Cessione Udinese, la trattativa con gli americani prosegue: affare da 200 milioni
Gino Pozzo continua a trattare col fond padrone dei Lakers. Parco giocatori, stadio ed Ebitda florido cardini della valutazione. Ma la società fa sapere che la gestione sportiva prosegue senza intoppi

Arriva paròn Gianpaolo Pozzo ed esattamente come accaduto all’inizio di giugno, quando si presentò allo stadio per accogliere Zico, non hai la sensazione che sia un proprietario di una squadra di calcio a fine corsa.
Poi parla di passato, progetti, iniziative, viene travolto da una valanga di complimenti e ti chiedi: davvero l’Udinese sta per essere ceduta al fondo americano Guggenheim Partners, quello che si è appena comprato i Los Angeles Lakers per 10 miliardi di dollari e che il 30 giugno ha appreso dal 40enne extraterrestre del basket Lebron James, che potrà vederlo giocare ancora un anno in gialloviola pagandogli il modico stipendio di 52,6 milioni di dollari?
Certo che è vero. Non solo.
Il 30 giugno, durante la presentazione della Supercoppa Europea, gli americani aleggiavano sull’evento. Eccome se aleggiavano. Per due (buoni) motivi: Gino Pozzo continua a trattare con loro e poi la Supercoppa, la decisione dell’Uefa di disputare la finale nella piccola Udine, sono la prova provata che il giocattolo Udinese funziona a tal punto da essere finito nei radar dell’Uefa per un evento del genere.
Il direttore generale Franco Collavino, che sotto il tradizionale completo blu porta la maglietta bianconera, nel senso che è cresciuto di pari passo con il club della famiglia Pozzo, parlando al tavolo dei relatori ha appena detto con orgoglio come «il calcio e il nostro impianto rappresentano la chiave d’ingresso per portare la regione al centro dell’attenzione».
Poi, a fine presentazione della Supercoppa, è molto chiaro risguardo alla trattativa. Non la nega, ma chiarisce subito «perché di una cosa i nostri tifosi devono essere certi».Quale? «Ci apprestiamo a iniziare la nostra trentunesima stagione in serie A – dice con orgoglio – lo facciamo con il solito entusiasmo, con la struttura tecnica confermata, gli uomini mercato che stanno lavorando. Come sapete abbiamo ceduto Bijol, abbiamo preso un giovane difensore come Bertola, ora vediamo come si evolverà la situazione Lucca. L’obiettivo è quello di restare stabilmente nella parte di sinistra della classifica, veniamo da una stagione in cui per 29 partite su 38 ci siamo stati. Vogliamo continuare così, anzi migliorare con sempre ben chiara l’ambizione di tornare a giocare una coppa europea. E queste cose che dico non c’entrano nulla con la trattativa per la cessione del club, che è altra cosa e va avanti».
Parole chiare. Della serie: i tifosi possono stare tranquilli, il raduno precampionato e il ritiro stanno per iniziare e al momento nulla cambierà.
Lo scenario, però, è sempre più nitido. E con esso anche le cifre che gravitano attorno all’affare. È il fondo Guggenheim Partners che fa capo al magnate statunitense Mark Walker che sta trattando l’acquisto del club, non è ancora chiaro se, dopo la cessione, che non è imminente, Gino Pozzo si occuperà ancora della gestione sportiva.
Ma la trattativa è sulla base di 200 milioni di euro. E i conti sono presto fatti. Lo stadio, grande protagonista della giornata di ieri, perché chiave di molti risultati ottenuti in questi anni in merito all’organizzazione di eventi come appunto la Supercoppa, sul piatto vale una cinquantina di milioni, anche grazie alla lungimirante politica dei Pozzo, che ne ha previsto un rapido ammortamento dei lavori di riqualificazione avviati nel 2014 e conclusi nemmeno due anni dopo, e alla presenza dei famosi 20 mila metri quadrati sfruttabili commercialmente.
Altri 100 milioni sono il valore della rosa, 50 milioni sono l’Ebitda il numerino magico della solidità di una azienda. Su per giù lo stipendio annuale di Lebron. Non succede, ma se succede?
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