Minori non accompagnati, la lettera dei sindaci a Roma: «I Comuni non reggono»

Il documento condiviso durante il vertice a Gorizia sull’emergenza immigrazione: chiesti al Governo i rimborsi di spese milionarie e il trasferimento di competenze

Marco Bisiach
La riunione dei sindaci a Gorizia (Tibaldi)
La riunione dei sindaci a Gorizia (Tibaldi)

I rimborsi delle spese, milionarie, sostenute per la gestione dei minori stranieri non accompagnati, il trasferimento della competenza di questa materia al Governo (tramite le prefetture come già avviene per i maggiorenni) e l’istituzione di due tavoli tecnici, uno nazionale e uno regionale per rendere sostenibile affrontare una criticità di cui i singoli comuni non possono più farsi carico.

L’incontro

È quanto chiedono a Stato e Regione i Comuni di Gorizia, Trieste, Pordenone, Cividale del Friuli e Monfalcone, i cui sindaci (o i loro rappresentanti) hanno sottoscritto nel municipio del capoluogo isontino un documento congiunto inviato poi ai ministri dell’Interno e dell’Economia e Finanze, Matteo Piantedosi e Giancarlo Giorgetti, al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e a quelli dell’Anci nazionale e regionale Gaetano Manfredi e Dorino Favot.

Al vertice – durato circa un’ora e terminato con una «condivisione totale del documento, anche nelle più piccole sfumature», è stato precisato – hanno preso parte assieme al sindaco del capoluogo isontino Rodolfo Ziberna i primi cittadini di Trieste, Roberto Dipiazza, Udine, Alberto Felice De Toni, e Cividale del Friuli, Daniela Bernardi. Per Pordenone c’era invece l’assessore Guglielmina Cucci e per Monfalcone la dirigente del Servizio sociale Roberta Tarlao, in rappresentanza dei sindaci Alessandro Basso e Luca Fasan. Presente anche l’assessore comunale al Welfare di Gorizia Silvana Romano.

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Il documento

Nella lettera i sindaci ribadiscono la volontà dei Comuni di «non far venire meno in alcun modo la propria leale collaborazione allo Stato ed alla Regione, assicurando l’impegno operativo sul territorio», nella gestione dei minori stranieri non accompagnati.

Ma fissano con fermezza alcuni limiti non più valicabili, partendo dalla considerazione che il problema è in primis un qualcosa di cui deve farsi carico l’Ue, «la quale non può e non deve delegarlo prevalentemente agli Stati membri», e in subordine una questione di rilievo nazionale, «senza ritenere che se ne possano far carico gli enti locali, che per dotazione organica e finanziaria debbono assolvere agli altri compiti ad essi assegnati», si legge nel documento. Maggiormente in sofferenza, va da sé, sono gli enti delle realtà collocate immediatamente a ridosso del confine con la Slovenia, che intercettano parte della cosiddetta “rotta balcanica”.

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Profughi minorenni non accompagnati.

Il nodo economico

Quello sottoscritto e presentato ieri è un documento nel quale per prima viene evidenziata la criticità economica. «È emersa con la recente Circolare del Ministero dell’Interno n. 23156 del 28.05.2025, la quale ha evidenziato la carenza di fondi ministeriali per il rimborso delle spese sostenute dai Comuni – scrivono i sindaci –. L’attuale gestione contabile dei rimborsi da parte delle Prefetture territorialmente competenti, stanti i flussi di rintraccio e successivo collocamento di minori stranieri non accompagnati, lascia presagire la mancata erogazione delle somme dovute e già sostenute per l’accoglienza».

Potenzialmente, un disastro per le casse comunali, se pensiamo che Trieste e Gorizia vantano spese non rimborsate rispettivamente di 22 e 4 milioni, Udine e Pordenone di poco più e poco meno di 3 milioni, Cividale di quasi 2 milioni e Monfalcone di 600 mila euro. «Ciò sta producendo un pregiudizio degli equilibri nei bilanci comunali, con conseguenti ricadute negative sull’assolvimento delle funzioni istituzionali», avvertono i sindaci nella missiva a Governo e Regione, spiegando a chiare lettere di non volersi veder costretti a «diffidare Ministero e Prefetture, e metterli in mora».

I collocamenti

Ma non basta. Altra criticità è quella della gestione dei collocamenti, a fronte della crescente difficoltà a trovare comunità socioeducative disponibili all’accoglienza, da ricercare su scala nazionale.

«Per questo – spiegano i primi cittadini –, agli oneri derivanti dalle rette si aggiungono inevitabilmente quelli del trasporto e dell’accompagnamento». A queste condizioni, gli enti locali non sono in grado con le loro risorse economiche e umane di dare tempestiva risposta all’emergenza figlia degli attuali flussi migratori.

Di qui le richieste, che si affiancano a quella primaria del rimborso economico: «Riteniamo che sarebbe utile attivare un tavolo tecnico a livello nazionale per la modifica del quadro normativo al fine di superare l’attuale logica gestionale emergenziale del fenomeno in favore di una gestione organizzata e sistemica – recita la lettera –. E ancora la costituzione di una rete di coordinamento interistituzionale a livello regionale tra Prefetture, Tribunali, Direzione regionale Autonomie locali, Funzione pubblica, Sicurezza e Politiche dell’Immigrazione, Direzione regionale Salute, Politiche sociali e Disabilità, Servizi sociali dei Comuni, Aziende sanitarie e soggetti del terzo settore gestori di comunità residenziali».

L’urgenza

I sindaci si dicono convinti sia «oltremodo necessario» un «urgente intervento normativo» per spostare in capo al Governo la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati, modificando l’attuale quadro di riferimento «in modo che sia consentito porre in essere un presidio centralizzato dei flussi». Ai governi nazionale e regionale viene lasciato il compito di valutare la strada più agevole da percorrere, «al fine di dar vita ad una sorta di centrale unica dove indirizzare direttamente i minori non accompagnati intercettati sul territorio del Friuli Venezia Giulia».

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