Esondazioni e frane in Fvg, Meloni chiama Fedriga: «Vicina alle comunità colpite dal maltempo»
Colloquio telefonico tra la presidente del Consiglio e il governatore. Palazzo Chigi: «La premier sta seguendo con attenzione l'evolversi degli eventi e mantiene un contatto diretto con il ministro Musumeci e con il Dipartimento della Protezione civile»

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, per essere aggiornata sulla situazione di maltempo che sta colpendo il territorio. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi, spiegando che la premier «sta seguendo con attenzione l'evolversi degli eventi e mantiene un contatto diretto con il ministro Musumeci e con il Dipartimento della Protezione civile».
La premier, aggiungono le stesse fonti, ha espresso la «vicinanza alle comunità interessate e ha rivolto un sentito ringraziamento a tutte le donne e gli uomini impegnati nelle operazioni di soccorso».
In proposito il governatore del Fvg ha ribadito come sia «chiaro che dobbiamo lavorare seriamente e tutta la politica deve mettersi in discussione, per far sì che gli interventi» di sicurezza ambientale «possano essere agevoli e tempestivi sul territorio».
Però «non bastano le risorse: noi abbiamo messo centinaia di milioni di euro» di «fondi regionali e nazionali», ma «purtroppo non sono sufficienti a evitare questi fenomeni», ha aggiunto Fedriga parlando dei danni del maltempo a 10 minuti su Retequattro.
Il presidente del Fvg ha ricordato alcuni problemi legati agli interventi: «Autorizzazioni lunghe» e «interpretazione delle diverse norme ambientali». Secondo Fedriga, se viviamo in «un Paese nel quale il giorno dopo si piange, ma il giorno prima si mettono regole assurde che rallentano» l'azione, e poi si indagano le persone «per l'interpretazione delle norme, diventa veramente complicatissimo intervenire. Noi abbiamo messo fondi pluriennali per gli interventi», ha ribadito, «vogliamo ovviamente ridurre al massimo i rischi, ma ridurre il territorio a rischio zero è impossibile».
Al momento, ha spiegato il governatore, sono «300 i volontari» di Protezione civile attivi sui territori, «100 i mezzi sul campo».
Per quanto riguarda l'esondazione che ha coinvolto l'abitato di Versa, a Romans d'Isonzo, ha concluso ricordando che «la Protezione civile comunale era uscita alle 3 di notte con pompe per andare ad alleggerire il carico dell'acqua. In realtà è esondato da un'altra parte un altro fiume che ha prima coperto i campi e poi è arrivato nel centro abitato. Queste ovviamente sono situazioni estreme: oggi non è il tempo né c'è la volontà di dire 'dovevi fare un intervento in più' perché penso che questa situazione purtroppo si sarebbe presentata lo stesso».
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