Un occhio che scruta il cielo: il Circolo astronomico di Farra compie 50 anni e rimette a nuovo l’osservatorio
Sabato 22 novembre, alle 11, l’apertura con il planetario completamente rinnovato. La struttura isontina è tra le 25 più prolifiche a livello mondiale per misurazioni di asteroidi e comete

C’è un luogo, a Farra d’Isonzo, in cui il buio non spaventa: è anzi il luogo ove la volta celeste torna a raccontare le sue storie. In quell’arco di silenzio sospeso tra terra e cosmo, il Circolo Culturale Astronomico del piccolo paese isontino festeggia il suo Cinquantennale con un dono che ha il sapore del futuro: il suo planetario riapre infatti completamente rinnovato, trasformandosi in uno spazio ancora più immersivo, capace di stupire un pubblico che dal 1975 trova in questo osservatorio un riferimento stabile, scientifico e umano. L’inaugurazione è in programma sabato 22 novembre alle 11.
Da un campo e un telescopio di fortuna, costruiti da un gruppo di ragazzi con più entusiasmo che mezzi, è nata una realtà che oggi dialoga con istituti internazionali e conta oltre duecento asteroidi scoperti. Una passione che ha prodotto più di diecimila osservazioni inviate al Minor Planet Center (MPC), il centro dell’Unione Astronomica Internazionale con sede all’Università di Harvard, con un totale di MPEC – le circolari elettroniche sui corpi minori del sistema solare – che supera le tremila pubblicazioni. In Italia l’osservatorio di Farra si piazza al terzo posto per contributi e, a livello globale, è tra i venticinque osservatori più prolifici al mondo per misure di asteroidi e comete. Un piccolo gioiello che compete con giganti come gli osservatori astronomici professionisti delle Hawaii o dell’Arizona.
L’attività di divulgazione è altrettanto importante: ogni primo giovedì del mese, l’osservatorio apre per serate guidate con osservazioni ai telescopi e proiezioni al planetario, attirando famiglie, studenti e appassionati. Il Ccaf, inoltre, organizza workshop, campi estivi e collaborazioni con scuole – oltre tremila i visitatori l’anno – promuovendo l’astronomia come strumento per capire il nostro posto nell’universo. Il rinnovamento del planetario rappresenta dunque il cuore dell’anno giubilare. Dopo mesi di lavori, il sistema di proiezione è stato potenziato con un nuovo proiettore digitale 4K, frutto del progetto transfrontaliero “Il cielo oltre i confini”, sviluppato con l’Istituto di Radioastronomia Zaras di Merna e finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Fondo per piccoli progetti GO!2025 del Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia, gestito dal Gect GO.
Il progetto, che prevede anche la costruzione di un radiotelescopio sul versante sloveno, che è stato inaugurato sabato scorso, consolida una collaborazione nata per mettere in dialogo le due sponde dell’Isonzo attraverso la scienza.
La sala del planetario è stata resa più accogliente grazie alle nuove poltrone acquistate con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, mentre il Rotary Club Monfalcone-Grado, insieme al Rotaract e alla Fondazione Rotary Italia Nord Est, ha permesso l’acquisto del gruppo ottico composto da potenti lenti per il proiettore. Sotto la storica cupola in vetroresina di otto metri e mezzo, realizzata a suo tempo grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, nasce così uno spazio capace di offrire un’esperienza ancora più immersiva.
Tante le iniziative per il Cinquantennale: dalle conferenze in inglese del planetarista statunitense Derek Demeter in aprile alla mostra collettiva di arte contemporanea “Ad Astra” tra maggio e giugno con delle conferenze di Andrea Bellavite con Stefano Borgani, Angelo Floramo e il concerto jazz del Giorgio Pacorig Quartet. A settembre si era svolto il XXXIII Incontro delle Associazioni di Astronomi non Professionisti Alpe Adria.
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