Restaurato il fondo di Aldo Beltrame: al Craf un viaggio nell’arte del fotografo spilimberghese

I tecnici hanno messo a punto un accurato intervento di condizionamento. La sezione a lui dedicata conta oltre 4 mila negativi su pellicola

Alvise Rampini
Uno scatto di Aldo Beltrame
Uno scatto di Aldo Beltrame

Per un’istituzione pubblica come il Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo, acquisire un fondo fotografico di interesse artistico o documentale comporta, oltre che un orgoglio e uno stimolo per continuare a operare nel rispetto della missione originaria, un’assunzione di responsabilità per la sua corretta conservazione e opportuna valorizzazione.

Fondato a Spilimbergo nel 1993 da Italo Zannier con la preziosa collaborazione di Walter Liva, storico direttore, il Craf è stato riconosciuto nel 2014 dalla Regione Friuli Venezia Giulia quale polo di riferimento per le attività di ricerca, studio, raccolta, censimento, archiviazione, conservazione, digitalizzazione e valorizzazione della fotografia. Nei suoi oltre trent’anni di attività, questo istituto ha rappresentato un’eccellenza nella promozione, studio e tutela del bene fotografico, capace di intrattenere stabili relazioni con le principali istituzioni fotografiche. Tra i fondi più importanti conservati al Crafva ricordato l’archivio di Luigi Crocenzi (1923-1984), che contiene opere di Mario Giacomelli, Ugo Mulas, Ferdinando Scianna, Mario Cresci, Toni Nicolini, Pepi Merisio, Piergiorgio Branzi.

Uno scatto di Aldo Beltrame
Uno scatto di Aldo Beltrame

Tra i fondi di carattere regionale, invece, quello di Aldo Beltrame e la collezione completa del Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia, l’archivio di Francesco Krivec, Carlo Bevilacqua, Tullio Stravisi, Katia Drigo, Orio Del Mistro, Gianenrico Vendramin, Piero Vanni, Carlo Innocenti, Gianni e Giuliano Borghesan. Il Craf è dotato di una biblioteca specializzata, attualmente in ristrutturazione, composta da oltre 12.000 monografie e 50.000 periodici, prevalentemente pubblicazioni specializzate nei settori della storia e delle tecniche fotografiche.

Nel caso della fotografia, la delicatezza strutturale del materiale fotosensibile, spesso conferito in condizioni già precarie, esige complesse e delicate operazioni di messa in sicurezza dei supporti, restauro fisico e conseguente digitalizzazione e catalogazione secondo parametri rigidi e rispettosi dei più alti standard condivisi a livello nazionale.

Il fondo fotografico di Aldo Beltrame, spilimberghese di nascita trapiantato in Abruzzo e recentemente scomparso, è solo l’ultimo di una lunghissima serie di raccolte fotografiche che il Craf ha in deposito, insieme ad altri amici e colleghi come Carlo Bevilacqua, Toni Del Tin, Fulvio Roiter, Gianni e Giuliano Borghesan e Italo Zannier, ideologo e ispiratore del Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia fondato nel 1955 proprio a Spilimbergo.

L’importante sezione dedicata a Aldo Beltrame contiene tutta la sua principale produzione, da quella neorealista delle origini, prevalentemente professata nei luoghi natali, a quella più concettuale, praticata tra la fine degli anni Sessanta e gli Ottanta del secolo scorso, fondata su una particolare attenzione alle peculiarità del linguaggio fotografico che considerava fortemente condizionato dalla “lingua della macchina”, ma sempre ancorato alle tematiche sociali.

Composto da oltre quattromila negativi su pellicola, in formato 35 mm e 6x6 cm, il Fondo Beltrame è stato oggetto, tra la fine del 2024 e la primavera del 2025, di un accurato intervento di condizionamento, eseguito dai tecnici del Craf, che hanno messo in sicurezza gli originali, sia in pellicola che cartacei, attraverso un’attenta pulizia delle superfici e traferendoli dai contenitori d’epoca a quelli conformi con gli ottimali standard di conservazione, e contestualmente digitalizzandoli ad alta risoluzione per renderli fruibili al pubblico in modo da preservare gli originali che saranno conservati nel deposito climatizzato ad alte prestazioni del Craf.

È una prassi questa, applicata a tutti i materiali acquisiti e conservati dal Centro spilimberghese, che richiede notevoli risorse, in termini di personale professionalmente qualificato, tempistiche di attuazione, attrezzature tecnologiche, e dunque comporta un investimento finanziario impegnativo che di norma il budget istituzionale non riesce a coprire integralmente, per quelle che si rivelano le tante emergenze o anche opportunità che l’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio propone costantemente. Nel caso del Fondo Beltrame, come già di tanti altri fondi conservati dal Craf, si è rivelato quindi fondamentale il sostegno della Fondazione Friuli, ancora una volta partner essenziale per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale.

Le immagini di Aldo Beltrame costituiscono un lascito importante che sarà fruibile prossimamente nel sito del Craf, materiale che conserva la memoria storica e le vicende culturali e sociali di alcuni decenni del “secolo breve”. 

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