Quando il film western creò Hollywood

Da oggi, alle 11.45 al Teatro Verdi, comincia la rassegna fra cowboy e cowgirl, una quindicina di film pressoché sconosciuti
Di Carlo Gaberscek

Quello che è considerato il primo film della storia del cinema, The Great Train Robbery (La grande rapina al treno, 1903) è un western, ma la definizione ufficiale del genere western non nasce immediatamente.

Tra il 1903 e il 1909 vengono prodotte molte pellicole western nel senso di storie (di genere drammatico, melodrammatico, commedie, storie d’amore) ambientate nel West. Era un West approssimativamente rappresentato, perché in realtà quei film venivano girati nell’Est, dove erano sorti i primi stabilimenti cinematografici: nel New Jersey e nello stato di New York. Se, fin da subito, il pubblico, soprattutto giovanile, dimostrava di apprezzarli per la loro vitalità e immediatezza, erano disprezzati dalla critica, anche perché molti di tali prodotti denunciavano un mediocre o scarso livello tecnico. Solo qualche voce si levava a loro favore, scorgendo in quei film «la quintessenza dei temi americani». Ci si rendeva conto che si trattava di tipici prodotti nazionali americani, che nei contenuti e nello stile si differenziavano nettamente dai film d'importazione, soprattutto francesi, ma anche danesi e italiani. Una svolta decisiva si verifica alla fine del decennio, quando alcune case cinematografiche decidono di girare i loro film nell’autentico West, dapprima in Colorado e poi in altri stati (Arizona, New Mexico, Texas), concentrandosi infine in California, dove nel giro di pochi anni si sarebbe sviluppata la capitale del cinema americano. Si può dunque affermare che il western ha fatto nascere Hollywood.

La rassegna sul cinema western organizzata da questa edizione delle Giornate del Cinema Muto si propone di ricostruire la formazione di questo genere cinematografico tipicamente americano, ma che ben presto ha anche un grande successo a livello mondiale, attraverso una quindicina di film, pressoché sconosciuti anche agli esperti del genere, usciti nel biennio 1912-13, quando, superata la fase dell’infanzia ed elevato il suo livello qualitativo, questo tipo di cinema dimostra di aver fissato i suoi caratteri, personaggi, situazioni, luoghi, schemi narrativi, tanto che western diventa ufficialmente il nome di un vero e proprio genere cinematografico.

I film della rassegna sono suddivisi in tre gruppi. Il primo, in programma al Teatro Verdi oggi alle 11.45, comprende pellicole, incentrate sulla figura del cowboy, che il cinema tanto ha contribuito a mitizzare, tra esse anche una interpretata dal celebre Tom Mix. Nel secondo gruppo (giovedì, ore 16.45) pellicole che hanno come soggetto le cowgirls, donne che a fianco dei loro uomini o anche da sole devono affrontare la dura e pericolosa vita del West. Il terzo gruppo (venerdì, ore 14.30) è dedicato a film di indiani. Quasi sempre i film di indiani erano interpretati da attori bianchi, con poche eccezioni, come nel caso di James Young Deer, il primo regista indiano del cinema americano, nonché produttore e attore. Però, pur utilizzati molto spesso come masse di comparse, solo più di cinquant’anni dopo si sarebbero visti regolarmente sullo schermo indiani nel ruolo di protagonisti o coprotagonisti.

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