Trent’anni fa nelle librerie “La variante di Lüneburg” e l’esordio di Maurensig
Venerdì 31 marzo all’Abbazia di Rosazzo un incontro sullo scrittore. Si parlerà anche del suo romanzo uscito postumo

Il 26 marzo Paolo Maurensig, scrittore friulano fra i maestri del secondo ’900, avrebbe compiuto 80 anni. Il suo ultimo romanzo Il quartetto Razumovsky (Einaudi) uscito dopo l’improvvisa scomparsa il 29 maggio del 2021, sarà in anteprima nazionale, venerdì 31, alle 18 all’Abbazia di Rosazzo nell’ambito de “I colloqui dell’Abbazia. Il viaggio della carta geografica di Livio Felluga”.
Un ultimo lavoro potente, riconoscibile per i temi e le cifre narrative che lo hanno reso unico nel contesto letterario nazionale e internazionale; la passione per la musica classica e per la storia, in particolare per l’oscuro e atroce periodo nazista e l’indagine del male presente nell’umano.
Si ritrova anche la scelta di sviluppo narrativo in forma di thriller a ritroso con nelle prime pagine la confessione di un omicida, intrisa di forza attraente. Del “romanzo-testamento”, ma non solo, parleranno i giornalisti Oscar d’Agostino e Gian Paolo Polesini introdotti da Elda Felluga.
Maurensig, non fu solo scrittore, vari e diversi i tuoi talenti e passioni: il cinema, la politica (assessore alla cultura a Udine, esperienza breve ma intensa), abile scacchista e golfista. Quest’anno ricorrono i trent’anni dalla pubblicazione del romanzo di esordio “La variante di Lüneburg” del 1993.
Un caso letterario, opera prima di grande successo di critica e di vendite in Europa e oltre, tradotta in varie lingue, dalla quale nel 2007 venne tratta una riduzione teatrale interpretata da Milva e Walter Mmamor. Maurensig lavorò all’adattamento e alla scrittura dei testi delle canzoni, in collaborazione con il compositore friulano Valter Sivilotti.
Non pochi sono i rimandi che legano alla “Variante” l’ultimo romanzo, ambientato in America con significativi flash back alla Germania nazista. In entrambi la narrazione inizia con un omicidio e in entrambi, attraverso il gioco sapiente a misterioso dell’intreccio fra passato e presente, il lettore viene accompagnato alla scoperta delle radici della malvagità umana, mescola di sentimenti contrastanti, che arma la mano dell’assassino.
La passione per la musica classica e la dedizione quasi mistica ad essa dei protagonisti de “Il quartetto Razumovsky” , rimanda al secondo romanzo di Maurensig “Canone inverso” uscito nel 1996 che confermò il talento del romanziere friulano, diventato film nel 2000 per la regia di Ricky Tognazzi con musiche di Ennio Morricone.
La complessità dei sentimenti, l’ineluttabile e inarrestabile decadenza del corpo e della mente sono altri temi che emergono nel romanzo d’addio del romanziere cantore di uno spleen mitteleuropeo respirato nell’infanzia vissuta a Gorizia, crogiuolo di lingue e nostalgie per il passato alla vigilia della lacerante creazione di un confine destinato a separare terre e genti per oltre 70 anni.
“Essere ripudiato dalla persona che si ama è la cosa peggiore che ci possa capitare – si legge nelle ultime pagine. Un delitto senza colpa, che emerge dallo scavo dei labirintici meandri dell’animo umano, descritto senza giudizio, nell’origine e fascino misterioso, degenerante e irresistibile del male”.
Pagine che rientrano a buon titolo fra i classici della letteratura europea che, dell’universalità dell’indagine della natura umana, hanno saputo creare storie e personaggi destinati a sconfiggere l’oblio.
Maurensig era particolarmente legato alla rassegna della carta geografica di Livio Felluga. Con l’adorata moglie Sonia, scomparsa nell’agosto del 2022, amava incontrare il pubblico in Abbazia per presentare ai friulani i suoi libri: da “Teoria delle Ombre”al “Il gioco degli dei” a “Pimpernel” nel 2020. Incontri letterari per condividere anche il piacere dell’uomo schivo e riservato di festeggiare con gli amici il compleanno.
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