Storie di guerra e di follia umana alle Giornate del cinema muto

La rassegna, giunta alla 44esima edizione, al Teatro Verdi di Pordenone dal 4 all’11 ottobre. La prima mondiale del capolavoro comico Shoulder Arms, nel nuovo restauro del MoMa, uno dei momenti più attesi

“Di fronte a situazioni che ci disorientano al punto da mettere in crisi la nostra stessa idea di umanità, come accade con la tragedia delle guerre cui stiamo assistendo, il passato può forse aiutarci a riflettere e a decifrare meglio il presente». Jay Weissberg, direttore delle Giornate del cinema muto, preannuncia così la presenza alla 44ª edizione, che si svolgerà al Teatro Verdi di Pordenone dal 4 all’11 ottobre, di un certo numero di titoli – quasi un filo rosso che attraversa il festival – che si collegano in modo lampante all’attualità.

Se la prima mondiale del capolavoro comico Shoulder Arms (Charlot soldato, 1918) nel nuovo restauro del MoMA, presentato nell’ambito della rassegna dedicata alla Chaplin-mania, è una delle proiezioni più attese, il momento culminante del percorso mercoledì 8 ottobre.

La serata comincia con The German Retreat and Battle of Arras [La ritirata tedesca e la battaglia di Arras], del 1917, uno dei documentari sui combattimenti che il governo britannico sponsorizzò nell’ambito dello sforzo bellico per mostrare l’avanzata degli Alleati sul campo di battaglia e risollevare così il morale della popolazione. In realtà, molto più di altri documentari della serie, questo su Arras mostra la distruzione provocata dalle armi pesanti, trasformando involontariamente la propaganda ufficiale in un grido contro la guerra che risuona oggi a più di un secolo di distanza.

Il film, restaurato dall’Imperial War Museum di Londra, sarà accompagnato dalla musica della compositrice britannica Laura Rossi, una partitura per 10 musicisti e 16 coristi che intreccia canzoni del fronte a fare da toccante contrappunto alle immagini. La eseguiranno dal vivo l’Orchestra da Camera di Pordenone e il Coro del Friuli Venezia Giulia con la direzione del musicista e compositore sloveno Andrej Goričar.

A seguire, Palestine: A Revised Narrative [Palestina: una narrazione rivisitata] (2024), montaggio di trenta minuti che l’artista, compositrice e pianista libanese Cynthia Zaven ha tratto da 77 cinegiornali, conservati all’Imperial War Museum, che mostrano la Palestina al tempo della prima guerra mondiale, incluse immagini del bombardamento di Gaza nel 1917. Commissionato dal Festival del cinema arabo di Berlino e pensato per collocare gli eventi in un continuum storico, con risonanza odierna, l’accompagnamento è il frutto della collaborazione di Cynthia Zaven con la nota sound designer libanese Rana Eid. Insieme le due artiste hanno dato vita a una’opera multisensoriale sull’impatto del colonialismo in Medio Oriente.

L’Ucraina è invece al centro di una rassegna dedicata ai film per ragazzi realizzati tra la fine degli anni’20 e i primi anni’30, quando il Paese era una delle repubbliche sovietiche. La metà dei 22 lungometraggi e 3 cortometraggi prodotti nel periodo muto è sopravvissuta e quattro dei titoli più rappresentativi saranno presentati a Pordenone, a cura di Ivan Kozlenko, grazie al Dovzhenko Centre di Kiev e alla collaborazione del tedesco Bundesarchiv. Scopo di queste commedie era l’indottrinamento delle nuove generazioni all’ideologia comunista ma trattandosi di un genere considerato minore, il controllo della censura era meno invasivo e dunque la sperimentazione o addirittura gli “errori” più tollerati. 

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