Scavano nel vialetto d’accesso e trovano reperti del Trecento

Rinvenuti un antico muro, cocci e frammenti di bicchieri. La scoperta è avvenuta durante la sostituzione degli alberi del vialetto d’accesso.Conferenza aperta alla cittadinanza.

Scava che ti scava ed ecco sbucar dalla terra pietre, i resti di un muretto. E poi cocci, frammenti di bicchieri. Così, dalla recente, necessaria sostituzione degli alberi del vialetto di accesso alla chiesa di San Gottardo, in via Cividale, si è giunti al ritrovamento di un antico lacerto murario. Successivi scavi hanno poi condotto al rinvenimento di oggetti databili alla fine del quattordicesimo secolo.

Nell’ambito dei festeggiamenti della parrocchia per i suoi 70 anni di attività dalla fondazione, allora, la chiesa di San Gottardo ospiterà un incontro-conferenza dal titolo “San Gottardo si rivela: nuove testimonianze dal passato”. L’evento, in programma venerdì sera, dalle 20.30, servirà per fornire aggiornamenti in merito all’avanzamento dei lavori in un luogo per la città storico, che farebbe risalir le sue origini ai primi anni del 1300.

Parteciperà, in primis, l’archeologa Tiziana Cividini, incaricata dalla Sovritendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Udine della supervisione nonché dell’esecuzione effettiva degli scavi. Fornirà quindi il suo contributo l’architetta Giovanna Boscaino, discendente di una delle famiglie storiche di San Gottardo, la quale ha redatto la propria tesi di laurea proprio sulla locale chiesa, con particolare riferimento al lazzaretto presente, intorno al 1400, in loco.

I primi scavi, sul posto, risalgono a inizio 2025. Questi hanno portato al ritrovamento di una piccola porzione di muro, forse attribuibile a una chiesa già preesistente. È stata poi l’archeologa Cividini contestualmente allo scavo più vicino alla chiesa, ad accorgersi della presenza di alcuni manufatti interrati. Da qui, come si diceva, sono state eseguite ulteriori operazioni di scavo e le opportune ricerche documentali per l’inquadramento di quanto ritrovato.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto