Crisi di maggioranza, l’opposizione attacca: «Sceneggiata indegna, si dimettano davvero»

Pd, M5s e Patto per l’Autonomia denunciano la crisi pilotata nel centrodestra Fvg: «Solo giochi di potere sul terzo mandato, i cittadini non meritano questo spettacolo»

Diego D'Amelio

Sceneggiata, mercato delle vacche, spettacolo indegno. E invito a dimettersi per davvero, perché nel centrosinistra nessuno crede che la crisi della giunta Fedriga arriverà alle estreme conseguenze. L’opposizione va all’attacco del centrodestra, dopo il vertice di maggioranza che vede gli assessori di Lega, Fedriga presidente e Forza Italia rimettere provocatoriamente le deleghe davanti agli attacchi del ministro di FdI Luca Ciriani, cui segue però l’acqua sul fuoco gettata dal coordinatore regionale meloniano Walter Rizzetto.

La crisi politica della maggioranza in Friuli Venezia Giulia, spiegata bene
Sette assessori su dieci (quelli con le immagini a colori) della giunta Fedriga hanno deciso di rimettere le deleghe al Presidente

«Dovrebbero dimettersi tutti per lo spettacolo indegno che stanno dando ai cittadini», commenta la segretaria del Pd regionale Caterina Conti, secondo cui «la crisi mostra tutta la debolezza della coalizione di centrodestra. Toccherà a Fedriga riappiccicare i cocci della sua maggioranza. Non vorremmo fosse solo una strategia per ottenere il terzo mandato, visto che tutto questo capita a pochi giorni dalle motivazioni della Corte costituzionale che impedisce appunto il terzo mandato. E intanto restano irrisolti tutti i problemi che sentono i cittadini, prima di tutto la sanità territoriale».


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Da Roma, l’ex ministro M5s Stefano Patuanelli parla di «pagliacciata», sottolineando che «non accadrà mai che Fedriga apra davvero la crisi e porti la Regione alle urne. Il centrodestra troverà un accordo dopo questo giochetto di potere che non interessa ai cittadini». Secondo il senatore cinquestelle, «quello che sta succedendo non ha che fare con la sanità, che pure sta andando malissimo, come dicono tutti gli indicatori. La verità è che la maggioranza ha costruito una crisi finta, che riguarda solo il terzo mandato. FdI non accetta più che al Nord ci siano solo Regioni a guida leghista: non è questione di principio sull’opportunità del terzo mandato, ma volontà di scalzare la Lega. Solo una questione di potere».

Per il capogruppo del Pd Diego Moretti, «il centrodestra sta giocando una partita in maniera indecorosa per questioni di potere sulla testa di imprese e cittadini. Dimostrano tutto il loro cinismo. Da una parte con l’ossessione del presidente sul terzo mandato, dall’altra con poco credibili scaricabarile sulle magagne della sanità, nella quale c’è la responsabilità di tutti, dalle scelte di Riccardi, sempre sostenute da Fedriga, a quelle degli esponenti di FdI che hanno condiviso ogni passaggio, ogni nomina. La pausa di 48 ore vedrà nell’incontro tra Fedriga e Meloni l’atto finale di una commedia indecorosa recitata sulla testa della comunità regionale».

Di “sceneggiata” parla pure il consigliere Pd Francesco Russo, sottolineando «tutte le difficoltà del centrodestra, costretto a prendere atto di ciò che i cittadini già sapevano e cioè il fallimento della sanità. Ma la verità è che siamo davanti all’ennesima frizione sul terzo mandato e a rapporti sempre più tesi tra FdI e Fedriga, che non ha più tutta la giunta sull’attenti come nel primo mandato. I lavori dell’esecutivo procedono con difficoltà, ma nessuno è così ingenuo da pensare che martedì il centrodestra si presenterà in Consiglio regionale a dire che la legislatura è finita. Fedriga non vuole tornare a casa: e allora il centrodestra ci eviti questa manfrina sul nulla».

Rincara la dose il collega di partito Francesco Martines, secondo cui «la gente di questa regione non merita il paradossale spettacolo che sta dando in questi giorni la maggioranza di centrodestra. Il comune cittadino pensa che tutti questi sono giochi di potere e che la politica non pensa a risolvere i problemi del tessuto sociale sempre più in difficoltà. Non meravigliamoci se così si allontanano elettrici ed elettori dalle urne. E alla fine decideranno tutto a Roma, sulla testa dei cittadini di questa regione».

«Questa crisi – affonda il capogruppo del Patto per l’autonomia Massimo Moretuzzo – è più simile al mercato delle vacche che a un confronto politico. Un pessimo spettacolo, che non c’entra nulla con i problemi della regione e affonda le sue radici negli interessi personali di alcuni e nello scontro che si sta consumando a livello statale fra Lega e Fratelli d’Italia su diversi temi, fra i quali le candidature nelle regioni del Nord». Per l’esponente civico, «la polemica sulla sanità innescata dal ministro Ciriani e l’ossessione del presidente Fedriga per il terzo mandato sembrano più mosse commerciali che rivendicazioni politiche. Dopo sette anni di amministrazione del centrodestra, la sanità è in continuo declino, con scelte pessime nella gestione e l’esternalizzazione dei servizi come unica risposta. Il mondo degli enti locali vede intanto i Comuni prossimi al collasso, senza personale e con centinaia di milioni di euro fermi nei cassetti per incapacità di spesa. Ci auguriamo che questo teatrino non si chiuda con un accordo farsesco».

Dal Gruppo misto, Furio Honsell (Open) si concentra invece sulle esternazioni di Ciriani: «Il ministro ha solo dichiarato quanto ormai è sulla bocca di quasi tutti e non voleva arrivare ultimo, ovvero che la sanità regionale manca di programmazione seria e da anni è fatta di annunci e di foto opportunities per l’assessore Riccardi. Se qualcuno doveva rimettere le deleghe, non erano certo gli assessori al Bilancio, Agricoltura ed Enti locali. Le recenti manifestazioni di profondo scontento sulla sanità non riguardano solo Pordenone. Ci sono state manifestazioni di massa contro l’assenza di programmazione sanitaria a Latisana, Trieste, Tolmezzo, ecc. Speriamo Fedriga abbia finalmente aperto gli occhi dopo che il messaggio è arrivato anche da un ministro del governo amico».

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