Rachele Risaliti: «La donna elegante è il must del 2017»

GIAN PAOLO POLESINI. Non è una miss sdraiata, per dirla alla Michele Serra. O semplicemente una ragazza in simbiosi col cellulare. No, Rachele preferisce il calore dell’umanità alla freddezza del touch. C’è speranza.
«Navigo controvoglia, l’indispensabile. Saranno meglio gli amici veri?».
Uno a zero per Risaliti da Prato, ventunenne biondina, occhio verde ipnotico, timida, modi gentili, con più grinta se una telecamera la punta. «Mi sto sgrezzando pian piano. Figuratevi cos’ero prima dell’incoronazione. Appena piglio confidenza mi scateno, questo sia chiaro».
La giovinetta dal bel parlare toscano con tutte le aspirate al posto giusto, a Miss Italia non ci voleva proprio andare. Direte: ah be’, poi vincono sempre quelle capitate lì per una strana conversione del destino. Può darsi. «In realtà mi arrivò a casa la domanda di casting e ne fui sorpresa. A tutt’oggi non so chi ringraziare. Ci andai, ovviamente. Finché mi ritrovai la sera del dieci settembre con una corona in testa. Proprio in quel preciso istante colsi esattamente la situazione. Oddio, sono Miss Italia. E ora?».
Rachele è di passaggio friulano per il ruolo cucito addosso alle fasciate di lusso: la madrina. Udine Sposa l’ha fotografata ieri sera nell’abbrivio della tre giorni fieristica.
- Come dire, vista la situazione ne approfittiamo: che ci dice del matrimonio?
«Vivo una famiglia allargata magnifica. Spiego: i miei si separarono quando avevo tre anni e le loro nuove esistenze si sono fuse a quelle di altre persone con molta armonia».
- Più o meno come i Cesaroni?
«Ecco, sì, senza convivenza, però. Quando c’è la festa siamo tutti pronti a incontrarci. Nonostante il trambusto non ho affatto perso i valori dell’amore tradizionale. Anzi. Comunque a vent’anni salire all’altare non è un pensiero fisso, me lo conceda».
- Concesso. E ci mancherebbe. Andiamo al sodo. Lei studia moda a Firenze, anche se buttato così è riduttivo.
«Tecnicamente è Fashion Marketing Management e, in parole povere, è ciò che sta dietro al prodotto».
- In pratica lo sguardo sul trend lei ce l’ha di default. E, dunque, come si vestirà la donna del 2017?
«La vedo elegante, non ha importanza la griffe. Il capo costoso non produce fascino, semmai è lo stile personale a fare la differenza».
- Stilisti charmant?
«Coco Chanel, il tempo non l’ha certo svalutata. Resta un modello immortale».
- Restando nel femminile. Al suo fianco, nella finale a due, c’era Paola Torrente, una curvy, per usare la terminologia contemporanea corretta. Qualcuno ha detto che le miss taglia 44 dovrebbero gareggiare a parte...
«La bellezza va al di là dei numeri. Siamo tutte sotto lo stesso giudizio, poi il popolo ha facoltà di scelta. Purtroppo ancora legati allo stereotipo di avvenenza tradizionale, ecco. Girano modelle curvy meravigliose, la passerella è democratica».
- Non trascuriamo la Risaliti sportiva. E d’alto lignaggio, persino.
«Da piccina a ora, la ginnastica è stata compagnia quotidiana, fin troppo. Ho stoppato quando gli impegni tracimavano nella giornata dedicata a me».
- La popolarità cambia le abitudini. L’occhio invasivo del gossip la agita?
«Per nulla. Mi hanno attribuito una zia Boschi e un padre Antonio Conte. Dicono assomigli ai due, in qualche modo. Ho riso. Magari a qualcuno scoccia».
- Lo sa che lei ha un espressivo volto cinematografico?
«Non ci pensavo, ma adesso comincio a ragionarci su. Semmai capitasse, meglio farsi trovare in piedi, no?».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto