Polveri sottili, le nostre città sono inquinate: tutti i dati e dove si supera (più volte al giorno) il limite
La Bassa pordenonese è la zona in regione che sta peggio: maglia nera a Brugnera, preoccupa anche Sacile, Porcia, Udine e Pordenone città. La bora aiuta Trieste e il Goriziano

PORDENONE. Polveri inquinanti: la Bassa pordenonese è la zona in regione che sta peggio. Sono infatti già 28 i superamenti della soglia di legge, fissata a 50 microgrammi per metro cubo, delle Pm10 nel Comune di Brugnera.
Il limite è stato superato dal 1 gennaio, cioè in appena 50 giorni, più di una volta ogni due giorni. Si tratta del dato peggiore in Friuli Venezia Giulia per quanto riguarda lo smog. Situazione preoccupante anche a Sacile, con 19 superamenti del tetto massimo di concentrazione media giornaliera di Pm10 a Sacile e 13 superamenti a Porcia. Udine e Pordenone città, nelle loro centraline di via San Daniele e via Marconi, hanno sforato 11 volte, così come due piccoli centri, Morsano al Tagliamento e Fiumicello.
Va meglio a Trieste, salvata spesso dal vento di Bora, e a Gorizia, con 9 e 5 superamenti dei limiti. La situazione è andata via via peggiorando da un mese a questa parte, con una punta critica più recente la scorsa settimana, tra giovedì 15 e sabato 17 febbraio. Da domenica la situazione è in miglioramento e continuerà così anche nei prossimi giorni.
Il giorno nero
Secondo i rilevamenti dell’Arpa Fvg, il giorno più “nero” per l’inquinamento dell’aria è stato giovedì 8 febbraio, quando a Brugnera sono state registrate concentrazioni medie giornaliere di Pm10 pari a 130 microgrammi per metro cubo, quasi tre volte il limite di legge.
Non è andata molto meglio, sempre l’8 febbraio, a Pordenone con 115 microgrammi, a Sacile con 114, a Porcia con 112 e a Udine con 103. Trieste e Gorizia hanno avuto i loro giorni critici rispettivamente il 5 febbraio con 72 microgrammi per metro cubo e il 6 febbraio con 77 microgrammi, valori ben al di sotto di quelli registrati nel Pordenonese e in provincia di Udine.
Il medico: meno auto e caldo in casa
«È inutile assumere antiossidanti, polivitaminici o andare nel weekend in luoghi non inquinati. Bisogna semplicemente non produrre inquinamento ogni giorno. Le misure per contenere gli effetti negativi dello smog sono semplici: diminuire il traffico veicolare nelle città, diminuire il riscaldamento nelle case, mantenendo una temperatura massima tra 18 e 20 gradi. La gente pensa che l’auto sia irrinunciabile, ma non è così». È perentorio il dottor Mario Canciani, presidente dell’Isde, i Medici per l’ambiente del Friuli Venezia Giulia, da sempre in prima linea sul fronte dell’inquinamento atmosferico.
Già 15 anni fa studiava le Pm 2,5, quando ancora non lo faceva quasi nessuno. Oggi le sue attenzioni si concentrano sulle Pm1, particelle ancora più microscopiche e ancora più dannose.
Le Pm 2,5 e Pm 1 sono pericolose: più minuscole sono e più penetrano nell’organismo, nelle arterie, oltre che nei polmoni. E causano gli effetti cardiocircolatori più gravi, con il 30% in più di infarti e ictus.
Canciani conferma che è proprio il Pordenonese, in particolare la Bassa pianura, a soffrire di più le conseguenze delle polveri sottili. «Quelle zone lì - dice - prendono gli inquinanti dal Veneto, per un discorso di circolazione dell’aria, in più hanno una forte densità di industrie. La pioggia sta mandando giù le polveri, ma non possiamo affidarci solo alla pioggia per stare meglio, dovremmo pensare per tempo a queste cose.
Il riscaldamento delle abitazioni, in particolare nei centri più piccoli, è più dannoso del traffico delle auto. Ed è dannoso dove si utilizza ancora la legna che produce tantissimo particolato. È vero che la legna è naturale, ma se è per questo lo sono anche i combustibili fossili come il petrolio. Ci siamo sempre riscaldati, in passato, con la legna? Certo, però una volta si moriva anche a 50, 60 anni, oggi la vita media è di gran lunga superiore».
Le previsioni meteo
«La situazione dello smog - fanno sapere gli esperti dell’Osmer Arpa regionale - non è nemmeno lontanamente paragonabile con quanto avviene in pianura padana, a Milano in particolare. Abbiamo livelli di gran lunga inferiori, tra il 15 e il 17 febbraio a Brugnera sono stati toccati 60 microgrammi per metro cubo di Pm10, a Udine tra i 30 e i 40. Tra oggi e domani avremo ancora giornate miti e con cielo poco nuvoloso, ma la qualità dell’aria è già in miglioramento. Da giovedì a sabato una perturbazione porterà piogge diffuse e neve sopra i 1.500 metri e contribuirà a pulire ancora di più l’aria che respiriamo».

Cosa succede nel Pordenonese
C’è chi, come Roveredo in Piano, è già a metà strada e chi, come Pordenone, ha mosso diversi passi arrivando a tagliare del 19 per cento le emissioni rispetto a 10 anni fa. L’obiettivo è raggiungere il 40 per cento, la strada per riuscirci è fare squadra e pensarsi come la “città dei centomila”.
Ecco perché Pordenone, Cordenons, Porcia e Roveredo in Piano partecipano, come conurbamento, al progetto europeo “Own Your Secap” (Oys) finalizzato allo sviluppo di un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc). Nelle intenzioni Ue coinvolge i cittadini nell’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 a livello locale almeno del 40 per cento entro il 2030.
Un patto tra sindaci, dunque, ma anche tra comunità, per definire strategie e azioni pratiche, concrete, quotidiane. Ecco perché i funzionari dei Comuni aderenti e i rappresentanti politici si sono dati appuntamento a Cordenons per partecipare a due tavoli tecnici gestiti dalla società padovana Sogesca, che ha ottenuto un finanziamento europeo per declinare il progetto coinvolgendo proprio i quattro municipi della Destra Tagliamento che, di fatto, fanno già parte di un grande conurbamento urbano.
È un percorso tecnico, oltre che politico – ha spiegato Mattia Tirelli, assessore all’Ambiente di Pordenone – per lavorare in modo integrato.
Presenti anche il sindaco di Roveredo in Piano Paolo Nadal, l’assessore di Cordenons Sara Scalon, l’assessore di Cordenons Giuseppe Netto (anche responsabile ufficio Lavori pubblici a Porcia), Marco Abordi del Contratto di fiume Noncello e i rappresentanti delle municipalizzate, oltre a molti funzionari e tecnici comunali.
«Ogni settore municipale è coinvolto – ha spiegato Emanuele Cosenza di Sogesca – anche l’anagrafe, che fornisce la ripartizione degli abitanti nelle diverse aree». Si parte dai dati per arrivare alle soluzioni più disparate: trasporti (tasto dolente, basti pensare all’impatto delle consegne da parte dei corrieri), efficientamento energetico, resilienza in un clima che cambia, produzione autonoma di energia, sicurezza e allerte, riduzione della povertà energetica.
Soluzioni che verranno messe in rete tra i quattro Comuni e presentate in un evento pubblico, una sorta di stati generali del Paesc per coinvolgere tutti gli abitanti della “città dei centomila”.
Grafiche a cura di Daniela Larocca
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