Trent’anni senza Freddie Mercury, il segreto e la sua passione per l’arte: «Nella sua abitazione un vero museo»
L’udinese Silvio Toso racconta la passione del musicista scomparso nel 1991. Opere di Chagall, Burgess e e de Blass

Si potrebbe dire che tutto è partito dall’amore di un fan per un cantante e musicista che ha fatto la storia della musica. Ma anche che alcuni tra i grandi, con esistenze fuori dall’ordinario, sono in grado di fare ancora di più: lasciare un segno al di là di quello che sono e fanno sul palcoscenico. Parliamo di Freddie Mercury (scomparso 31 anni fa) a cui nel ventennio dalla morte proprio l’udinese Silvio Toso, collezionista, musicologo, studioso dedicò una mostra The Life Music and Stile of Freddie Mercury, 1991-2011, tenutasi al Visionario di Udine. Il tema erano ultimi anni di vita di Freddie Mercury, e di lotta all’Aids, con padrino Peter Freestone, assistente del cantante inglese leader dei Queen. Ma cosa è accaduto a Silvio Toso dopo la mostra?
«Ho iniziato ad esplorare nuovi filoni di ricerca mai battuti dai biografi, che mi dessero degli stimoli. Sono un grande appassionato d’arte, quindi ho iniziato a rileggermi sotto un’altra luce tutte le biografie uscite negli anni. Volevo a tutti i costi sapere, decifrare, le foto che sono giunte fino a noi, dei libri, e soprattutto di una rivista, da cui tutto partì. Uscì infatti, il 17 marzo del 2000, la rivista inglese OK!dove per la prima volta, Mary Austin (la donna a cui Mercury lasciò la sua casa) aprì le porte di Garden Lodge, la dimora londinese del cantante, e per la prima volta i fan di tutto il mondo riuscirono a vedere con un dettaglio incredibile, ciò che Freddie aveva in casa».
Un modo inedito per avvicinarsi a Mercury e provare a immaginare il mondo dell’arte attraverso i suoi occhi, identificando le opere che aveva in casa da Chagall, a Burgess e e de Blass...
«È stato un percorso che ho fatto in team, con lo stesso Peter Freestone, ma anche grazie a un lavoro che ho sviluppato confrontandomi con i più importanti esperti delle case d’aste londinesi e con degli studiosi. Leggendo le biografie, partendo dalle notizie disponibili sui gusti eclettici di Mercury ho voluto capire dei particolari inediti sugli ultimi anni di vita di Freddie che visse fra Montreux in studio e Londra recluso in casa gli ultimi anni fra il 1988 e il 1991. A Londra ci sono 3 o 4 case d’aste importanti. Ho iniziato una fitta corrispondenza con i principali responsabili dei dipartimenti delle opere d’arte che piacevano a Mercury, il quale sceglieva cosa acquistare nei cataloghi, segnandolo a penna, per poi delegare all’assistente Peter Freestone l’acquisto delle opere, personalmente nella sede dell’asta o via telefono, e non solo a Londra, ma anche a New York».
Pittori molto amati?
«Possiamo dire e dimostrare per la prima volta dopo 30 anni, che Freddie Mercury amasse due pittori in particolare, il vittoriano John Bagnold Burgess, aveva due gitane. Dell’italiano de Blaas anche qui due quadri. Uno è (The milmaild) La lattaia, l’altro è The Pink Rose».
Altre scoperte?
L’ultimo quadro che Freddie Mercury acquistò fu quello del pittore francese James Tissot, A type of beauty, Ritratto di Kathleen Newton, per 176.000 sterline, il 25 ottobre 1991, un mese prima di morire. Un quadro che rappresenta una Kathleen Newton, giovanissima ed elegante».
Il suo imponente lavoro di raccolta è già consultabile?
«Su Youtube potete vedere una mia video intervista rilasciata al Queens Fans Italia Worldwide. Ma mi piacerebbe tanto farne un libro».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto