Vince Simone Buratti con i suoi versi cubisti

«Siamo molto contenti di proporre, per il secondo anno consecutivo, il premio Castello di Villalta Poesia Giovani, rinnovato nella formula che prevede il progetto del Laboratorio Poesia Scuola, rivolto agli studenti delle scuole Secondarie, in particolare di Pordenone, Genova, Mogliano, Porretta Terme, Vittorio Veneto, attraverso veri e propri laboratori di poesia per coinvolgerli nel confronto e dialogo intorno ai tre libri finalisti dell’edizione 2018, scelti già a gennaio». È spettato a Roberto Cescon il gradito compito di aprire ieri, la serata dedicata alla quarta edizione del premio che si affianca allo storico concorso nazionale Castello di Villalta Poesia. Finalizzato a promuovere i migliori libri di poesia degli autori under 40, nella suggestiva sede del Castello di Villalta di Fagagna, il Villalta Giovani è un premio importante, che promuove i poeti contemporanei a conferma del legame con il presente attraverso il Premio Studenti in cui i ragazzi si sono trasformati in giurati: ogni classe o gruppo di laboratorio ha potuto infatti votare il libro che più è piaciuto tra i tre finalisti: la scelta è caduta su Fabio Donalisio. Anche la miglior recensione di uno dei libri finalisti ha ricevuto un premio in libri durante la cerimonia, (premiata la Terza B del Liceo Flaminio di Vittorio Veneto).
Promosso su impulso dell’associazione presieduta da Marina Gelmi di Caporiacco, il Premio Castello di Villalta Poesia Giovani conta sulla giuria composta dal presidente Gian Mario Villalta.In chiusura di serata la proclamazione del vincitore, l'esordiente Simone Buratti (Narni, 1990), laureando alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena e redattore della rivista online “Formavera”. Suoi interventi e traduzioni dall’inglese sono usciti sulla rivista «Poesia» e sui blog letterari Leparoleelecose, 404:file not found e formavera. “Progetto per S.” è un inetto alla vita e alle relazioni umane, emblema di quella solitudine corale che è epidemia del nostro tempo. Alcol, perversioni sessuali e rancore verso il mondo compongono un autoritratto cubista modulato quasi interamente in una prosa irrequieta poiché fondata sull’assenza dell’altro, ma in cui la catastrofe gela nell’indifferenza".
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto