Buksa: «All’Udinese la sfida più grande della mia carriera»

L’attaccante bianconero ha raccontato in Polonia la sua nuova esperienza nel calcio italiano: «Le maggiori difficoltà nella lotta con i difensori, ho dovuto imparare giocare spalle alla porta»

Alberto Bertolotto
Il gol segnato da Buksa nella gara contro il Lecce. Nel riquadro, Arthur Attafotopetrussi
Il gol segnato da Buksa nella gara contro il Lecce. Nel riquadro, Arthur Attafotopetrussi

Ha detto che ancora non era stato in club organizzato in modo così professionale. Ha sottolineato come la serie A sia il campionato più difficile per un attaccante. Si è poi sbilanciato dicendo che Arthur Atta gli ricorda Jude Bellingham, fuoriclasse del Real Madrid. Questo e molto altro, dal ritiro della nazionale a Varsavia, ha dichiarato Adam Buksa in una lunga intervista concessa a Eleven Sports.

Stimolato dalla domande di Piotr Dumanowski, giornalista che commenta abitualmente e che conosce alla perfezione il massimo torneo tricolore, l’attaccante bianconero ha parlato del suo momento, della sua esperienza in Friuli, dell’Udinese e dei suoi compagni di squadra. «Mi trovo bene in Italia, dov’ero già stato a 16 anni quando andai a Novara per giocare con la Primavera – ha detto il 29enne di Cracovia –. Abito in centro a Udine con mia moglie, c’è un bel clima. E ci sono buoni collegamenti aerei con la Polonia». Buksa ha firmato con la Zebretta lo scorso agosto lasciando così il Midtjylland, club di serie A danese.

«Sono arrivato qui per crescere – ha rivelato –. Per un attaccante la serie A è il campionato più difficile, ogni sfida è al massimo livello. Sento ancora di avere bisogno di tempo per adattarmi, ma il processo di adattamento mi sembra stia andando bene. I gol saranno la conseguenza, se ricoprirò bene il mio ruolo nel corso della partita. La lotta coi difensori mi ha creato maggiori difficoltà. Ho dovuto imparare velocemente giocando spalle alle porta. Era uno dei miei punti di forza, ma dovuto migliorare questo aspetto, che è la base per poter pensare di creare situazioni per te stesso».

Giunto a Udine per prendere il posto di Lorenzo Lucca, passato al Napoli («avrei già dovuto sostituirlo a Pisa, in serie B», ha evidenziato) Buksa ha parlato poi di Zaniolo e Atta. «Nicolò è un giocatore molto forte, come ha detto aveva bisogno di un posto così per giocare con regolarità – ha affermato il polacco –. L’Udinese gli ha dato una mano e lui sta ripagando il club con gol e prestazioni. È un calciatore di carattere, ho un buon rapporto con lui. E Runjaic sa guidare questo tipo di giocatori. Atta mi ricorda Bellingham. È un ragazzo molto intelligente, di grandi qualità. Le cose più difficili le fa molto bene, si libera dalla marcatura di due-tre avversari. Deve migliorare l’ultimo passaggio. Se lo fa, sarà tra i migliori al mondo, perché ha tutto: corre più di 12 km a gara, è ovunque, ha tecnica».

Il polacco ha approfondito il mondo Udinese: «Non ero ancora stato in un club organizzato in modo così professionale. I servizi per i giocatori sono al top – ha sottolineato –. Qui non manca niente. Runjaic è stato determinante nel mio trasferimento. Gli allenamenti sono intensi, c’è qualità. A riguardo l’Udinese è la seconda formazione più forte con cui ho giocato dopo il Lens». Il polacco militò coi francesi nel 2022-2023, quando i giallorossi chiusero al secondo posto la Ligue 1 alle spalle del Paris Saint Germain per un solo punto. In squadra c’erano l’ex Udinese Fofana e l’attuale attaccante della Juventus Openda. Buksa ha poi sottolineato come il “vice” di mister Kosta, il polacco Przemek Malecki, sia un figura «molto rispettata nel club. Runjaic gli dà molta libertà negli allenamenti».

L’attaccante polacco ha poi rimarcato che la famiglia Pozzo «vive molto il club» e che per lui «l’Udinese rappresenta probabilmente la mia più grande sfida in carriera. Non escludo lo scenario di rimanere qui più a lungo rispetto a quanto sono stato nelle altre società». 

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