Scritti, documenti e libri: Majano cataloga l’archivio di Domenico Zannier
In biblioteca riprodotto lo studio dell’intellettuale friulano. Il sindaco: «Documenti importanti, un anno di lavoro»

A sei anni dalla morte del sacerdote-letterato don Domenico Zannier, poeta candidato al Nobel, critico d’arte, traduttore e giornalista, la giunta comunale di Majano – che il religioso nominò erede della propria casa e soprattutto del suo immenso patrimonio librario e documentale, frutto dell’impegno e degli interessi di una vita – ha approvato una delibera che autorizza la richiesta di un contributo per procedere a una certosina opera di catalogazione dell’archivio, custodito ora dalla biblioteca comunale ma non ancora ordinato e dunque di consultazione tutt’altro che agevole.
«La domanda – chiarisce il sindaco Elisa Giulia De Sabbata – è rivolta alla Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia, che si occuperà della pratica, in quanto i fondi auspicati dovrebbero arrivare direttamente dal Ministero della cultura, considerata la rilevanza culturale dell’operazione. Nel bilancio comunale, per il momento, non sono state stanziate poste ad hoc: vedremo alla prossima variazione. L’importo complessivo necessario potrebbe aggirarsi intorno ai 10-12.000 euro.
L’intervento – commenta poi – riveste una notevole importanza ai fini della fruizione dell’incredibile quantità di materiale cartaceo prodotta da don Zannier, con i suoi tantissimi scritti e appunti (tracciati anche su foglietti improvvisati, per esempio i ticket per il parcheggio, sui quali il sacerdote annotava i propri pensieri), che rappresentano fonte di grande interesse per molti studiosi e appassionati.
Al momento – conferma la prima cittadina – tutto questo patrimonio è assemblato in maniera sommaria, senza un criterio che ne agevoli la ricerca e la fruizione: insieme alla Soprintendenza, così, abbiamo deciso di provvedere a una doverosa azione di riordino, che verrà eseguita da esperti, con criteri rigorosi e scientifici».
Una volta sistemati, gli scritti potranno dunque essere individuati in maniera snella e agevole, a differenza della situazione in essere. Le attività di catalogazione richiederanno all’incirca un anno di impegno: obiettivo sarebbe avviarle entro l’estate, in modo che per la successiva il traguardo possa essere raggiunto.
La creazione della sala in memoria del sacerdote poeta rimanda al 2019, dunque alla precedente amministrazione comunale, guidata dal sindaco Raffaella Paladin: «I testi occupano 16 metri lineari», sottolinea De Sabbata, per dare la misura dell’entità del lascito. «L’amplissima sezione libraria – spiega la responsabile della biblioteca, Antonella Soravito – è ormai catalogata e collocata al 90%, nella stanza che riproduce lo studio di don Zannier, nella quale è esposta anche la sua macchina da scrivere.
Si compone di pubblicazioni acquistate o ricevute in dono dal religioso, che rispecchiano la sua grande passione per la storia e la cultura del Friuli e, in particolare, per le lingue minoritarie: trattandosi, in parecchi casi, di libri particolari e ricercati, riceviamo richieste di consultazione da parte di studiosi da tutta Italia, e questo rappresenta senza dubbio un motivo d’orgoglio per Majano.
L’attività di riordino – conferma poi – riguarderà l’archivio, che si compone di un’infinità di incartamenti: manoscritti, dattiloscritti, veline, corrispondenza, appunti, bozze di stampa, fatture, locandine delle presentazioni degli eventi legati alle molteplici attività di don Domenico Zannier. Sono documenti di estremo interesse (non a caso anche oggetto di tesi di laurea), ma appunto estremamente difficili da trovare, nelle condizioni odierne: la catalogazione porrà rimedio a questa situazione, segnando un fondamentale passo in avanti».
In parallelo, dopo la paralisi provocata dalla pandemia l’amministrazione comunale sta ragionando sulla destinazione d’uso da dare all’abitazione del sacerdote, che in ogni caso necessiterà di interventi preliminari: «Certamente – sottolinea la prima cittadina – la funzione dovrà essere di carattere sociale».
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