquennale una volta che Simone avrà compiuto i 18 anni. Dall’altra il giocatore vuole valutare proprio le occasioni che avrà prima di affrontare il discorso su un’altra firma, al di là dell’ingaggio che comunque dovrà essere ricalibrato, visto che adesso obbedisce agli standard di un primo contratto da professionista (e perciò di durata al massimo triennale).
Insomma, l’argomento è caldo. Non potrebbe essere diversamente, viste le premesse. E le prime risposte. Prendete per esempio quella doppia triangolazione “messianica” messa in scena al Dall’Ara. Se Pafundi ha questi numeri vale la pena vedere quanto può incidere sui finali delle ultime dieci giornate di questa serie A.
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