Europa League, c’è tanta Udinese nella finale di stasera
Nella sfida tra Tottenham Manchester United, da un lato Udogie e Vicario, dall’altro Fernandes, portato in Friuli dall’allora ds Giaretta: «Ha sempre avuto una marcia in più»

Con la Serie A verso la conclusione, i tifosi dell’Udinese non possono che guardare e sognare le coppe. Stasera è in programma la prima delle tre finali delle competizioni continentali, l’Europa League. A Bilbao alle 21 si affrontano Manchester United e Tottenham: la vincente giocherà mercoledì 13 agosto a Udine, teatro della Supercoppa Europea 2025.
Allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium potrebbe rivedersi delle vecchie conoscenze che oggi si sfidano in Spagna: il centrocampista (e capitano) dei Red Devils Bruno Fernandes e il portiere degli Spurs Guglielmo Vicario (che in squadra ha anche Destiny Udogie). I due vestivano la maglia della Zebretta nel 2013-14. A portare da Novara in Friuli il portoghese fu l’allora ds Cristiano Giaretta. L’attuale uomo-mercato del Pafos, neo-campione nazionale di Cipro, “legge” il duello odierno.
Direttore, come scoprì un calciatore diventato poi fuoriclasse come Bruno?
«Era il 2011 quando mi segnalarono questo ragazzino che militava nell’under 18 del Boavista di terza divisione. Il suo agente di allora, che tuttora lo segue, era ed è un amico. La prima impressione fu di trovarmi di fronte a un giocatore bravo tecnicamente, ma “leggero”. La sua fisicità mi lasciava qualche perplessità. Mi era tuttavia piaciuto per come capiva le situazioni in campo».
La scintilla per ingaggiarlo fu la sua idea di calcio.
«E lo portai a Novara nel 2012 per 40mila euro. I primi quattro mesi militò con la Primavera. Osservando la sua crescita, lo promossi in prima squadra, in B. In un periodo difficile ci diede una mano, assieme ad Haris Seferovic (attaccante svizzero della Fiorentina che arrivò nel mercato invernale del 2013, ndr). E il gruppo risalì la classifica, arrivando sino ai playoff promozione».
Per questo, a fine stagione, passò assieme a lei all’Udinese e in Serie A?
«Anche la Roma aveva seguito Bruno. Lui si fidava di me e assieme a lui anche il suo entourage. Così si trasferì in Friuli, dove è rimasto tre stagioni in cui ha fatto vedere il suo grande talento. Il calciatore aveva una marcia in più. Aveva bisogno di tempo e della giusta collocazione. Ricordo che si fermava a calciare le punizione dopo allenamento e tra i portieri c’era anche Vicario. Penso se lo ricorderanno, non appena si affronteranno in campo».
Che finale prevede a Bilbao?
«Sia Manchester United, sia Tottenham puntano sull’Europa League. Per entrambe è stata una stagione difficile in campionato. Inizialmente prevedo una partita tesa. Sono convinto che però si possa sbloccare col trascorrere dei minuti».

Tra i giocatori “allevati” nei tre anni che ha vissuto a Udine, ce ne sono due che venerdì potrebbero diventare campioni d’Italia col Napoli: i portieri Alex Meret e Simone Scuffet.
«Ho un bellissimo ricordo di loro: ragazzi seri e maturi, simili dal punto di vista caratteriale. Due grandi professionisti, che dimostravano di avere le qualità per poter arrivare in alto e in A».
Che dire invece dell’Udinese di quest’anno? Troppe sconfitte da marzo in poi...
«Un peccato. Penso che serva sempre mantenere alte le motivazioni. Internamente verrà fatta un’analisi».
Giaretta, per quanto riguarda l’allenatore, confermerebbe Runjaic?
«Sì, fosse per me ripartirei da lui. A mio avviso ha disputato una buona stagione di adattamento e sarebbe pronto per ricominciare. Potrebbe ripetere quanto di buono ha fatto vedere nel corso di questo torneo ed evitare il calo che si è verificato nell’ultimo periodo».
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