Marcoaldi: la mia preghiera laica per la bellezza del mondo

«La poesia possiede la grande capacità di non essere legata alla caducità dei tempi, se è bella, racconta i sentimenti dell'uomo nonostante il passare degli anni».
Giornalista, scrittore, viaggiatore e poeta, Franco Marcoaldi ha presentato a Pordenonelegge il suo ultimo lavoro poetico: “Il mondo sia lodato”, un’intensa preghiera laica che, in un "mondo desolato e invaso dal cinismo, dal fanatismo dà luce e voce a un sentimento di gratitudine nonostante gli infiniti turbamenti di chi lo abita. Una preghiera , un atto di ammirazione, di gratitudine e di umilità che ricorda i suoi infiniti momenti di bellezza". L'opera scritta in versi, nella forma già sperimentata del poemetto, è suddivisa in dodici canti, ciascuno per un mese, forse per un nodo temporale della vita di ciascuno di noi.
"Visto che la vita va vissuta, tanto vale cantarla" aveva detto Marcoaldi che cerca la risposta per quella che è l'eterna domanda, quella che ha tenuto svegli poeti e scrittori nei secoli cercando il senso della vita. Tanto più difficile da trovare quel segno, quando non si è toccati dal dono della fede.
"Dobbiamo metterlo in conto: la vita procede per strepiti e strappi, sciagure e fanfare", nonostante tutto essa è capace di grandi momenti di bellezza cui il poeta Marcoaldi alza un inno di francescana memoria che scivola come una melodia musicale da leggere a voce alta per apprezzarne le assonanze profonde valorizzate dalla lingua dove si fanno coro gli scrittori e i poeti amati dall'autore (Toni Servillo ha dato voce memorabile al poemetto).
“Paradossalmente, la poesia oggi rappresenta un genere letterario vicino al nostro tempo più del romanzo. È capace di dare origine a immagini e sentimenti in totale singolarità. Ma gli incontri con essa rischiano di farsi difficili per la crescente distrazione che dilaga in questi tempi. Resta comunque una bella sfida. Sono convinto - ha spiegato Marcoaldi mentre ricorda i poeti a lui vicini come Meneghello e Zanzotto - che come Saba diceva: "la poesia è per tutti", chiunque può ascoltarla e diffonderla”.
Ed ecco il cantore Marcoaldi: soltanto un poeta poteva compiere oggi l'azzardo di una lode del mondo, basata sull'immaginazione e sulla sensibilità.
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