Set in Val Saisera per la fiction tratta dal libro di Iaria Tuti
Nel Tarvisiano i primi ciak della seconda stagione della fiction tratta dai romanzi della scrittrice gemonese. I sei episodi del nuovo “Ninfa dormiente” saranno trasmessi su Rai uno nell’autunno del prossimo anno

Il mondo inquieto che la scrittrice gemonese Ilaria Tuti ha generato nelle sue opere di gran successo editoriale, ritornerà a far parte della famiglia Raiuno - con la Puplispei ancora produttore assieme a Rai fiction - e il fondale è nuovamente l’innevato alto Friuli della Val Saisera. In verità, nel film “Ninfa dormiente” - sei episodi da ottobre/novembre 2024 - la scenografia naturale è la Val Resia, ma logisticamente è una location un po’ scomoda per piazzare cineprese, nonostante «di gente - dice il vicesindaco Giuliano Fiorini - che viene qui a vedere i luoghi calpestati da Teresa Battaglia di “Fiori sopra l’inferno” ce n’è tanta».
Agli ordini del regista Kiko Rosati, un lungo slalom televisivo nelle crime story, “Imma Tataranni” e “Gomorra” compresi, per sei settimane il cast e le maestranze romano/friulane stanno girando la complessa vicenda del secondo romanzo, “Ninfa dormiente”, appunto, in uno scenario complesso. Svela Chiara Valenti Omero della Film Commission Fvg: «La sceneggiatura non prevedeva la neve. Con qualche abile ritocco ce la siamo portata a casa.
Ne è venuta giù a fiocchi per giorni. La curiosità è che nella prima serie, invece, la neve l’abbiamo dovuta scaricare noi dai camion. Va be’, tutti intoppi risolvibili».

Per le altre sei settimane ci penserà la capitale a offrire gli interni. Poi la post produzione.
L’improvvisa influenza di Elena Sofia Ricci ha sparigliato i programmi sia di riprese, interrotte ieri pomeriggio prima del previsto, sia del cosiddetto incontro con la stampa per sciogliere nel tè caldo alcune curiosità.
«Mi spiace davvero, ma sta cosa mi ha davvero stesa, però ci volevo essere almeno per un saluto», spiega l’attrice. E viene fuori un’indiscrezione. «Quando mi chiamarono anni fa per propormi il personaggio della Battaglia, risposi di no senza pensarci troppo – racconta –. Un altro commissario? Per l’amor del cielo, ragionai. Grazie. “Almeno leggiti la storia”, mi implorarono. Presi in mano il libro perché glielo promisi. Arrivata alla fine, li richiamai: avevate ragione. Farò la Battaglia».
E cos’è che convinse la Ricci a infilarsi in una nuova avventura televisiva? «Teresa è una profiler, ovvero una che analizza la scena del crimine e raccoglie le personalità del presunto colpevole, emigra alla grande dalla figura del solito vice questore di cui la tv e i libri sono zeppi».
E, a quanto si fanno sfuggire regista e attori, la saga continuerà. Seguendo l’ordine cronologico delle opere della Tuti.
Intanto bisogna portare all’ultimo ciak “Ninfa dormiente”. A quanto spiegano loro non proprio una passeggiata per la complessità della storia. Nel senso? «Fiori sopra l’inferno” – spiega Elena Sofia – aveva un andamento cinematografico, “Ninfa”, no. Ed è servito uno sforzo in più».
Nel romanzo, giusto per tratteggiare la vicenda, viene trovato un quadro realizzato da un partigiano, ormai relegato in un mutismo ostinato dopo essere sopravvissuto a un terribile trauma, e si scopre che il dipinto, raffigurante una giovane donna, è stato realizzato con sangue umano. Fine del tratteggio.
Udine città è prevista come sfondo nel ruolino di marcia del girato friulano. «Non potrebbe essere altrimenti – dice il regista Rosati – in quanto Teresa lavora nella Questura udinese e la prima scena della serie la gireremo da lunedì 18.
Certo, il mese della storia è febbraio, quindi ho dovuto cercare luoghi invitanti, evitando lo sfarzo delle luminarie. Diciamo che in tutte le inquadrature ho cercato di restituire al meglio questa splendida terra che offre davvero panorami pazzeschi. Girare a meno quindici certo non è stato una passeggiata di salute, ma stavamo dentro una cartolina e questo ci ha fatto dimenticare il freddo».
Giuseppe Spata (Massimo Marini) e Gianluca Gobbi (Giacomo Parisi) sono attori/personaggi conosciuti per chi si è appassionato al thriller tv della Battaglia. «Stavolta – ricorda Gobbi – io e Massimo saremo più complici e amici. E, soprattutto, Parisi si è finalmente comprato un paio di scarpe da montagna. La prima volta arrivò a Tarvisio con ai piedi delle sneakers. Poi l’idea fu trasferita anche nella fiction».
I friulani? «La prima sera in pizzeria – racconta Spata – ci guardarono sospettosi perché Gianluca disse loro che io ero siciliano. Chissà che pensarono di noi. Pian piano siamo diventati amici di tutti. Meravigliosa vita quassù».
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