Studiosi, storici e filosofi le nuove forme di libertà nel mirino di Mimesis Con un richiamo al calcio

IL FESTIVALMario Brandolin«La libertà è quel bene che ti fa godere di ogni altro bene». Così scriveva Montesquieu, uno dei padri dell’illuminismo. E alla libertà per eccellenza, quella di pensiero,...

IL FESTIVAL

Mario Brandolin

«La libertà è quel bene che ti fa godere di ogni altro bene». Così scriveva Montesquieu, uno dei padri dell’illuminismo. E alla libertà per eccellenza, quella di pensiero, sarà dedicata una settimana di incontri a Udine e dintorni, da lunedì 22 a sabato 27 ottobre, nella quinta edizione del festival Mimesis, curata dal filosofo udinese Luca Taddio in collaborazione con Damiano Cantone per l’associazione culturale “Territori delle idee” in sinergia con la casa editrice Mimesis.

Oltre una quarantina gli appuntamenti con studiosi, filosofi, economisti, storici e giornalisti per affrontare le molteplici prospettive nelle quali si declina oggi la “libertà di pensiero”. Un tema che si pone come naturale prosecuzione delle problematiche legate alla contemporaneità quali la globalizzazione, l’identità e il cosmopolitismo affrontate in passato da Mimesis. Con un’urgenza in più, visto che «oggi - scrivono i curatori - la politica e l’economia globale che affrontano nuove forme di monopolio e nuove forme di disuguaglianza ci impongono una riflessione inedita sul significato che la libertà può avere».

Anche alla luce di nuove forme di libertà, legate ai nuovi diritti: dalle coppie di fatto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, dalle nuove istanze del femminismo ai temi caldi dell’immigrazione. Quale grado di libertà gli uomini possiedono e dovrebbero possedere di spostarsi nel globo? E quanta libertà possiedono o dovrebbero possedere i capitali finanziari di circolare nel globo? Queste alcune delle domande che intrecciano il tema della libertà anche alle nuove forme di sovranità territoriali, dal sovranismo al nazionalismo. Domande alle quali cercheranno di dare risposta, offrendo stimoli alla riflessione per un consolidamento di un pensiero critico, filosofi come Massimo Cacciari, Massimo Donà, anche in veste di critico letterario con Oscar Farinetti e il suo libro di poesie “Quasi”, Umberto Galimberti, la grande Agnes Heller, accanita critica del nuovo regime ungherese di Orban, Salvatore Vecca, Giulio Giorello, storici come Alessandro Barbero, teologi come Vito Mancuso, giornalisti come Marco Pacini che presenterà il suo libro “Epocalisse”, riflessione amarissima sulle tante derive dei nostri tempi. Il giornalista sportivo Umberto Sarcinelli, il sociologo Massimiliano Guareschi, il filosofo Luca Grion e il presidente del Coni Fvg Giorgio Brandolin discuteranno, nell’evento di apertura del festival, dell’ “Antropologia del tifoso: il caso Juventus”, che sarà al centro di un altro focus dal titolo “Odio la Juve, tredici ragioni per detestare il più forte”, per capire il peso sociale e di costume di un fenomeno (quello calcistico) spesso snobbato dalle kermesse culturali.

Solo alcuni dei nomi che affollano il ricco parterre di Mimesis. Tra le novità di quest’anno, l’allargamento dei luoghi del festival: la manifestazione con le sue proposte di riflessione culturale farà alcune incursioni a Tolmezzo e a Gorizia. Resta invariato lo schema del festival con gli incontri con le scuole al mattino, le presentazioni e i dibattiti in luoghi significativi della città, l’incontro con gli autori nelle principali librerie di Udine. Sei giorni in cui saranno affrontati temi d’attualità e di forte rilievo culturale con un taglio fortemente divulgativo e accessibile a tutti. «Accanto a questo - spiegano i curatori - il festival coltiva la propria vocazione all’impegno sociale, vero cuore della manifestazione, legato in modo particolare alla formazione dei giovani e al rapporto tra scuola e Università». —



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