Pistoletto a Villa Manin: «Oggi l’opera d’arte ha responsabilità sociale»

A Villa Manin le opere del maestro in dialogo con undici artisti del territorio e varie realtà impegnate nella trasformazione dell’habitat umano e ambientale

Elena Commessatti
www.pierluigidipietro.com
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Li chiama umilmente “predellini” Michelangelo Pistoletto le sue “storiche” opere in mostra da oggi a Villa Manin a Passariano, e li commenta come base per lo sviluppo di un’attività sociale e artistica ispirata ai principi della sua virtuosa Cittadellarte. In realtà sono «tra i suoi più importanti lavori», come giustamente sottolinea Guido Comis, direttore di Villa Manin e artefice dell’iniziativa targata Erpac che terminerà il 31 dicembre.

Oggi l’inaugurazione di uno dei progetti più interessanti del 2024 in Friuli Venezia Giulia, che vedrà la dimora dei dogi in dialogo con le opere di Pistoletto e con artisti, associazioni e realtà del territorio. Si chiama “Terza Terra” l’articolato progetto che porta la lungimirante Cittadellarte di Biella, ora patrimonio Unesco, a Villa Manin e in relazione “attiva” con molti soggetti della regione, coinvolti in dinamiche attività di trasformazione.

I capolavori di Pistoletto, uno dei maggiori artisti italiani, e ci stiamo riferendo ad esempio a Quadri specchianti, Venere degli stracci, Sfera di giornali, il Metro cubo d’infinito, entrano così in dialogo, dentro gli spazi “perfetti” della villa, con le creazioni di undici artisti provenienti da regione, Italia e estero.

L’invito è quello di confrontarsi con le istanze di trasformazione etica e sociale proprie dell’opera del maestro. Il tema è quello della responsabilità sociale dell’arte. Della pratica attiva di cambiamento: “la demopraxia”.

«Non è più il tempo di creare opere individuali, introspettive», racconta Pistoletto, «l’opera deve essere coinvolgente e collettiva. Il concetto di fondo di Cittadellarte è quello di mettere in una composizione progettuale una forma di cooperazione creativa tra società e arte, e che dall’arte si estende e penetra dei pori, come ad esempio la politica, l’educazione, il design, lo sport, la moda, tutti i campi della società».

E poi continua: «Cittadellarte a Biella viene spesso paragonata agli Uffizi fiorentini: una fabbrica di trasformazione artistica che ha portato al Rinascimento.

L’idea di riprendere a Villa Manin, nata tra l’altro da famiglia di origine toscana, la capacità di visione creativa degli Uffizi, è un evoluzione naturale».

Il programma coordinato da Guido Comis e da Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, insieme a Giacomo Bassmaji, project manager Opera Demopratica Villa Manin è ricco e fittissimo di intrecci, scambi di idee, testimonianze. Progettualità.

Già oggi dalle 9.30 inizia il primo Forum dedicato alla politica e che si svolgerà fino all’orario ufficiale dell’inaugurazione prevista alle 18, in cui alla presenza dell’artista stesso verranno presentate le opere degli artisti Ryts Monet, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Luigi Coppola, Noor Abed, Tiziana Pers e Michele Spanghero.

Vive in giardino il “Terzo Paradiso”, famosa opera-simbolo dall’artista. A Villa Manin il Terzo Paradiso è seminato in canapa e lino (e senape) e crescerà nel corso dei mesi.

Utilizzato anche biochar, come racconta Armona Pistoletto, la figlia: “un carbone di origine principalmente vegetale”. “Il Terzo Paradiso”, ci racconta poi l’artista «è la terza fase dell’umanità. A tale fine occorre innanzi tutto riformare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune».

Per la selezione degli artisti chiamati a dialogare con i temi e le istanze rappresentative delle opere di Pistoletto (tra i quali Ryts Monet, Caretto - Spagna, Collettivo Robida, Luigi Coppola, Chiara Sgaramella, Noor Abed, Nico Angiuli, Tiziana Pers, Isabella Pers, PLoT - 2021: Colette Lewis, Marilyn Lennon, Elinor River- , Michele Spanghero), Villa Manin ha collaborato con il comitato curatoriale di Unidee, Residency Program (il programma ultraventennale di residenze di Cittadellarte) composto da Juan E. Sandoval, Andy Abbot, Alessandra Saviotti (curatrice) e Beatrice Catanzaro (artista), mentre per il programma di incontri che accompagneranno la mostra la collaborazione è stata con Giacomo Bassmaji.

«Il progetto di Villa Manin – evidenzia Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – si innesta su un lavoro collettivo di costruzione, ricerca e realizzazione, sviluppato da Cittadellarte in questi venticinque anni. È un quarto di secolo di produzione e ricerca artistica volta alla trasformazione sociale, oggi riconosciuta anche come una delle pratiche dell’arte contemporanea più urgenti e significative».

Gli incontri organizzati intorno al percorso espositivo si terranno in un’arena temporanea realizzata con materiali ecologici e riciclabili nel salone centrale della villa, progettata e costruita dagli studenti dell’Isia Roma Design di Pordenone, sotto la guida dei loro docenti.

«Il lavoro collaborativo dell’istituto – evidenzia Guido Comis – incarna lo spirito promosso da Cittadellarte e della demopraxia stessa: l’arena è il frutto del confronto di idee e il contributo manuale di una comunità, in questo caso di studenti e docenti».

Per tutte le info: www.villamanin,it, email info@villamanin.it, telefono 0432 821211.

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