Fincantieri, il Comune di Monfalcone congela il lavoro notturno
L’azienda aveva chiesto una deroga di tre mesi al piano acustico per montare le nuove maxi gru. Gli uffici tecnici rinviano il verdetto

«Lettera» è la parola chiave della settimana. Un flusso di 984 parole, trascritte dall’ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero che ha fatto divampare da Monfalcone a Roma il dibattito sulla convivenza sempre più forzata tra grande fabbrica e città, oggetto di massicci flussi migratori. Scintilla la mozione bipartisan licenziata all’unanimità del Consiglio comunale di Monfalcone, 24 ore prima, con l’istanza puntellata da una serie di temi e su tutti la revisione del sistema produttivo di appalti e subappalti.
Ma oltre alla lettera c’è almeno un altro foglio cruciale, non ininfluente, in queste ore. Più burocratico, eppure parimenti strategico per lo stabilimento. Ed è l’autorizzazione (al momento ancora non rilasciata) degli uffici comunali circa la deroga agli impatti acustici per una serie di lavorazioni che Fincantieri dovrebbe condurre a Panzano, in fascia notturna dalle 22 alle 6, per tre mesi. Una richiesta da tempo avanzata. E un’amministrazione pubblica è in genere tenuta a rispondere entro 30 giorni, nella maggior parte dei procedimenti; 90 se si tratta di temi che attengono salute, ambiente, paesaggistica.
Non esiste un diniego formale, oggi, sul tavolo. La fase può ritenersi ancora interlocutoria, ma c’è un avvio di procedimento tecnico il cui esito al momento non risulta cristallizzato. Tradotto: al termine di questa fase-limbo non si può in astratto escludere un eventuale respingimento. Ed è possibile che l’azienda ponderi pure questo scenario, ché altrimenti il sì sarebbe già arrivato nei termini. A quel punto una situazione già tesa, sotto il profilo delle relazioni istituzionali, potrebbe complicarsi ulteriormente. Infatti l’unica strada da perseguire per l’ottenimento del via libera resterebbe, appunto nel quadro peggiore, l’impugnazione di quella carta e l’innesco di un contenzioso al Tar, come può avvenire per qualsiasi atto amministrativo.
La questione non è meramente burocratica, poiché Fincantieri deve avviare una serie di operazioni di “allargamento” – meglio: adattamento – dell’area di Panzano per ospitare le nuove mega navi e, prima ancora, le maxi gru per la loro produzione. Fonti vicine a chi maneggia in azienda il dossier, spiegano che una di queste gigantesche imbarcazioni risulta già venduta, sicché l’azienda ha termini contrattuali di consegna importanti, per i quali, in caso di mancato rispetto, scatta una penale da versare.
Il gruppo ha un “orderbook”, un portafoglio ordini, che arriva al 2036. Contratti per navi fino a 226 mila tonnellate di stazza lorda. Sono stati previsti investimenti ingenti – 150 milioni di euro – per strutturarsi. Ma, sempre secondo la fonte, andrebbe sfatata la leggenda metropolitana che circola in queste ore, cioè l’equazione “raddoppio degli spazi uguale raddoppio della manovalanza”. Si tratta, viene detto, di gru più grandi che movimentano pezzi di maggiori dimensioni: tutto qua. E d’altro canto, si chiarisce, se il cantiere di Monfalcone vuole stare sul mercato deve seguirne gli orientamenti: la concorrenza francese e tedesca da tempo realizza mega navi e ora la proposta arriva per il gruppo navalmeccanico italiano. Con la fabbrica più grande d’Europa.
Per questo è stato a suo tempo elaborato e avviato un piano di interventi specifici fino al 2027. Il più importante e di impatto sarà la rimozione delle gru a cavalletto e il posizionamento di altre due formato extra large. Da un massimo di 750 odierne si arriverà a future 1.500 tonnellate. Col raddoppio di capacità operativa, per peso e dimensioni, grazie a gru molto più larghe (pure di 30 metri) adatte a forgiare ampie sezioni. Ma cosa potrebbe accadere al cronoprogramma se le lavorazioni non potranno condursi di notte? Ritardi? E questi come si riverbereranno? Andrà ritarato il plan?
Tra tanti interrogativi, una sola certezza. La volontà inalterata d’un confronto, dopo la ciambella di salvataggio lanciata dal governatore Massimiliano Fedriga che, da mediatore, ha proposto un tavolo in Regione. L’azienda non dirà no al presidente, il primo a spezzare la lancia nei suoi confronti. E Fasan, sulla sua pagina social, ha di buonora digitato ieri: «Su Fincantieri attendiamo fiduciosi», postando l’articolo di stampa. Chiaro. Allora si incrocino le agende per una data. A caso mediatico svaporato, of course. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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