Si spegne la grande voce di Aretha Franklin tra soul e impegno civile

la leggenda
Andrea Visconti
Il mondo musicale ha perso una delle suo voci più leggendarie e inconfondibili. Aretha Franklin è mancata ieri all’età di 76 anni. È stato un tumore al pancreas a uccidere la Regina del Soul, una malattia che lei aveva tenuto segreta fino all’ultimo. Domenica era stato un amico di famiglia a far sapere che il suo stato di salute era allarmante. Nessun dettaglio. Solamente che Aretha era a casa sua nei sobborghi di Detroit e stava riposando serenamente. Parole che non lasciavano dubbi sul fatto che la fine fosse vicina.
Amici come il cantante Stevie Wonder e il reverendo Jesse Jackson nelle ultime ore erano andati a trovarla per un ultimo saluto. Anche Beyonce e Jay-Z erano andati a dirle addio mentre altri divi del mondo musicale americano avevano espresso il loro omaggio su Twitter. Parole cariche di commozione da parte di Diana Ross, Patti LaBelle e Mariah Carey.
L’esatta natura del suo male non era nota benché la diagnosi risalisse al 2010, ma tutto lasciava presagire a qualcosa di molto aggressivo. La sua ultima performance risale al 2 novembre 2017 quando la Franklin aveva cantato a New York a un evento sponsorizzato da Elton John a favore della lotta contro l’Aids. In quell’occasione la cantante, in un bellissimo abito di pizzo bianco con stola bianca, era sembrata quasi irriconoscibile. Il corpo, per tutta la vita voluttuoso, appariva scarno e molto invecchiato.
Nata a Memphis, in Tennesse, il 25 marzo 1942 aveva lasciato il Sud segregato ancora da bambina per trasferirsi a Detroit dove il padre era predicatore presso la chiesa battista New Bethel. È qui dove la piccola Aretha iniziò a cantare il gospel. Dopo anni di esibizioni in un contesto religioso a 18 anni la Franklin intraprese la carriera di cantante. La svolta nel 1967. Ingaggiata dalla Atlantic Records saettò ai vertici delle classifiche mondiali con successi come “Respect” e “(You make me feel like) A natural woman”. E già alla fine degli anni ’60 le fu dato dato il soprannome di “Regina del Soul”.
Uno dei momenti più straordinari della sua carriera fu il giorno della cerimonia di insediamento di Barack Obama. In quella gelida mattina del 20 gennaio 2009 mentre il mondo intero seguiva in diretta l’Inauguration del primo presidente nero nella storia americana la Franklin cantò l’inno “My Country, ’Tis of Thee” con Obama visibilmente emozionato. Fra l’allora presidente Usa e la Regina del Soul era nata una profonda amicizia: e Obama tre anni dopo ebbe le lacrime agli occhi quando Aretha si esibì in “Natural Woman” alla cerimonia del Kennedy Center Honors. Nel febbraio del 2017 la cantante aveva annunciato il suo ritiro dalle scene dopo una tournee conclusiva nel 2018. Uno degli appuntamenti più attesi era il concerto – poi annullato per motivi di salute – a New York previsto per il 25 marzo. Esattamente 5 mesi dopo la Regina del Soul è scomparsa lasciando un vuoto che Barbra Streisand ha colto perfettamente nel suo messaggio di cordoglio. «È difficile pensare a un mondo senza di lei. Non soltanto è stata una cantante straordinariamente brillante, ma anche il suo impegno nella lotta per i diritti civili ha avuto un impatto sul mondo intero». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto