Italia a secco di maglia rosa: tra ricordi, speranze e promesse al Giro d’Italia
Dal 2021 nessun italiano in rosa, ma Tiberi, Ciccone e giovani talenti come Pellizzari e Piganzoli accendono una flebile speranza in un ciclismo dominato dagli stranieri

L’ultima maglia rosa indossata da un italiano al Giro è stata quella del friulano Alessandro De Marchi per due giorni nel 2021. L’hanno lasciato a casa quelli della Jayco, avrebbe voluto finire la carriera con un ultimo Giro all’attacco. Già, attacchi, tolto lo splendido secondo posto di Damiano Caruso sempre nel 2021, da quando Vincenzo Nibali nel 2016 ribaltò la Corsa Rosa, gli italiani al Giro hanno vinto solo tappe in fuga, crono (tante, Ganna) e volate (4, Milan). Classifica generale? Niente da fare, i tempi non sono quelli buoni. Ora è tempo di poeti, navigatori, pistard, velocisti, cronomen.
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Anche se c’è un ciociaro di 23 anni, Antonio Tiberi che, dopo il quinto posto di un anno fa, con la sua Bahrain Victorious proverà l’assalto al podio. Va forte a cronometro e bene in salita, anche se nel 2024 Pogacar se l’è visto col binocolo e ha evitato qualsiasi genere di attacco. Ecco, magari qualche suo lampo fuori dal gruppo, quando la strada sale gli farà cambiare status da promessa a corridore solido in grado di prendere le (difficili) redini dello Squalo.
Altri? Senza le volate di Milan e le crono di Ganna, ovviamente fagocitati dalla magnificenza del Tour de France, c’è Giulio Ciccone, l’amico di Sinner, della Lidl Trek che sta andando bene. Se la sfortuna che l’ha perseguitato nelle ultime stagioni lo lascerà in pace può dare spettacolo. Certo, a cronometro va piano e questo lo limita un sacco. Occhio, poi, a Davide Piganzoli della Polti e ai progressi del baby Giulio Pellizzari,21 anni, che imparerà tanto al servizio di Roglic. Accontentiamoci. Per ora.
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