Un set indimenticabile a Venzone con il grande cinema di Monicelli

Piero Cargnelutti
Venzone si riscopre nel film capolavoro di Mario Monicelli che nel 1959 allestí il set de “La Grande Guerra”, Leone d’oro alla mostra del cinema di Venezia.
È stata infatti inaugurata ieri, a palazzo Orgnani Martina, la mostra “Venzone come set di Cinecittà”, a cura del critico cinematografico Carlo Gaberscek, organizzata dal Comune in collaborazione con la Pro Loco e con la Cineteca del Friuli di Livio Jacob, per ricordare l’anniversario dei 60 anni dalle riprese del celebre film, quello che ebbe per protagonisti divi come Vittorio Gassman, Silvana Mangano e Alberto Sordi (a cui si aggiunsero “comprimari”, si fa per dire, come Romolo Valli, Bernard Blier, Folco Lulli, e Mario Valdemarin). Al taglio del nastro, insieme al curatore Gaberscek e al commissario del Comune, Daniele Damele, sono intervenuti i sindaci di Udine Pietro Fontanini e di Gorizia Rodolfo Ziberna, e il presidente della Cineteca del Friuli Livio Jacob.
La mostra è stata eleganemente distribuita su tre stanze del palazzo: quella centrale con le gigantografie delle immagini delle riprese, una successiva con i manifesti pubblicitari de “La Grande Guerra” e le foto di Monicelli a Gemona e Venzone nel 2004 quando tornò per partecipare al documentario “I sentieri della gloria: in viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della grande guerra” prodotto dalla Cineteca e diretto da Gloria De Antoni. Il docufilm è proiettato in una sala che completa la mostra.
«Si tratta – ha spiegato Carlo Gaberscek – della testimonianza di un’opera cinematografica, le cui riprese iniziarono il 25 maggio del 1959 e terminarono alla fine di giugno. È un film fondamentale, il cui unico precedente a Venzone fu “Addio alle armi” del 1957. “La Grande Guerra” fu girato con una certa fretta perché si voleva portarlo alla Mostra del cinema di Venezia in agosto dove vinse il Leone d’oro. Da allora, Venzone è rimasto uno dei set cinematografici più significativi in tutta la Regione».
Per i venzonesi, le riprese di quel film, oltre all’onore di averle ospitate, sono tutt’ra occasione per rivedere angoli del paese che non ci sono più, come ha spiegato Davide Clonfero, venzonese che partecipò a quel set: «Orgnani-Martina – ha detto – era il palazzo in cui fu ripresa Silvana Mangano, un edificio che è crollato completamente con il terremoto, ma che è stato ricostruito. Ci sono tuttavia altri ambiti ripresi nel film come la vecchia filanda che non ci sono più; o come l’asilo che si trovava dove oggi trova posto la caserma dei carabinieri». «Di quel periodo : ancora Clonfero – ricordo anche l’opera del fotografo Donato Maieron che contribuì a lasciare una importante documentazione sulla storia di Venzone». Gli scatti di Maieron sono inseriti nella mostra, insieme a quelli sul set di Tino da Udine, accanto a manifesti e locandine, la maggior parte dei quali provenienti dal fondo Gianni Da Campo.
Apprezzamenti per l’iniziativa sono giunti dal sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna che ha ricordato la presenza nella sua città dell’associazione che prende il nome di Sergio Armidei, che collaborò con Monicelli nella sua carriera; e anche dal primo cittadino di Udine Pietro Fontanini: «Con “La Grande Guerra” – ha detto – si è visto e si ammira il Friuli di allora. Un plauso va alla Cineteca del Friuli per l’importante opera di documentazione che sarà sempre più importante: la cinematofrafia ha visto come protagonisti anche i friulani». La mostra resterà aperta fino al 3 marzo (venerdì 15-19, sabato e domenica 9-13 e 15.19). —
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