Sfiorata quota 130 mila: «Sempre piú amici: il festival ne ha 1200»

Il bilancio della XVª edizione. «Penseremo a nuove iniziative». Pavan: «Il debutto della Fondazione? Direi buona la prima»
PORDENONELEGGE; GIORGIO FONTANA, PREMIO CAMPIELLO
PORDENONELEGGE; GIORGIO FONTANA, PREMIO CAMPIELLO

PORDENONE. Cinque giorni di sollievo nell’era del lamento. Il festival funziona. Un serpentone informe di folla che ha occupato il centro, ordinatamente da mercoledì a ieri sera.

I numeri, i numeri. L’urgenza è dare un senso di qualunque cosa attraverso la matematica. Se usassimo di più la psicologia e la filosofia, forse, vivremmo meno oppressi dalle cifre.

Il direttore della Fondazione Michela Zin, a poche ore dal liberi tutti, seguendo le indicazioni abbastanza precise degli afflussi, dichiara «quasi 130 mila», ma sappiamo bene quanto sia impossibile calcolare i decimali. Le tabelle svelano un aumento di pubblico, «più attento a seguire gli incontri, che a girovagare godendosi il clima pordenonese».

Il mercato va su e giù, più giù che su. Le concentrazioni specialistiche hanno un loro fascinoso perché. Il giro di vento accumula desideri, svetta quello di ritornare a leggere, semmai fosse venuta meno la voglia.

Magari stiamo sovrapponendo pensieri ad altri già espressi nel pre pordenonelegge, però il rimarcare la previsione azzeccata serve per l'uno a zero della Festa con gli autori.

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PORDENONELEGGE; COLORE

Sperando duri l'effetto. Solitamente sì. L'ascoltare chi t’immagini mentre sfogli le pagine, spinge a ritrovare la sensazione avendo, a quel punto, ben netti i contorni del personaggio.

Non sembri un'idiozia. Funziona realmente così. La coda per l'autografo sarà anche un gesto feticcio, ma la statistica conforta: poi l'oggetto marchiato non lo lasci marcire sul comodino.

Il numero quindici, affrontiamolo nel mentre la marea umana sfolla, dicevamo. Archiviata la somma del totale, ne restano altre di addizioni per completare la tabella.

È sempre la Zin: «La rassegna costa 650 mila euro. Suddivisi tra soldi pubblici, nella fattispecie regione, provincia comune, e fortunatamente privati. Ciò che conforta, e non poco, è l’affetto dimostrato dai mille e duecento “amici di pordenonelegge”, un gruppo sempre più corposo. E altri trentamila euro, grazie a loro, si aggiungeranno al budget del prossimo anno».

A proposito di 2015, il presidente Giovanni Pavan, oltre diffondere lo slogan Buona prima, riferendosi all’ottimo debutto in società della Fondazione, annuncia possibili, anzi quasi certi, ritocchi al cartellone.

«Vorremmo - spiega - arricchire il già voluminoso programma con altre sezioni parallele, nuovi progetti culturali, per intenderci».

Ora manca ancora da capire l’esatto effetto festival, ovvero la ricaduta economica sul pordenonese. «Uno studio specializzato diffonderà presto i risultati. Per un euro investito si tratta di calcolare i ricavi. Che potrebbero oscillare fra i 4 e i sedici».

La percezione di tematiche globali sensibili ci ha consegnato la certezza di una circolazione massiccia di sofferenza, diffusa via carta. Traducendo: tanti plot cupi, poco sorvolati dai sorrisi.

Il comico è tramontato, restano sul campo il saggio e il romanzo oscuro. Malattie, disgrazie, guerre, fallimenti, amori dilaniati. Serve alla vendita? Notoriamente sangue, sesso e soldi, con la possibilità di infinite variabili, attecchiscono meglio rispetto alle storie di buon senso. Ci piace sporcarci le mani.

L'importante è diffondere il clima di disagio collettivo. Mah, forse è utile al conforto, al mal comune mezzo gaudio. Non lo sappiamo.

Bella gente si è vista. Una concentrazione da far perdere l’orizzonte. Pensate soltanto a sabato: ottantaquattro appuntamenti.

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«Dovremo senz’altro noi tutti circondare un tavolo e buttar giù sensazioni, certezze, eventuali modifiche. Ogni stagione - continua il direttore artistico Gian Mario Villalta - ci offre nuove latitudini da segnare , indicazioni, suggerimenti. Già l’aver diluito il programma in cinque giorni reali, rispetto ai tre effettivi - più due riservati più alle scuole - di parecchie edizioni fa, ci ha offerto opportunità aggiuntive. Ovvero: si può fare. Seppure nel cuore di una settimana lavorativa, il traffico è stato lo stesso piuttosto intenso. Consci di errori e pregi, aggiustiamo in corsa».

Da Grossman a Severgnini, segnando i due poli d’inizio e di fine corsa. Così, giusto per ricordarci qualche nome. Un vero esercito internazionale. Mai così compatto e fitto. Col professor Eco a portar peso dalla parte italiana. Oltre trecento, che si potrebbe fare pure un remake del film.

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