Fedriga: “Vi spiego come cambio la sanità regionale”
Il governatore: «Il report di Agenas ci colloca ai vertici nazionali per l’avvio dei servizi nelle strutture». Sul terzo mandato: «Con il sì della Corte costituzionale ripercussioni anche in Friuli Venezia Giulia». «Sanità privatizzata? C’è chi vuole minare il sistema. La Regione è prima in Italia per le Case di comunità»

L'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) promuove le misure di potenziamento dell'assistenza sanitaria territoriale messe in campo dalla Regione.
«I dati dicono che siamo i migliori in Italia per servizi attivati nelle Case di Comunità», rivendica il presidente Massimiliano Fedriga. Che parla anche delle polemiche sull'esternalizzazione dei servizi («Chi parla di privatizzazione della sanità dice il falso e punta a minare il sistema») e delle politiche per attrarre il personale medico e infermieristico, con l'obiettivo di lavorare nel medio periodo soprattutto «sulla medicina generale».
Presidente Fedriga, il 2026 dovrà essere l'anno del decollo delle Case di comunità. C'è chi paventa il rischio di dover restituire le somme legate ai fondi Pnrr, mentre Agenas promuove nel suo monitoraggio i livelli di attivazione dei servizi. Qual è la situazione?
«I dati di Agenas dimostrano che il Friuli Venezia Giulia è la miglior regione d'Italia per percentuale di Case di comunità attivate con almeno un servizio attivo. Basta osservare i dati sui punti unici d'accesso, sui servizi di assistenza domiciliare, sui servizi specialistici ambulatoriali. Sicuramente c'è ancora lavoro da fare, soprattutto in alcuni settori: penso ai servizi di cure primarie, sui quali stiamo lavorando, anche cercando un accordo con la rappresentanza dei medici di medicina generale che affronti direttamente il tema. Stiamo lavorando per affrontare tutti i temi e raggiungere gli obiettivi il prima possibile, con la consapevolezza che la scadenza è nel 2026 e che i passi fatti dalla nostra regione rispetto ad altre sono decisamente più importanti. E del resto non sono performance isolate: con i fondi Pnrr per la Garanzia di occupabilità dei lavoratori abbiamo superato abbondantemente i tutti i target».

Quali saranno le prime Case di comunità a essere aperte a regime completo? E quando?
«Entro l'anno dovrebbero aprire Gemona, Sacile e poi Maniago, Cividale, Trieste e Udine».
C'è un piano specifico per il reclutamento del personale, in una fase storica in cui medici e infermieri non si trovano?
«Stiamo lavorando su due fronti, consapevoli che le politiche per l'attrazione del personale che stiamo mettendo in campo non possono dare risposte immediate alle esigenze delle Case di comunità. Abbiamo intanto in piedi un accordo, che mi auguro venga firmato nel breve periodo, con cui noi prevediamo che ci sia nelle Case la presenza della medicina del territorio: infatti nell'accordo noi garantiamo uno straordinario di 10 ore proprio per andare in questa direzione».
E il secondo?
«È il tema dell'attrattività della professione, da affrontare senza impostazioni ideologiche. Si è tanto dibattuto se si vuole la dipendenza, il convenzionamento, l'accreditamento. Noi riteniamo sia giusto un modello misto, ma il problema appunto è attrarre i professionisti. Servirebbe, per esempio, una scuola specialistica e di questo abbiamo già parlato con il ministro. Le previsioni del centro studi della Conferenza delle Regioni, in ogni caso, dicono che dal 2027 avremo più laureati di medici che andranno in pensione».
Prevedete una concertazione con le rappresentanze sindacali sulla fase di avvio delle Case di comunità?
«È un tema prettamente operativo, non politico ma gestionale, con aspetti chiaramente definiti dai decreti ministeriali».
Ieri la Cgil ha chiesto, in vista della Finanziaria regionale di fine anno, di investire sulla sanità pubblica.
«Da quando governiamo la Regione abbiamo incrementato in maniera esponenziale le risorse destinate alla sanità, non da ultima la dotazione da 40 milioni per le premialità. Ma potrei citare anche i 3 milioni per le borse di studio. Abbiamo fatto un lavoro mastodontico, onestamente non sono interessato a polemiche a prescindere».
Negli ospedali di Latisana e Spilimbergo l'interesse del privato accreditato apre nuove prospettive per l'esternalizzazione. È un modello al quale puntare?
«Ci sono queste due manifestazioni d'interesse, rispetto alle quali le aziende valutare l'interesse pubblico. E al momento non vengono visualizzate altre richieste simili. Però è innegabile che il sistema abbia bisogno di formule innovative, con due obiettivi da tenere a mente: far governare il sistema dal pubblico e migliorare il servizio al cittadino.Quando parliamo di privati accreditati, stiamo parlando di un servizio pubblico che viene garantito al cittadino esattamente come viene garantito quello della struttura, senza costi aggiuntivi. Dire che si privatizza la sanità è semplicemente qualcosa di falso che vuole confondere i cittadini e vuole minare il sistema».
Il percorso di riforma della Rete oncologica, che aveva causato attriti in maggioranza, procede nel suo iter?
«Assolutamente sì. I gruppi tecnici stanno lavorando per sostenere gli obiettivi che ci siamo dati, ovvero garantire la casistica e una maggior sicurezza. Confrontandoci con gli alleati abbiamo trovato, mi pare, delle soluzioni condivise».
A proposito di politica e rapporti con gli alleati: a che punto è la nomina del candidato presidente in Veneto?
«Non partecipo ai tavoli, ma posso dire che il mio auspicio è che si guardi al miglior candidato presidente e non a logiche di equilibrismo tra una e l'altra forza politica. La Lega può portare al tavolo delle proposte di profili che sannono garantire un'ottima amministrazione, com'è stata quella di Luca Zaia».
L'eventuale pronuncia favorevole della Consulta sul terzo mandato per la Provincia di Trento avrà ripercussioni anche in regione?
«Sicuramente potrebbe aprire la strada a una modifica della norma nazionale. In Friuli Venezia Giulia eventualmente si esprimerà il Consiglio regionale: dopo la decisione della Corte costituzionale ci saranno delle valutazioni, sicuramente anche a livello parlamentare».
Che Lega esce da Pontida? Ed è d’accordo con il governatore della Lombardia Fontana, che ha invitato a non “vannaccizzare” il Carroccio?
«Credo che a Pontida la Lega si sia ricompattata ulteriormente attorno a Matteo Salvini, questa è l’impressione. Su Vannacci penso che chiunque voglia contribuire alla nostra forza politica è benvenuto. Detto ciò, condivido alcune idee di Vannacci, altre le condivido meno, ma fa parte di un processo: è arrivato da poco, è fondamentale che non venga meno lo spirito di squadra che ha contraddistinto il nostro movimento».
L’Uefa ipotizza di escludere Israele dalle competizioni calcistiche. Quindi salterebbe la sfida del 14 ottobre a Udine.
«Credo che la partita si giocherà: sarebbe un errore escludere Israele. Su quel che sta avvenendo in Medio Oriente si sta facendo grande disinformazione, ci si dimentica quel che è accaduto il 7 ottobre. Detto ciò, l’auspicio è che il conflitto finisca quanto prima, perché a pagare sono soprattutto vittime innocenti».
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