Nessuna Marea, di Michele Londero
Pubblichiamo integralmente il racconto finalista del Premio Scerbanenco 2024. Il vincitore sarà premiato sabato 26 ottobre alle 18, in biblioteca comunale

Pubblichiamo integralmente il racconto “Nessuna marea” di Michele Londero, finalista del Premio Scerbanenco 2024. Il vincitore sarà premiato sabato 26 ottobre alle 18, in biblioteca comunale.
Con il Modulo Elettromeccanico Lignanese, in posizione protettiva dal ’52, la marea non
esiste più.
Le gigantesche paratie di acciaio, allineate e incrostate di molluschi, uniscono la foce del
Tagliamento all’isola Marinetta. Un arco giallo e regolare, chiazzato d’alghe, che si innalza
a controbilanciare la pressione dell’alto Adriatico, vietandogli quella sabbia d’oro di cui, in
sua assenza, non rimarrebbe traccia. Il vicino Veneto, più ricco ma meno lungimirante, non
ha cominciato i lavori per tempo e adesso di località come Bibione, Caorle, Eraclea o Jesolo
non rimane altro che… turismo sommerso.
Letteralmente.
Nessuno si aspettava un cambiamento così repentino.
Il MEL ha settato il livello ottimale del bagnasciuga all’altezza della seconda linea di colonne
della Nuova Terrazzamare, fissando in 15 metri la distanza risacca-ombrelloni, costosa zona
vip, dove è concesso ancora il lusso, durante le ore del giorno, di poter stendere
l’asciugamano direttamente sulla sabbia.
È qui che giace il corpo sventrato di Marcello Ciutto.
Supino. Vestito. Il viso irsuto che comincia a gonfiarsi, teso in un ghigno di rabbia, da sotto
la maglietta Ciutto libera gli intestini verso l’acqua salata. L’ispettore Quinto Olivo, mentre
scatta le prime foto, pensa che a voler cercare della poesia, in quella scena, le viscere
paiono serpi in fuga, che abbandonano disperate il loro ospite, ferito a morte.
L’Ispettore digita gli estremi anagrafici della vittima sul palmare.
Non che ci sia del mistero sull’identità. Marcello Ciutto era conosciuto e sfuggente. Venerato
dai pochi irriducibili dell’opposizione, ma odiato da tutti gli altri. Viveva in latitanza tra i casoni
e i vecchi porti, alcuni dicevano nella città fantasma di Pertegada, altri nella palude di
Precenicco sulle nuove foci dello Stella. Ricercato per protesta civile, resistenza passiva,
reati contro il patrimonio e diffusione di informazioni pericolose per la sicurezza regionale,
era solo questione di tempo, anche se forse gli avrebbe giovato di più essere catturato dalle
forze dell’ordine.
Un dissidente, in questi Settanta di transizione e rivolte, non può sperare di mettersi contro
lo Stato Regionale e durare a lungo, per quanto sia scaltro e abbia dei luoghi la conoscenza
di chi vi ha vissuto da bambino.
L’Ispettore Olivo si accovaccia sul cadavere.
Senza maree non c’è pericolo che le correnti lo allontanino dalla riva o che lo spingano verso
la sabbia asciutta e già rovente, nonostante l’alba sia sorta da pochi minuti. Per questo ha
detto ai colleghi di prendersela comoda.
Preferisce agire in solitudine.
Con ogni probabilità, superiore al 98%, afferma il Murder Investigation System, il programma
di indagini in cui va caricando fotografie e dati, è stato ucciso nel punto in cui si trova ora.
L’Ispettore cava dalla tasca una penna, una Bic del secolo scorso, cimelio per collezionisti,
recuperato a un prezzo folle sui mercatini on line.
La usa per sollevare la maglietta, fatta di pezze riciclate e cucite a mano.
Non serve una app per capire con cosa è stato sventrato.
Un cutter.
Il taglio netto, regolarissimo e sottile, dilata la pelle in una folle risata. A dispetto del tessuto,
intatto, gli intestini sono squarciati con la stessa precisione. È stato un taglio solo, netto e
veloce, con un laser da chirurgo. Oppure con un cutter comune, a cui è stato modificato
l’algoritmo-obiettivo, permettendo il riconoscimento di materia biologica e geneticamente
attiva.
Non ci sarà bisogno di cercare l’arma del delitto.
I cutter chirurgici sono tutti archiviati e controllati. È questione di pochi attimi verificare nel
database sanitario quali entrati in funzione in zona nelle ultime ore. Anzi… alle
04:54_2074_11_19 propone il palmare, con probabilità vicina al 97% e scarto quadratico di
5’ 23’’. Olivo effettua il controllo allargando la tolleranza a un paio d’ore, per sicurezza.
Zero match founded.
Dunque è stato un cutter modificato.
In questo caso è ancora più inutile cercarlo. Così come un tempo era per le forbici, adesso
è per i cutter comuni. Non servono autorizzazioni, non c’è controllo post-acquisto. Del resto,
tutti ne possiedono due o tre. E non sono oggetti pericolosi. Modificarli è abilità rara. Ma
ovviamente, chi possiede competenze e possibilità di trasformare uno strumento che può
tagliare solo materia inorganica in un’arma letale, può seguire il percorso inverso. E lo avrà
già fatto.
Olivo, continuando a digitare, si chiede se non sarebbe più divertente risolvere omicidi con
spari, schizzi di sangue e dna, come si faceva a inizio secolo, ma è una distrazione che
viene subito cancellata. Per un Ispettore del suo livello, l’efficienza investigativa ha la priorità
su ogni altro pensiero. Pur lasciando spazio a intuizioni, intercette emotive o nostalgiche, o
addirittura divagazioni artistiche fine a se stesse, lui conosce alla perfezione le sue priorità.
L’algoritmo assegnato a un buon metodo investigativo è ancora più solido di quello dei
cutter. Ovvero, è più facile che qualcuno sventri un individuo, piuttosto che lui fallisca
un’indagine.
E infatti, mentre le prime luci blu, violando il coprifuoco, si avvicinano all’isola lignanese,
Olivo continua a ragionare. La vittima non è certo arrivata lì di sua volontà. Non avrebbe
senso. Troppa sicurezza e telecamere biosensibili. E poi, banalmente, sarebbe stato come
consegnarsi al nemico che voleva sabotare. La lotta di Ciutto, a colpi di scritte sulle dighe e
volantini di carta, aveva senso solo finché durava la sua latitanza.
È evidente, quindi, che sia stato portato lì a forza da chi ha compiuto l’esecuzione. E magari
l’assassino, o uno degli assassini, non ha oscurato la geolocalizzazione. Improbabile, ma
possibile.
Olivo lancia un check sulle forme di intelligenza rilevate nelle ultime 12 ore, restingendo il
range a poche decine di metri dalla scena del crimine.
È sorpreso quando gli vengono restituiti quattro match, trasale quando scorre la lista dei
nomi.
Il Governatore Rossi e tre assessori regionali.
E non tre qualunque, ma i più rilevanti: Furlan della Sanità, Fabbro del Pubblico Decoro e
persino Moro della Pubblica Sicurezza. Non solo erano presenti all’ora del delitto, ma…
Quinto alza la testa. Dal parapetto dorato di Terrazzamare, con i profili stagliati sulle guglie
e le mani dietro la schiena, i quattro uomini lo stanno osservando. O meglio, lo aspettano.
Rossi. Furlan. Fabbro. Moro.
I primi quattro cognomi friulani per diffusione. E non è un caso.
L’Ispettore si incammina ed entra nella lussuosa struttura. Il passo è quello di uno che ha
già risolto il caso, ma l’espressione del volto, nascosta dal cappello, è un misto tra rabbia e
rassegnazione.
«Siamo qui per una riunione riservata per tracciare le linee di comportamento da imporre
alla popolazione durante la prossima pandemia», spiega il Governatore, precedendo ogni
domanda.
Furlan ripete parole identiche, e a Fabbro e Moro, Olivo impone il silenzio con un cenno, per
non sorbirsi la stessa versione.
«Per non farle perdere tempo, Ispettore, abbiamo già preparato la registrazione della
riunione, anche se, a meno che non sia strettamente necessario, siamo costretti a non
fornire l’audio. Come potrà vedere, non ci siamo mossi dal tavolo di lavoro durante tutta la
notte. Non possiamo esserle di aiuto con l’omicidio del signor Ciutto».
Olivo vorrebbe chiedere come sanno che è un omicidio, come sanno chi è la vittima, ma
sono domande inutili. L’assessorato alla Pubblica Sicurezza è a capo della Questura e ha
accesso a ogni database, compreso quello della polizia giudiziaria.
«Avrei bisogno anche dell’autorizzazione per i file della videosorveglianza, devo fare
domanda formale o…»
«Suvvia, Quinto… lo sa bene che dipende da me. L’autorizzazione è già stata concessa.
Può trovare il materiale nella stessa directory del filmato. Prego…»
Fabbro lo ha chiamato per nome, calcando la voce.
I quattro non si guardano, ma è come se.
Hanno colori di capelli diversi, volti differenti, eppure… si somigliano. Maschi bianchi
eterosessuali con la stessa età, la stessa cadenza nella voce, stessi modi affettati, sul
crinale tra minaccia e gentilezza.
«Ritiene sia necessario procedere con un interrogatorio, o pensa possano bastare i filmati
in suo possesso?»
È di nuovo il Governatore a gestire la discussione.
«Se per voi non è un problema», azzarda Olivo, «preferirei proseguire con gli interrogatori».
Lo sa che sta perdendo tempo. E sa che non ha fatto la scelta corretta. Ma vuole sentirli
parlare, anche se sarà come fare le domande quattro volte a una persona sola.
Non conoscevano Ciutto. Non sanno come abbia fatto a violare il coprifuoco. Non hanno
sentito niente. Non sanno chi possa averlo ucciso.
Ma Olivo decide di andare oltre e fa altre domande, meno prevedibili.
Le risposte sono, nonostante tutto, ancora identiche, ma surreali.
«Sì, benché fondate sulla verità, le rivelazioni della vittima su abusi edilizi e perizie false
hanno causato allo Stato Regionale FVG danni per milioni di euro».
«Sì, la morte del soggetto genera una variazione di bilancio economico-sociale positiva».
E infine…
«Sì, se dovessi scegliere nella prospettiva del mio dicastero, ritengo si sia verificato lo
scenario socio-economico migliore».
Olivo smette di registrare, scuote il capo.
Scarica dal cloud i file che gli hanno preparato. Non li guarderà.
Sa già che sono stati manomessi e che non potrà dimostrarlo, così come sa che per
l’assessore alla Sanità è facile rendere invisibile un cutter chirurgico.
Lo scenario socio-economico migliore sono le parole con cui conclude il verbale, indicando
i quattro come autori del delitto e innocenti.
È una situazione perfettamente plausibile, quando si ha a che fare con le intelligenze
artificiali.
E come prevedeva succedono altre due cose.
Sui Media arriva la notizia della morte di Ciutto, ma non per omicidio.
Sulla sua scrivania arrivano i ringraziamenti del Dipartimento e l’invito alla
riprogrammazione. Dall’indomani, lo scenario socio-economico migliore prevede che
l’Ispettore Sesto Olivo prenda il suo posto.
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