L’Udinese nel segno della continuità: Runjaic ora deve alzare l’asticella

I friulani sono una delle otto squadre ad aver confermato l’allenatore. Il tecnico ha iniziato con il piede giusto, ma ha lasciato perplessi la gestione di Sanchez

Massimo Meroi
L’allenatore dell’Udinese Kosta Runjaic con al suo fianco il vice, il polacco Przemyslaw Malecki fotopetrussi
L’allenatore dell’Udinese Kosta Runjaic con al suo fianco il vice, il polacco Przemyslaw Malecki fotopetrussi

l’analisi

MASSIMO MEROI

Nel segno della continuità. L’Udinese è una delle otto società di serie A ad aver confermato la guida tecnica. In una estate in cui il mercato degli allenatori è stato pieno di colpi di scena (e ci sono ancora cinque squadre che devono comunicare il loro nuovo mister) l’Udinese ha deciso di non cambiare. Un po’ perché Kosta Runjaic la scorsa estate aveva firmato un contratto biennale, un po’ perché il tecnico si è, almeno in parte, meritato, la conferma. Ma vediamo pro e contro della scelta fatta dai Pozzo.

Pro

Ripartire con lo stesso allenatore sulla carta rappresenta un vantaggio, poi, ovviamente, bisognerà vedere quale sarà il materiale umano che verrà consegnato per l’inizio del campionato al tecnico tedesco. A Runjaic va riconosciuto di aver cominciato la stagione con il piede giusto tenendo la squadra sempre lontana dalla zona retrocessione: questo ha consentito sia a lui che ai calciatori di poter lavorare senza grandi assilli. Quando ha pensato di cambiare assetto passando alla difesa a quattro lo ha fatto senza alcuna remora e anzi, il rendimento della squadra è cresciuto.

Contro

Meno spiegabile la decisione di ritornare alla difesa a tre disegnando una sorta di 3-6-1 che ha finito per rendere sempre più spuntata l’Udinese al di là dell’infortunio di Thauvin. Il finale di stagione dell’Udinese è stato molto deludente: quattro punti nelle ultime dieci giornate sono davvero una miseria. La sconfitta casalinga con il Monza grida vendetta, ma quello è solo l’episodio più eclatante. Ha lasciato perplessi la gestione di Alexis Sanchez. Un giocatore di un simile livello, in una squadra come l’Udinese, avrebbe meritato comunque maggiore considerazione nel finale di stagione. Anche la lettura di alcune partite non ha convinto e il calcio aggressivo, intenso e verticale promesso a inizio stagione si è visto solamente a tratti. Come ha ammesso il diretto interessato, l’esperienza di un anno di serie A sulle spalle, lo aiuterà nella prossima stagione.

In attesa

Runjaic fa parte di una ristretta cerchia di allenatori che sono stati confermati dalle rispettive società. Sono esattamente otto e sarebbero stati sicuramente di meno se Conte avesse deciso di tornare alla Juve scatenando un effetto domino ancora più accentuato. Oltre a Runjaic continueranno a lavorare nella stessa società Italiano (Bologna), Fabregas (Como), Vieira (Genoa), Tudor (Juventus), Conte (Napoli), Grosso (Sassuolo) e Zanetti (Verona). Sono ancora cinque i club che devono ufficializzare il cambio: la Fiorentina sta aspettando il ritorno di Pioli che, essendo in parola con la Viola, ha detto no alla Nazionale. La Cremonese mollato Stroppa, promesso sposo al Venezia, sta pensando a De Rossi, il Lecce non ha rinnovato il contratto con Giampaolo ed è prossimo a chiudere con Di Francesco, Gilardino sembra il favorito per la panchina del Pisa, mentre a Parma potrebbe finire Vanoli. 

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