Una comunità divisa tra coraggio e dolore: così Pozzuolo sopravvisse alla guerra

Il nuovo saggio dello storico Gaetano Vinciguerra sarà presentato in un incontro nell’auditorium del paese

Paolo Gaspari

Giovedì 9 febbraio, alle 20.30, nell’auditorium di Pozzuolo, sarà presentato il volume “Nel tempo. Del coraggio e del dolore”, di Gaetano Vinciguerra (Gaspari editore). L’incontro è organizzato dal Comune di Pozzuolo e dall’Anpi. Dialoga con l’autore Marta Daneluzzi, intrattenimento musicale con Cristiano Brusini.

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Fernand Braudel è stato uno dei maggiori storici europei. Nel suo ultimo libro, “L’identità della Francia. Spazio e Storia”, scrisse che “la Francia, con l’eccezione del 1914, non ha mai conosciuto l’esperienza di una lunga vera guerra patriottica. Ogni singolo conflitto in cui s’è impegnata è stato sempre imbastardito da una lotta civile”.

L’identità di un popolo non può “essere” che a prezzo di cercarsi senza fine, di riconoscersi in mille prove, di opporsi ai cedimenti, di reagire come comunità.

Il termine storico-sociologico “identità” è entrato nelle scienze storiche nel significato come noi oggi l’intendiamo, sembra incredibile, solo negli anni Settanta del ’900: prima i vocabolari l’ignoravano.

Nel momento in cui si percepisce che il mondo tradizionale è finito e tutto è globalizzato, sorge il bisogno di riaffermare il senso di “essere” comunità.

La memoria culturale-base per costruire il racconto identitario trasmissibile è una memoria selettiva. Fortunati sono quei popoli che hanno raccolto molto materiale della loro storia. Il “passato pieno” deve aver conservato le sue memorie in quantità sufficiente da essere storicizzate e raccontate. In altre parole: il passato che deve servire a fini moderni non solo deve essere “pieno”, ma anche ricostruito scientificamente. Come ha fatto Vinciguerra.

Altrimenti è facile che venga “inventato” di sana pianta, per fini non sani. Il compito dell’intellettuale è precisamente quello di costruire questo mosaico di eventi, di vissuto di famiglie contadine, artigiane, borghesi che a un certo punto della loro storia compiono azioni coraggiose, o comunque positive, in modo da salvare la coesione sia nella comunità paesana, in questo caso Pozzuolo, sia nella comunità nazionale.

Le comunità, le nazioni, non sono entità statiche. Sono processi di consapevolezza di lunga durata, di mobilitazione, di inclusione, che in pratica vengono ricostruite da ogni generazione. Perciò la modernità della nazione è qualificata dalle sue radici storiche e da ciò che ogni generazione o migrazione vi aggiunge.

Se Gaetano Vinciguerra non avesse fatto questo libro, Pozzuolo e il Friuli sarebbero comunità culturalmente più deboli, meno pronte a non soccombere di fronte alle sfide che la Grande Storia continua a scodellare nell’Europa stessa.

Purtroppo in Italia si è assistito a una colpevolizzazione del concetto di patriottismo a causa della guerra fredda e della contrapposizione ideologica, per cui la Grande guerra è stata culturalmente scardinata dall’epopea risorgimentale che l’aveva generata, per essere affiliata al nazionalismo, al militarismo e quindi diventare “premessa” alla dittatura e alle efferatezze della seconda guerra mondiale. In antagonismo con Benedetto Croce che aveva scritto: “..., ma la conclusione è stata la rassodata conferma della vecchia teoria che la guerra non si giudica né moralmente né giuridicamente, e quando c’è la guerra, non c’è altra possibilità né altro dovere che cercare di vincerla”.

La Grande guerra resta oggi l’unico momento della nostra storia in cui s’è formato l’amalgama: una straordinaria coesione di classi e di uomini che hanno saputo superare insieme, vincendo, una delle prove più terribili, e siccome l’amalgama non è una condizione culturale e sociale che si può disperdere con leggerezza, nell’Italia repubblicana di oggi è forse più importante ripartire dall’insegnamento di quella storia, di come le popolazioni hanno superato con dignità e coesione quella guerra che consentì al fante contadino di sentirsi in modo netto e irreversibile componente organico della società, acquisendo il senso di una patria comune da difendere insieme. Come fanno ora gli ucraini. Il libro di Vinciguerra è un modello di quello che ogni municipalità dovrebbe fare.

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