Maria Sibylla Merian, l’artista curiosa che lasciò il segno dipingendo la natura
Brunella Torresin riscopre la vita della pittrice tedesca: Esempio di emancipazione femminile che arriva dal 1600

Donna, divorziata con due figlie, cinquantaduenne: la tedesca Maria Sibylla Merian, pittrice di natura, nel giugno 1699 si imbarca, con la figlia minore, su un veliero. Da Amsterdam arriverà alla colonia olandese del Suriname, in Sudamerica. Sarà la prima donna ad attraversare l’Atlantico come protagonista di una spedizione artistica, scientifica e commerciale: per sostenere i costi ha venduto tutto ciò che possiede. Questa eccezionale storia d’avventura e coraggio è diventata una assai curata biografia illustrata, edita da Pendragon “Nel gran teatro della natura. Maria Sibylla Merian donna d’arte e di scienza (1647-1717)” scritta da Brunella Torresin.
Il libro verrà presentato a Udine, città in cui è nata l’autrice, domani alle 18, alla biblioteca civica Vincenzo Joppi, in piazza Marconi 8 (ingresso da Riva Bartolini 5).
Brunella Torresin, giornalista culturale, dopo essere stata a lungo redattrice de “La Repubblica” a Bologna, collabora oggi alle pagine e agli inserti culturali dell’edizione nazionale del quotidiano.
Questo suo magnifico lavoro di ricerca su una storia di emancipazione femminile e quasi irripetibile fermezza, «nasce da una segnalazione avvenuta alcuni anni da parte di un’amica illustratrice – ci racconta – che mi ha fatto incontrare il talento della Merian. Da lì è iniziato un viaggio di ricostruzione della sua figura. Ho scoperto subito che in Germania l’artista è giustamente considerata un’eroina nazionale, mentre in Italia era necessario un rinnovato interesse».
Ma chi è Maria Sibylla Merian? Nata nel 1647 in una famiglia di artisti, e lei stessa pittrice, illustratrice e naturalista. Consapevole del proprio valore artistico, «ha saputo tramutare a suo vantaggio pregiudizi e costrizioni secolari – racconta Torresin – in un modo che ancora oggi appare sbalorditivo, grazie a un impegno instancabile, fatto di rigore, pazienza, visione, studio». «Maria Sibylla Merian – aggiunge la giornalista – ci offre l’esempio di un destino eccezionale, perseguito forzando le convenzioni sociali. Ha reinventato i codici della sua professione di artista e naturalista e trasformato le limitazioni cui il suo tempo l’ha costretta, in altrettanti luminosi punti di forza».
Nelle terre incognite del Nuovo Mondo la Merian raccoglie insetti e altri animali che osserva e disegna, documentando minuziosamente quello che più le sta a cuore, e cioè il processo di trasformazione. Serpenti, iguane, rospi, bruchi e farfalle con le piante di cui si nutrono, daranno vita ai meravigliosi acquerelli e alle incisioni della Metamorphosis insectorum Surinamensium, l’opera pubblicata ad Amsterdam nel 1705: un corpus prezioso per l’avanzamento delle scienze naturali, che ha saputo catturare l’interesse di collezionisti, studiosi e intellettuali di tutt’Europa, da Linneo a Goethe.
Nel libro di Brunella Torresin, dal piacevole corredo iconografico, sono riportate alcune tavole tratte da questo lavoro. Così si viene a conoscenza ad esempio del rospo del Suriname, o “Pipa pipa”, uno di quegli animali che la pittrice stessa porterà con sé nel viaggio di ritorno e susciterà grande interesse ad Amsterdam.
Gli acquarelli del diario entomologico sono sessanta, corredati da note scritte di sua mano, «che colpiscono per la vivacità narrativa», commenta l’autrice di questa appassionata e veritiera dedica letteraria al fuoco biografico di Maria Sibylla Merian, la quale di sé scriverà appunto: «Ho rinunciato alla compagnia delle persone».
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