Riparte la rassegna In File: ai Colonos cinque serate e una mostra
Si parte domenica 26 gennaio con un evento su Socrate e Musk. Tra gli ospiti Bruno Forte e Walter Tomada

«Devo confessare che non è un’emozione da poco poterci ritrovare, dopo due anni, nella vecchia stalla dei Colonos per fare "la file", un'usanza sociale del mondo contadino che abbiamo voluto riportare in vita nello stesso luogo in cui veniva praticata, ossia nella stalla, naturalmente sintonizzata sulla sensibilità di un altro tempo, lontano anni luce».
Così Federico Rossi, presidente dell’Associazione Culturale Colonos e direttore artistico della rassegna “In File”, che ricorda: «Il primo incontro, che aveva dato il via a questa singolare avventura, era stato nel gennaio del 1998, quando sotto il titolo “Cieli nuovi e terra nuova” si erano confrontati un prete, pre Toni Beline, e un ateo, Tito Maniacco, riuscendo tra l’altro a incrociare più affinità che divergenze».
E ora “In File” riparte, continua Rossi con un senso di gratitudine: «È grazie alla straordinaria azione di solidarietà con cui i friulani hanno ricreato le condizioni per un rilancio culturale dei Colonos che ora abbiamo l’opportunità di ritrovarci, come comunità di persone, a riflettere sulle sfide del presente, sul senso della vita, sulle prospettive del Friuli con una serie di incontri davvero imperdibili, imperniati su un argomento tabù, che resta invece di vitale importanza per l’attuale società e per le nuove generazioni».
Cinque gli appuntamenti e una mostra, attorno al tema “Magisterium”. Angelo Floramo, consulente scientifico da 15 anni, spiega il senso dell’edizione 2025 che nasce da un’esigenza attuale: «Capita sempre più spesso di chiedercelo, in questi nostri giorni senza stelle: “Ma dove sono finiti i Maestri (e le Maestre)?”. Coloro che saprebbero spronarci, aiutarci a capire, o anche semplicemente sgridarci per la sciatteria intellettuale, culturale e umana in cui versiamo. In un’epoca buia di smarrimenti come la nostra, diventa fondamentale ricorrere alle figure fondative, quelle che hanno lasciato le loro orme sulla sabbia del tempo sgranato dalle nostre clessidre, non tanto perché le seguissimo, ma per invitarci a fare lo stesso, aprendo nuove piste e rinnovati sentieri.
La rassegna nasce così per cercare di capire chi sono stati in passato e chi sono, se ci sono, i nostri maestri, oggi, in questa terra friulana che ne ha avuti tanti, anche se non sempre sono stati riconosciuti o debitamente ascoltati. Buoni e cattivi maestri, maestri comunque capaci di indicare strade nuove, magari invitandoci alla ribellione o esortandoci a guardare lontano, sia in direzione delle origini che in quella delle mete».
Si parte domani, domenica 26 gennaio alle 16.30 con “Da Socrate a Musk (passando per il Friuli)”. Federico Rossi introdurrà le relazioni di Bruno Forte e Walter Tomada.
Domenica 2 febbraio, alle 16.30 prenderà vita, nella stalla di Villacaccia, “Mestri di mont”, live- book di e con Martina Delpiccolo e Fabiano Fantini, dal libro di Tito Maniacco, con traduzione inedita in lingua friulana.
Il 9 febbraio alle 16.30 si svolgerà la conferenza di Marisa Sestito e Angelo su “Cora Slocomb di Brazzà” con i canti della tradizione orale femminile interpretati dal duo Canti Erranti, Patrizia Bertoncello e Nilla Patrizio.
Il 23 febbraio alle 16.30 si parlerà di “Friuli, culla e laboratorio per i maestri di domani”. Verranno presentati giovani talenti friulani: Gianluca Ceccato, Nicole Coceancig, Davide Degano, Alvise Nodale, Giulia Sassara, in dialogo con Angelo Floramo.
Il 2 marzo alle 16.30, si terrà la conferenza di Francesco Messina su “George Ivanovič Gurdjeff. Oriente e Occidente”.
Dal 26 gennaio al 2 marzo sarà aperta, in occasione degli incontri della rassegna, la mostra a “Segnali del proprio presente”, a cura di Eva Geatti e Michele Bazzana, con i disegni di Giuseppe Zigaina e di Davide Macor al suo debutto.
La rassegna è un progetto Colonos, realizzato con il contributo di Regione Friuli-Venezia Giulia e Arlef, il sostegno di Nonino Distillatori, in collaborazione con Associazione Glesie Furlane, Clape di culture “Patrie dal Friûl.
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