Sarà rimosso l’aereo coinvolto nell’incidente con un camion durante l’atterraggio: dopo 20 anni lascerà il Trieste Airport
Il 20 aprile 2004 lo scontro coinvolse il volo Alitalia AZ1357, in servizio tra Roma Fiumicino e Ronchi dei Legionari. A bordo c'erano, tra i 91 passeggeri, Lucio Dalla e l’allora direttore del quotidiano Il Piccolo, Alberto Statera, entrambi usciti illesi

RONCHI DEI LEGIONARI. Era la mattina del 20 aprile 2004. Alle 10.43, un Md82 di Alitalia, proveniente da Roma, toccava terra all'aeroporto di Ronchi dei Legionari.
Pochi minuti dopo, mentre il velivolo percorreva il raccordo “Bravo” in direzione del piazzale di sosta, l'impatto con un autocarro impegnato in alcuni lavori nella zona. Un incidente fortunatamente senza conseguenze serie per i 91 passeggeri e per i 6 membri dell'equipaggio.
A bordo anche personaggi famosi come il cantante Lucio Dalla, l'impresario musicale David Zard e l’allora direttore de Il Piccolo, Alberto Statera.
Il trasferimento del relitto dopo 20 anni
A vent’anni distanza e a 11 da quando è stato trasferito in una zona più periferica dello scalo, il velivolo lascerà Ronchi dei Legionari.
I tempi, però, non sono ancora certi. L’aereo, la cui sorte era stata decisa già pochi mesi dopo l’incidente, è stato acquistato da una ditta privata che, ora, provvederà a tagliarlo a pezzi e rimuoverlo, una volta per tutte.
“Questa era una presenza scomoda – afferma l’amministratore delegato di Trieste Airport, Marco Consalvo –. Abbiamo deciso di cederlo per una cifra che si aggira sui 5mila euro. Ora la ditta sta lavorando con Enac per tutte le procedure del caso. Anche se il velivolo è solo uno scheletro, le normative vanno rispettate. Spero che tutta l’operazione si concretizzi entro l’anno”.
La storia dell’Md82
Il Mc Donnell Douglas Md82, marche I-DAWR, era stato consegnato dall’industria americana, poi fusasi con il colosso Boeing, all’Alitalia, che lo aveva denominato “Venezia”, il 25 marzo del 1985.
Nella sua storia, quella di un velivolo che è stato di gran lunga il più usato dall’ex compagnia di bandiera, non si ritrovano episodi particolari legati ad incidenti o collisioni. Una macchina perfetta.
Figlio del “mitico” DC9 serie 30, entrato in servizio con Alitalia nel 1967, l’Md82 aveva una lunghezza di 45,1 metri, un’apertura alare di 32,9 metri, un’autonomia a pieno carico (22.130 litri di carburante) di 2.000 chilometri ed una velocità di crociera di 820 chilometri orari. Nelle due versioni poteva trasportare tra i 131 ed i 163 passeggeri.
L’incidente
Un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Pochi minuti dopo, mentre il velivolo percorreva il raccordo “Bravo” in direzione del piazzale di sosta, l'impatto con un autocarro impegnato in alcuni lavori di riqualificazione del piazzale.
A causa dell'urto si era spezzata la parte terminale dell'ala destra, causando una fuoriuscita di carburante.
Prima i tecnici di Alitalia, poi quelli della Boeing, che aveva assorbito la Mc Donnell Douglas, dopo accurati sopralluoghi, avevano stabilito la sorte dell'aereo. I danni subiti dall'ala destra e quelli conseguenti alla fusoliera, ne avevano sconsigliato la radiazione, in quanto non avrebbe più potuto volare.

Già nell'estate del 2004, come prima operazione, d’immagine più che altro, un tecnico verniciatore aveva provveduto a cancellare la scritta Alitalia sulla fusoliera ed il logo tricolore sulla coda del velivolo.
L’Md82, poi, svenne smantellato da tecnici Alitalia per recuperare il maggior numero di componenti, motori, avionica, generatori, timone, parabrezza e altro, da riutilizzare come pezzi di ricambio su altri aeromobili dello stesso tipo, particolarmente comune nella flotta Alitalia di allora.

Possibili valorizzazioni del relitto mai realizzate
Negli anni passati si era parlato di trasformarlo in un museo dell'aviazione, in un gate guardian da mettere in mostra all'esterno dello scalo, in un manufatto per le esercitazioni dei Vigili del fuoco.
Ma nulla si è mosso ed il Md82 è ancora là, vuoto, senza sedili, senza strumentazioni, senza motori. Lo si vede quando si è seduti a bordo di un aereo, ma non è difficile scorgerlo mentre si percorre la strada che porta a San Zanut.
E' li che, la notte del 13 settembre del 2012, è stato trasferito. Anche perché, da allora, il velivolo è di proprietà della società di gestione che, all'epoca della presidenza Dressi, l'aveva acquistato per una cifra irrisoria della quale, però, non è mai stata comunicata l'esatta entità. Poche migliaia di euro, comunque, visto che non può certamente volare.
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