Mimesis, il festival tra filosofia e trasformazione digitale
Ai nastri partenza l’undicesima edizione: appuntamenti a Udine e non solo nei prossimi due fine settimana del 18-20 e 25-27 ottobre

Ai nastri partenza l’undicesima edizione del Festival Mimesis dedicato quest’anno a Filosofia e trasformazione digitale. A Udine e non solo nei prossimi due fine settimana (18-20 e 25-27 ottobre. Il Festival, curato da Luca Taddio con Damiano Cantone e Stefano Bettera, è realizzato dall’Associazione culturale Territori delle Idee in collaborazione con il Corso di Laurea Triennale in Filosofia dell’Università di Udine.
Abbiamo chiesto al professor Taddio, docente di Estetica all’Università di Udine e direttore del Master in Filosofia del digitale presso lo stesso ateneo, quali siano le finalità e il senso del Festival che affronta i grandi cambiamenti legati all’irrompere delle nuove tecnologie, e come la filosofia si interfacci con questi. «Il compito della filosofia – o almeno di un certo modo di intenderla – è quello di confrontarsi con il mondo contemporaneo, di saperlo leggere e interpretare. Nella storia dell’Homo sapiens ci sono state poche vere rivoluzioni: quella agricola, quella industriale e, oggi, quella digitale. Stiamo vivendo un periodo di profonde trasformazioni, caratterizzato soprattutto da un’impressionante velocità, con un ritmo di sviluppo non lineare, ma esponenziale».
Per ragioni intrinseche «legate al funzionamento del nostro cervello – come ci indicano le neuroscienze odierne –, gli esiti di questi processi sono diventati sempre più difficili da prevedere. Proprio per questo, l’inattualità della filosofia può rivelarsi il suo punto di forza: non essendo un sapere specialistico, tende per sua natura ad abbracciare e a cogliere i fenomeni nella loro dimensione di insieme. L’atteggiamento critico della filosofia è indispensabile se vogliamo mantenere una visione complessiva dei fenomeni che ci circondano e in cui siamo immersi: se desideriamo, da un lato, mettere in relazione i diversi saperi con la nostra soggettività e la nostra vita e, dall’altro, se aspiriamo a ridefinire il senso della tecnica e del nostro ruolo all’interno della natura».
La filosofia, nel corso del secolo scorso, si è strutturata secondo diverse e diversificate branche, filosofia del linguaggio, della storia, del pensiero scientifico, della politica… La filosofia delle trasformazioni digitali, cui è dedicato il Festival, come si va immaginando? Quali strumenti della filosofia antica può ancora usare?
«Diversamente dall’ambito scientifico e in modo più affine a quanto avviene nell’arte, le opere filosofiche non seguono la logica del progresso nel loro invecchiamento: se un articolo scientifico risulta obsoleto dopo dieci anni, Platone, Kant e Hegel, a distanza di secoli invece, mantengono ancora una straordinaria attualità. A Udine, abbiamo avviato un nuovo corso di Laurea Triennale in Filosofia, dove lo studio delle singole discipline (come l’etica, la metafisica, la logica, o altro) è legato da un unico filo conduttore: il tentativo di fornire strumenti per comprendere il mondo contemporaneo e i suoi sviluppi tecnologici. Il Festival rappresenta l’aspetto più divulgativo, aperto e dialogico di questo progetto».
Sono diversi i temi dei tanti incontri che caratterizzano questa undicesima edizione del festival, che cosa li tiene insieme?
«Oltre alla questione del digitale, direi il confronto con le altre forme del sapere: la matematica, le neuroscienze, la poesia, ma anche la scuola, l’infanzia e l’educazione».
Come sempre il festival si apre ai giovani per poi entrare nelle scuole. Quali supporti può offrire la filosofia alla formazione dei giovani?
«Lo spirito critico. Oggi il rischio di cadere vittime di ideologie mascherate e quasi invisibili è ormai elevatissimo: dalla propaganda russa a quella occidentale, dalle fake news ai falsi miti della storia, dalle diverse forme di populismo e di demagogia. Viviamo immersi in un pericoloso intreccio di mode effimere, di incertezze e paure. L’unico modo per orientarci è quello che prevede il ricorso allo studio e alla capacità di distinguere tra informazioni valide e informazioni ingannevoli».
Chi sono i vincitori del Premio Udine Filosofia di quest’anno?
«Si tratta di Paolo Zellini, uno dei più importanti matematici, storici della scienza e saggisti di fama internazionale, e di Alenka Zupančič, filosofa slovena studiosa di psicoanalisi e di filosofia continentale».
Quando si illustra un festival in genere si evidenziano molto i numeri, dando molto spazio al numero dei partecipanti, a quanti incontri, a quante lectio magistralis e così via. Quali sono, allora, i numeri di Mimesis 2024?
«Il Festival Mimesis, anche a livello numerico, gode di ottima salute, anche se ritengo che gli aspetti quantitativi non debbano essere l'unico metro di giudizio adottato: qui si parla di una settantina di relatori, di attività consolidate attraverso undici anni, di sei giorni di incontri per oltre una trentina di eventi complessivi, il tutto realizzato con un budget ridottissimo utilizzando una grande dose di buona volontà. Tutte le informazioni relativa ai protagonisti e gli appuntamenti che sono in programma si possono consultare su mimesisfestival.it».
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