Paiato e Scomegna grande prova al teatro Verdi

MARIO BRANDOLIN. Due donne, una un poco in là con gli anni, l’altra piú giovane che una volta alla settimana le fa da badante, per un confronto aspro e tenero al tempo stesso alla ricerca di una...
Di Mario Brandolin

MARIO BRANDOLIN. Due donne, una un poco in là con gli anni, l’altra piú giovane che una volta alla settimana le fa da badante, per un confronto aspro e tenero al tempo stesso alla ricerca di una complicità che le faccia uscire dal tunnel di disperazione e solitudine. Sone le protagoniste di “Due donne che ballano”, un copione feroce e un poco melò - secondo la miglior tradizione spagnola - del catalano Josep Maria Benet i Jornet, al Verdi di Pordenone in esclusiva regionale. Copione non propriamente di ferro, anche scontato nel suo prender corpo sulla scena: cinque quadri in cui l’avvicinamento tra le due, procede lentamente tra uno svelarsi reciproco, faticoso e astioso, che inevitabilmente le fa avvicinare sino a condividere il gesto finale in cui, ballando sulle note dolciastre di “Somethin’ Stupid”, si danno la morte, finalmente e tragicamente libere dai fardelli, di miseria di violenza e di affetti mancati che le hanno dolorosamente segnate. Lo spettacolo si regge tutto sulla prova delle due interpreti: una Maria Paiato, straordinaria e irriconoscibile tanto appare invecchiata dal rancore di una vita segnata solo dalla vivezza dei ricordi focalizzati su una collezione di giornalini letti nell’infanzia; e una Arianna Scomegna di incredibile durezza, il cuore di giovane donna reso di pietra da una relazione brutale e dalla perdita del figlioletto. Sono loro, due tra nostre migliori attrici, pluripremiate, a darci dentro in una storia che si nega qualsiasi colpo d’ala, qualsiasi possibilità di redenzione. Per il teatro pordenonese un altro punto messo felicemente a segno nel proporre un teatro che non rincorre mode o facili intrattenimenti.

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