Rampini: il Friuli è terra di confine sa affrontare la crisi degli imperi

L’inviato di Repubblica al festival con la sua ultima analisi “L’età del caos” sullo scenario mondiale «Il quadro, però, non è tutto negativo: la confusione globale genera nuove idee e nascono i Bill Gates»
Di Davide Francescutti
PORDENONELEGGE 2015 - FEDERICO RAMPINI
PORDENONELEGGE 2015 - FEDERICO RAMPINI

Lo sguardo attento di Federico Rampini, inviato di Repubblica ospite a Pordenonelegge per presentare la sua ultima opera “L’età del caos”, trova un ruolo anche per il Friuli Venezia Giulia nello scenario mondiale sempre piú dominato dall’incertezza e alla ricerca di un nuovo ordine. «Siete una terra di confine - ha dichiarato a margine dell’incontro con la stampa ieri mattina - e avete ben presente cosa significhi vivere in Imperi in fase di decadenza: una conoscenza che, nella situazione odierna, può essere molto utile».

Giornata pordenonese molto piena per lui: dopo i colleghi giornalisti al mattino, nel pomeriggio ha intervistato la scrittrice e dissidente e nordcoreana Hyeonseo Lee prima di concedersi al pubblico nell’incontro a lui dedicato in serata in piazza della Motta e sostenuto da Friulovest banca. Dall’avanzata degli integralisti islamici dell’Isis che spinge migliaia di profughi verso l’Europa, dalle difficoltà economiche della Cina alle mire della Russia fino al ruolo dell’America, ha delineato il caos che domina l’attualità globale.

«Ma attenzione - ha tenuto a sottolineare - il caos di cui parlo nel mio libro non è necessariamente in termini negativi: se noi che abbiamo i capelli bianchi ne sottolineiamo le incertezze, per i ventenni è una condizione naturale in cui vivono. Basti pensare al lavoro giovanile: non solo qui in Italia, ma anche negli Usa ci sono tanti posti da freelance, ma scarse possibilità di ambire agli stipendi dei propri genitori. E proprio in questo quadro con poche certezze, a partire dalla Silicon Valley scaturisce la creatività e il caos diventa l’opportunità per piccole start up che sfidano, e sconfiggono come fece Bill Gates con Ibm, i colossi». Proprio nella California ci sono secondo Rampini le nuove forze che per creare distruggono. «L’aggettivo piú in voga al momento nella Silicon valley è “disrupted” - ha raccontato il giornalista - ovvero dirompente e distruttivo: viene utilizzato dai giovani delle start up per presentare le proprie idee ai probabili finanziatori. E infatti piccole applicazioni, come per esempio Uber nei confronti dei tassisti, hanno sconvolto interi settori». Un’età di passaggio che non si sa quando durerà. «Si stanno chiudendo i 500 anni di dominio mondiale dell’uomo bianco - ha aggiunto - iniziati con le grandi esplorazioni geografiche: il pendolo della storia sta tornando a spostarsi verso l’Asia, ma a oggi non c’è ancora una pax cinese alternativa alla pax americana né potrà prendere questo ruolo egemone il mondo arabo, bloccato da una narrazione vittimistica del mondo che incolpa sempre l’Occidente invece delle sue stesse classi dirigenti». La soluzione potrebbe trovarsi nel passato. «Il mio libro non è un instant-book che ripropone i titoli dei telegiornali - ha sottolineato Rampini -, ma punta a raccontare una prospettiva piú ampia, cercando il filo conduttore del nostro tempo nei vari focolai di caos. In questo viaggio ho recuperato i pareri di alcuni illustri pensatori e tra le soluzioni per una nuova stabilità citerei quella di Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, che propugna un nuovo Congresso come quello di Vienna del 1815 per un nuovo ordine mondiale: una prospettiva storica, quella del periodo lungo, che mi interessa».

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