Una Giornata particolare con Lloyd e Keaton

Stasera a Pordenone si chiude il festival con gli assi della risata: “The Freshman” e la rara versione di “The Blacksmith”

PORDENONE. Oggi ci si scambierà i biglietti da visita prima di saltare sul treno. Gli oltre mille accreditati, che il Muto lo trattano da reliquia, domani si disperderanno nella diaspora annunciata. Il festival è finito e gli amici se ne vanno. Non prima di fare capannello attorno a un paio di golosità d’autore.

A una inedita versione di The Blacksmith di Buster Keaton, seguirà un lungo di Harold Lloyd, The Freshman, accompagnamento musicale della FVG Mitteleuropa Orchestra su partitura originale di Carl Davis. Dalle 20.30 al Verdi di Pordenone, naturalmente. Giusto per restare in zona info, domani - a gran voce - replica del film di Sam Taylor e Fred Newmeyer con Lloyd (evento sostenuto dalla banca FriulAdria) alle 15.30, stessa location.

«Un ragazzo ossessionato dall’idea di diventare lo studente più popolare del suo college, fa ogni sforzo per riuscirci, ma sbaglia tutto». Se di una sintesi avevamo bisogno, è lo stesso mister Harold a fornircela. Scrisse proprio così del suo The Freshman, “Viva lo sport!”.

Un complicato meccanismo di avvicinamento alla versione definitiva, questione di plagi presunti, poi smentiti dal tribunale, e di idea sviluppata a fatica, nonostante i gagmen del divo componessero a gettito continuo. In effetti Lloyd non seguiva un granché il copione, il genio va come gli pare. Succedeva pure a Totò.

Ma uno straccio di canovaccio serve. Curiosa psicologia: l’attore, pur esprimendo in quest’opera una satira di costume fuori dagli schemi consolidati, «riesce a persuaderci che il mondo agognato è assolutamente degno di fiducia e di rispetto, nonostante il suo personaggio sia sottoposto a soprusi e crudeltà».

Va detto che il football è il coprotagonista della pellicola - uno dei maggiori incassi dell’epoca - e per questo la produzione assoldò veri giocatori. E una delle sequenze si mescolò addirittura durante una partita reale fra le università di Stanford e della California. E quando Lloyd entrò allo Stadio ci fu un’ovazione.

Aprirà Keaton, però. Col suo corto più amato, The Blacksmith. A “Le Giornate” non vedremo la solita pellicola, quella originale che fu proiettata in sala, bensì una copia ancora mai srotolata al pubblico. Girata, forse, mesi prima e poi corretta.

L’ha identificata Fernando Peña, già noto per aver tolto la polvere al completo Metropolis. Al primo passaggio lo storico e l’amico Fabio Manes notarono subito le differenze. Il film aveva le dida in francese e il consulto con l’amico Bromberg sollevò eventuali dubbi.

Si passò al restauro e così il festival pordenonese 2013, oltre alla prèmiere mondiale di Too Much Johnson di Orson Welles, aggiungerà questa. Meglio due preziosità di una, direbbe Catalano.

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