Vita di Gherardo Freschi, studi e sperimentazioni di un intellettuale patriota

Una creazione di Stefano Cosma e Cristina Burcheri, appuntamento sabato 13 dicembre a Sesto al Reghena

Giuseppe Mariuz
Un ritratto dell’agronomo friulano Gherardo Freschi, a destra la copertina del libro
Un ritratto dell’agronomo friulano Gherardo Freschi, a destra la copertina del libro

Gherardo Freschi è il più eminente ed eclettico degli intellettuali e imprenditori friulani dell’Ottocento, che hanno messo i propri studi e le conoscenze a servizio del progresso della comunità. Di lui hanno scritto in varie lingue e in diversi paesi d’Europa molti studiosi; negli ultimi decenni la sua opera è stata approfondita in loco dal Circolo Gino Bozza di Cordovado e da Claudio Zannier e altri ricercatori in un convegno di studi tenuto a Sesto al Reghena nel 1997. Ora si aggiunge un’ulteriore pubblicazione di Stefano Cosma e Cristina Burcheri con la prefazione di Walter Tomada: “Gherardo Freschi. Un friulano dell’Ottocento tra scienza, visione europea e azione concreta”.

Il libro verrà presentato domani, sabato 13 dicembre (alle 10) nell’Auditorium del Centro culturale Burovich di Sesto al Reghena; tratta per capitoli i vasti interessi del Freschi, che nacque di nobili origini nel 1804 a Ronchis di Faedis e, a causa della prematura morte del padre, fu allevato dallo zio materno Alessandro d’Attimis a Ramuscello, dove poi svilupperà le sue sperimentazioni agrarie.

Impegnato sin da giovane in importanti iniziative culturali ed educative e spronato da una profonda fiducia nella scienza, Gherardo Freschi dal 1838 pubblica presso la tipografia Pascatti di San Vito e diffonde in Friuli e in varie città fra cui Venezia, Milano e Trieste, il periodico mensile “L’educazione della donna”, che poi viene raccolto in fascicoli per le annate 1838 e 39.

Pur non discostandosi in linea di principio dai manuali dell’epoca, la pubblicazione sottolinea l’importanza dell’educazione femminile, estendendola al campo della scienza, dell’amministrazione, della gestione delle rendite. È tuttavia con il periodico settimanale “L’amico del contadino” che Gherardo Freschi raggiunge una notorietà europea: è un giornale tecnico che illustra le innovazioni in tutte le attività agricole e allo stesso tempo funge da organo politico. Nasce nel 1842 ed esce ininterrottamente fino al 1848, quando le autorità austriache lo chiudono d’autorità per le palesi istanze risorgimentali. In effetti, il Freschi abbraccia la causa dell’unità italiana, nel 1848 istituisce e comanda la Guardia civica di San Vito e scrive nella Gazzetta di Venezia assieme a Manin e Tommaseo.

Con il ritorno dell’Austria viene esiliato dalle autorità e i suoi beni sequestrati. Spirito eclettico e curioso, nel suo soggiorno a Parigi entra in contatto col dottor Jules-Benoît Mure, autore di un manuale di omeopatia, disciplina da cui viene affascinato e che ritiene affine ai suoi studi di chimica appresi all’Università di Padova. Manterrà anche in seguito, dopo ottenuta l’amnistia, i contatti con lo studioso francese e con sua moglie, compiendo insieme un viaggio in Egitto e Sudan. Il suo rientro nella tenuta dissequestrata di Ramuscello segna il consolidamento, a iniziare dal 1856, del suo patrimonio familiare, l’avvio di nuove sperimentazioni (concimazioni, alberature, frutticoltura, viticoltura, bonifiche), la ripresa dei rapporti con l’Associazione agraria friulana e le sue attività. Nondimeno si sposta, da Vienna alla Scozia, tessendo relazioni con varie corti.

Esperto in bachicoltura, di cui ha scritto un manuale, farà anche un viaggio in India per procurarsi semi di filugelli immuni dall’atrofia. Gli autori di questo libro, edito dalla Cantina produttori Ramuscello e San Vito, si soffermano in particolare sulla vitivinicoltura e le pratiche enologiche delle tenute del Freschi, da cui è possibile risalire anche alle caratteristiche di numerosi vitigni autoctoni.

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