Snaidero ’76, quello scudetto juniores tra prosa e poesia

Un impasto tra testo di prosa e di poesia, ricordi, gesti, sport e palloni che rimbalzano in scena. Questo doveva essere, ed è stato, il primo capitolo della rassegna Natale 1976 – Natale 2016. Ricordare insieme per pensare al domani in programma al Teatro Nuovo Giovanni da Udine in queste sere pre natalizie.
È andato in scena 1976: dopo un terremoto uno scudetto, ideato da Flavio Pressacco e Giuseppe Bevilacqua, che hanno ricordato la vittoria del titolo italiano degli Juniores della Snaidero basket solamente dieci giorni dopo la terribile scossa che fermò il Friuli. La scena si è aperta colorata dell'inconfondibile arancione Snaidero, con due panchine da palestra in primo piano (dove si sono accomodati i protagonisti), tute e divise dell’epoca, palloni, scarpe e un vecchio tabellone contapunti. A dare l’abbrivio alla serata è stato Giuseppe Bevilacqua, che ha introdotto il tema del ricordo e della pallacanestro come gioia e slancio vitale, leggendo un passo dell’Odissea, con Ulisse nell’isola dei Feaci, che ritrova dignità nel gesto atletico del lancio del disco. Il palcoscenico del Teatrone, quindi, è stato letteralmente invaso dai bambini dell'Ubc e di Feletto, che hanno eseguito alcuni esercizi con il pallone assieme al proprio coach e sotto la direzione di Claudio Bardini. La musica degli Harlem Globetrotters ha accompagnato il suono dei rimbalzi dei piccoli cestisti, che hanno poi lasciato spazio alle parole, quelle della poesia sul basket recitata dalla giovanissima Anna Montina, e a quelle di una lettera scritta dall’ex giocatore Giampiero Savio. Parole scritte nell’ottobre 1976, dense di sentimenti contrastanti tra passione e dolore.
A prendere le redini della serata, poi, sono stati il giornalista Roberto Collini e Flavio Pressacco, coach di quella squadra vittoriosa e autore del libro che ha dato vita all’evento, che ha visto tra il pubblico tanti volti noti del basket udinese di ieri e di oggi, con la Gsa e coach Lardo in platea assieme alle ragazze della Delser.
E mentre il sindaco Honsell ha ricordato il «mistero della forza del Friuli che ha trasformato in rinascita una tragedia», il presidente provinciale della pallacanestro, Giovanni Adami ha letto una poesia di un giovanissimo giocatore, per poi lasciare spazio ancora ai protagonisti diretti.
«Siamo diventati un simbolo senza volerlo», ha detto dal palcoscenico Pressacco riferendosi ai suoi ragazzi vincenti, che ha chiamato sotto i riflettori per un tuffo nel passato, lo stesso tuffo che hanno fatto poi i giocatori diversamente abili della “Basket e non solo”, che hanno palleggiato sulla scena e raccontato le proprie esperienze di vita, vincenti grazie alla pallacanestro.
È stato Bevilacqua a riportare le menti ai ricordi di Pressacco leggendo alcuni passi del libro, per poi lasciare l'analisi del basket a Stefano Comand, Gasparutti, Roberto Paviotti, Piero Carlon e Gianluigi Zanovello, testimoni di un tempo in una breve tavola rotonda. Toccante la testimonianza video di Mauro Ferrari, ex cestista che in seguito a un incidente ha visto la propria vita completamente scombussolata, e che oggi è un ricercatore di successo a Huston. Le parole del Gabbiano Livingstone hanno introdotto un momento di talk con altri protagonisti della pallacanestro regionale, come l'arbitro Giorgio Gorlato, Enzo Cainero, Massimo Piubello, Giovanni Aviani e Marino Firmani. A chiudere la serata è stato un video, che ha intrecciato lo sport al volo delle Frecce Tricolori, e decine di magliette del basket di ieri, scese sul palcoscenico.
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